di Roberto Musacchio –
Oggi su Repubblica Veltroni ripropone la sua ìdea di “sinistra” che coincide con il suo PD (con qualche restyling) a fronte di quello che dice che vada chiamato non il rischio populista ma di destre estreme che mettono in gioco la democrazia. Proprio perché sono angosciato, e da molto tempo, proprio per la democrazia l’accoppiata Veltroni-Repubblica aumenta la mia angoscia. L’analisi di Veltroni è povera, densa di riferimenti americani assai discutibili (da Mc Cain ad Obama), con un meccanicismo nel riferimento al 1929. Soprattutto con una totale rimozione di quella rottura tra capitalismo e democrazia che é già avvrnuta da tempo come scriveva Gallino che pure Veltroni cita di fatto impropriamente. La rottura é avvenuta in questo trentennio di capitalismo finanziario globalizzato e di Europa reale. Così come la guerra sta dentro l’epoca nostra anch’essa da tempo come ben dice il Papa che parla di guerra mondiale a puntate e come diceva il movimento dei movimenti che parlava di guerre militari ed economiche permanenti. Veltroni cita il Papa ed é anche qui improprio. Se volesse essere appropriato dovrebbe riconoscere che dei guasti di questo trentennio lui è stato un protagonista. Guasti che hanno costruito i materiali per le destre vecchie e nuove che si trovano spianata la strada per il loro progetto politico che porta a compimento il processo post democratico. Processo aperto dalle élites di cui il PD é stato espressione e completato da soggetti che si riferiscono al popolo contro le elites. Ma neanche questo dato del “populismo” coglie Veltroni. D’altronde il capitalismo finanziario globalizzato ha una tale forza che delle elites a volte fa a meno. Le Destre, vecchie e nuove, sono forti e si avviano a prendersi la UE. Se si pensa di difendere l’Europa reale costruita da socialisti e popolari non si può combattere l’Europa Nazione che vogliono destre e magari i popolari come Orban. Non saranno certo Veltroni e Repubblica a salvarci. Anzi. Essere alternativi a quello che hanno fatto loro é la sola condizione per “riprendersi” il popolo.