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Le lotte dei ceramisti del distretto industriale di Civita Castellana

di Yuri
Cavalieri

di Yuri Cavalieri * –

Civita Castellana in provincia di Viterbo è sede di un importante distretto industriale che si caratterizza nella produzione di sanitari in ceramica e arredo bagno, produzione che corrisponde ad oggi al 70% di quella dei sanitari in Italia.
Nel suddetto distretto risultano occupati 2700 addetti diretti più svariate centinaia nell’indotto, il tutto in un bacino totale di nemmeno 40000 abitanti.

Chi opera nelle Industrie Ceramiche di questa tipologia è soggetto a numerosi fattori di rischio per la salute che determinano una rilevante incidenza e prevalenza di patologie respiratorie e dell’apparato muscolo-scheletrico.

Ogni manufatto in ceramica (piatto doccia, WC, bidet, lavandino) che viene movimentato, ha un peso minimo, dopo la cottura, di 35 kg, gli ambienti, nella notte (durante l’essiccazione) raggiungono temperature vicine ai 45-50 °C per il giusto compromesso asciugatura/ritiro e a causa di ciò l’umidità oscilla fra l’80% e il 90%, inoltre essendo la ceramica ricca di silice, durante la lavorazione sprigiona silice libera cristallina che satura gli ambienti di lavoro e viene a sua volta inalata dagli operatori, la stessa silice, se inalata, provoca patologie respiratorie come la “silicosi” ed il cancro ai polmoni come indica la direttiva europea 2017/2398 (L.345/87) del 12 dicembre 2017, la quale prevede l’inserimento della silice libera cristallina respirabile tra le sostanze cancerogene e  mutagene.

Gli operai da anni insieme ai sindacati, stanno portando avanti una lotta per il riconoscimento di importanti diritti, in queste mobilitazioni il Circolo locale di Rifondazione Comunista (che porta il nome di Enrico Minio, celebre antifascista, Sindaco e padre costituente nato a Civita Castellana) ha avuto ed ha un ruolo importante e riconosciuto.

Le principali richieste degli operai sono due, la prima riguarda il riconoscimento della correlazione tra la Silice Libera Cristallina (SLC) ed il cancro ai polmoni, che è stata formalmente riconosciuta dalla direttiva europea che dovrà essere adottata anche dall’Italia dal 1 gennaio 2020, correlazione fondamentale per il riconoscimento del lavoro usurante agli stessi operai ceramisti, che rappresenta la seconda istanza dei lavoratori.

Sul territorio opera inoltre da molti anni lo SPRESAL (Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro ) che ha prodotto svariate documentazioni e ricerche mediche in merito al lavoro degli operai ceramisti del distretto, alcune già pubblicate (malattie muscolo-scheletriche collegate) ed altre in via di definizione (studio finanziato nel 2015 dal Comune di Civita Castellana sull’incidenza e le cause della silicosi all’interno delle aziende).

A Novembre del 2019 il Consiglio Comunale di Civita Castellana ha votato all’unanimità una mozione che prevede l’impegno istituzionale del Comune per il riconoscimento del lavoro usurante dandone notizia a tutti gli enti preposti (SPRESAL, Sindacati ed associazioni degli industriali) ed alle cariche istituzionali del territorio (Parlamentari e Consiglieri regionali), a breve sarà seguito da altri comuni del distretto e del circondario (alcuni come Vallerano, Gallese e Collevecchio hanno già deliberato in tal senso) e nel successivo Consiglio Comunale, è stata votata l’istituzione di una Commissione straordinaria sul tema per favorire il dialogo, la condivisione e l’accesso ai dati tra i vari enti.

In un contesto che vede il distretto uscito da poco da una dura crisi economica, che negli anni passati ha bruciato centinaia di posti di lavoro, specialmente nel settore delle stoviglierie, la cui produzione ad oggi è quasi scomparsa, crisi che ha portato negli anni passati a diverse manifestazioni in difesa dei posti di lavoro e dello stato di crisi il riconoscimento delle istanze degli operai ceramisti rappresenterebbe non solo la conquista di importanti diritti sociali ma anche un’importante boccata d’ossigeno per l’economia, in quanto grazie ai pensionamenti anticipati si potrebbe innescare un ciclo virtuoso di ripresa occupazionale e rinnovamento dell’apparato produttivo e tecnologico del distretto, che porterebbe giovamento non solo al territorio di Civita Castellana e dei comuni limitrofi ma a tutta la provincia di Viterbo.

* Circolo Rifondazione Comunista Civita Castellana

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