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La sinistra globale e il bilancio di Papa Francesco

di Franco
Ferrari

La morte del Papa non poteva non suscitare una vasta eco in tutto il mondo politico ed intellettuale e numerose prese di posizione tra le forze politiche e le personalità della sinistra. Da una rapida rassegna si vedrà come il giudizio di fondo, fatte salve sensibilità e accentuazioni diverse, sia largamente condiviso.

Cuba e “il difensore delle giuste cause”

Il quotidiano del Partito Comunista Cubano, Granma, sottolinea che “il papato di Francesco segna un prima e un dopo”. Con la sua scomparsa – ha commentato Mariley Garcia Quintana – “si conclude uno dei periodi più significativi della millenaria storia della Chiesa cattolica”. Fino all’ultimo momento ha mantenute vive quelle tematiche che erano diventate vere e proprie bandiere del suo papato come la condanna delle “ingiustizie sioniste contro il popolo palestinese, la difesa della tutela ambientale e il suo impegno irrevocabile verso i più svantaggiati”.

Il dialogo interreligioso è stato un altro dei temi centrali della sua azione dato che “ha aperto la Chiesa al mondo esterno in modi che nessuno dei suoi predecessori aveva mai fatto prima”, come ha sottolineato Mattew Schmalz, professore di studi religiosi al College of the Holy Cross negli Stati Uniti, citato dalla giornalista del Granma.

Un altro elemento che viene evidenziato è “la sua posizione inclusiva”. Con lui sono entrate “le donne nella Santa Sede, con la nomina di una suora italiana, suor Raffaella Petrini, come presidente della Città del Vaticano; con l’inclusione di 70 donne nell’organismo che elegge i vescovi”.

Garcia Quintana, a conclusione del suo articolo, esalta “l’uomo umile, il difensore delle giuste cause, il Principe rivoluzionario della Chiesa cattolica”.

In quanto primo Papa proveniente dall’America latina, in tutti questi paesi la sua scomparsa ha suscitato commenti, spesso calorosi. Il presidente colombiano di sinistra, Gustavo Petro, lo ha chiamato “compañero del alma”, la stessa definizione che aveva utilizzato non molto tempo prima per la scomparsa di un vecchio militante dell’M-19, il movimento guerrigliero di cui lo stesso Petro era stato uno dei leader.

Il Partito Comunista del Brasile ha sottolineato l’impegno di Papa Francesco per la giustizia sociale. La Presidente del Partito, Luciana Santos che è anche Ministra della Scienza nel governo di Lula, sottolinea come Francesco abbia diffuso un “messaggio di semplicità, difesa dei più umili e marginalizzati, di solidarietà e lotta per la causa climatica e quella umanitaria”. Un altro esponente comunista, il deputato Orlando Silva, ha dichiarato che “le sue parole e, soprattutto, il suo esempio di fede, pace, amore verso il prossimo e fraternità tra i popoli ci mancherà molto in questo momento in cui sono presenti tanti rischi motivati dall’odio e dall’estremismo. Che Dio lo riceva e lo ascolti per noi”.

Dall’Argentina la voce dei peronisti di sinistra

La sinistra argentina, nelle sue diverse espressioni non poteva che dare ampio spazio ai commenti e ad un primo bilancio del papato di Bergoglio. Il Partito Comunista dell’Argentina nell’abbracciare nel suo lutto tutto il popolo dei credenti sottolinea che nei sui dodici anni di papato si è battuto “per la pace mondiale e ha denunciato in più di una occasione le atrocità del capitalismo”. Per quanto riguarda l’America Latina si è sempre espresso “a favore dell’unità e dell’integrazione regionale”. La dichiarazione del PC, nei giorni in cui si celebra la Pasqua cristiana, afferma che “Gesù Cristo fu un rivoluzionario che si scontrò con l’impero dei suoi tempi per l’emancipazione del suo popolo”.

In una delle tante occasioni nelle quali fu accusato di essere comunista, Francesco rispose che “ciò che vogliamo è lottare contro le diseguaglianze, il male maggiore che esiste nel mondo” e che “forse sono i comunisti che la pensano come i cristiani”.

Si è spesso fatto riferimento, fin dalla sua elezione, al retroterra peronista di Papa Bergoglio, a volte per accusarlo, più o meno esplicitamente, di “populismo”. “La Campora” organizzazione che raccoglie gran parte della gioventù peronista di sinistra non poteva mancare dal dedicare, sul suo sito, un lungo commento, a firma di Luis Maria Di Camerana, a quello che definisce come “il Papa dei popoli”.

Il giudizio espresso è particolarmente enfatico: “ci ha lasciato un uomo – scrive Di Camerana – che ha trasformato praticamente tutto ciò in cui è transitato, la cui eredità per l’umanità intera è trascendentale e, non abbiamo dubbi, durerà per molti anni”.

Curioso è il paragone con gli altri argentini rispetto ai quali si colloca alla stessa altezza: “Maradona, il Che, Juan Peron e Eva Peron: non esiste, praticamente, al mondo nessuno sul pianeta terra che non lo conosca”.

Però, scrive il commentatore peronista: “non si fece conoscere per aver tenuto un atteggiamento compiacente con il potere o collocandosi in posizioni comode nelle strutture ecclesiastiche. Tutto al contrario, come tutti gli argentini menzionati, Papa Francesco è mondialmente riconosciuto perché con la sua voce, le sue encicliche e, soprattutto, con la sua azione ha scosso e fatto vibrare di nuova vita le strutture esistenti”. E ancora a suo merito il fatto che “tese dei ponti laddove si volevano imporre dei muri”.

Conclude Di Camerana: “Il Papa che in tempi di immediatezza e di individualismo esacerbato ci ha invitato e ci invita a costruire un mondo nel quale l’ascolto e la pausa siano i pilastri della nostra società. Il suo valore e il suo coraggio, saranno la guida per i milioni che non intendono rassegnarsi a che l’ingiustizia sia la norma”.

Voci diverse ma convergenti in Europa

Tra i commenti di politici della sinistra europea si può segnalare quello di Jean-Luc Melenchon pubblicato sul sito cattolico “La Vie”. Interessante perché viene da un politico che, oltre ad essere di tradizione socialista, è stato dichiaratamente aderente alla massoneria che ha sempre costituito una delle roccaforti della laicità in Francia.

Per Melenchon, Papa Bergoglio è riuscito a rimettere in collegamento la Chiesa con i credenti in America Latina, gran parte dei quali orientati a sinistra e ispirati dalla teologia della liberazione. “Nessuno ha dimenticato che Francesco ha riconosciuto come servizio teologico il lavoro del suo iniziatore, Gustavo Gutierrez”.

Questo cristianesimo “ha cessato di essere una teoria astratta utilizzabile dalla buona coscienza borghese. Ha ripreso il suo posto tra le virtù dell’insubordinazione attiva di fronte ad un ordine ingiusto che distrugge gli esseri e l’ecosistema”.

L’intervento di Papa Francesco ha sollecitato l’attenzione di un miliardo di esseri umani su come affrontare le sfide del nostro tempo. “Lo ha fatto nella prospettiva del mutuo aiuto e della responsabilità così come lo intende anche l’umanesimo collettivista”, ha scritto Melenchon. Con questa formula, “umanesimo collettivista”, il leader della France Insoumise sintetizza la visione ideologica del suo movimento. Melenchon conclude dichiarando che non ha alcun imbarazzo a dichiarare il proprio dolore per la perdita di un “tale partner” e che condivide a titolo personale quello dei cristiani.

Un commento articolato ci viene proposto da Pablo Pallaud-Vivien, commentatore politico di Regards e anche militante del movimento gay. Pallaud-Vivien segnala che, primo Papa non europeo, Bergoglio “ha fatto dei Paesi del Sud uno dei primi oggetti delle sue attenzioni. Innanzitutto perché è là che la Chiesa è oggi in ascesa. Questo mutamento è anche la testimonianza della presa in considerazione del mondo nella sua interezza e nella sua pluralità, un mondo che non ha più come centro l’Occidente. Mettere la Chiesa in fase con questa realtà è ciò a cui ha lavorato Francesco. D’altronde, le sue nomine di cardinali sono state largamente rivolte verso queste società per troppo tempo neglette: gli elettori europei, per la prima volta nella storia, non saranno maggioritari nel prossimo conclave”.

Osserva Pallaud-Vivien che “Francesco era un uomo di Chiesa. Collocarlo sullo scacchiere politico tradizionale, dire che sarebbe stato di sinistra o addirittura rivoluzionario, è un errore. Egli cercava di confortare la sua comunità di credenti e si è inscritto nelle dinamiche che ha cercato di comprendere. Sempre assicurando la continuità storica del dogma: il carattere “sacro” della vita fa parte del DNA del cattolicesimo e derogarvi non può essere messo nell’agenda del Vaticano. La sua opposizione all’aborto era intrattabile. Invece ha ammorbidito il discorso della Chiesa sulle questioni legate al genere o alla sessualità, per i preti come per l’umanità. Ma il corpus sul quale è assisa la fede cattolica necessiterebbe, per essere veramente progressista, delle esegesi di una liberalità alla quale la Chiesa non è ancora pronta,”.

Dall’India un commento “togliattiano”

Da tutt’altra parte del mondo e forse inaspettato è da segnalare il lungo commento pubblicato da MA (Mariam Alexander) Baby, da poco eletto segretario generale del Partito Comunista dell’India (Marxista), la principale formazione comunista indiana. Baby proviene dal Kerala, dove i comunisti sono al governo, ed in particolare da una famiglia di cristiani di rito latino, particolarmente diffusi nello stato meridionale del Kerala. Si tratta per lo più di chiese che fanno riferimento ai riti della chiesa orientale europea ma che restano in comunione con la chiesa cattolica romana e quindi riconoscono l’autorità papale. MA Baby svolse le funzioni di chierichetto nella chiesa della sua diocesi, prima di dedicarsi all’attività politica nelle file comuniste e di allontanarsi dalla religione.

I rapporti dei comunisti con le Chiese del Kerala non sono mai stati semplici pur avendo un discreto consenso elettorale tra i cristiani. Il ministro dell’industria dello Stato ha ricordato in questi giorni come incontrando Papa Francesco gli avesse portato in regalo un volume sull’attualità del pensiero di Marx (ricevendone in cambio un rosario).

Non stupisce quindi che il segretario comunista abbia voluto dedicare un commento alla morte del Papa che va al di là delle dichiarazioni di rito. Baby evidenzia come il Papa defunto sia stato “un leader spirituale per il mondo intero. Una personalità notevole che prese significative posizione contro il controllo di pochi dentro le istituzioni della Chiesa cattolica. Tuttavia, non si può dire che tali interventi abbiano portato ad una completa trasformazione della Chiesa cattolica nella sua interezza”.

Baby ricorda fra i primi meriti di Bergoglio di avere assunto “una posizione estremamente coraggiosa a sostegno dei diritti umani delle persone transgender. Ha respinto la tesi che l’omosessualità sia un crimine”.

Il leader comunista sottolinea poi le prese di posizione sociali del Papa appoggiandosi a numerose citazioni: “la sua posizione che il sistema capitalistico perpetui le ineguaglianze e marginalizzi ulteriormente i poveri ha ricevuto una considerevole attenzione”.

Le osservazioni di Papa Francesco “che cambiamenti strutturali nel sistema economico sono necessari per creare una società più equilibrata sono altamente significative. La sua prospettiva su come un sistema di sfruttamento devasti le vite di milioni di persone sono state viste come l’evidenza dell’influenza della teologia della liberazione sul suo pensiero. Tuttavia, allo stesso tempo, sono rimaste delle critiche perché egli non mantenne una connessione con la teologia della liberazione durante il suo ruolo di cardinale di Buenos Aires, in Argentina”.

Bergoglio, ricorda MA Baby, ha condannato come terrorismo la guerra di Israele a Gaza “in contrasto con le posizioni di molti leader politici occidentali”. Per il segretario del CPI(M), “non c’è nessun altro leader religioso nella storia moderna che abbia risposto ai suoi tempi e al mondo con tanta intensità e coraggio”. In conclusione: “in un mondo fatto a pezzi da guerre ingiuste, persecuzioni, spargimenti di sangue, le voci di coloro che stanno dalla parte dell’umanità, della coesistenza e della giustizia sociale diminuiscono. Per questo stesso motivo la sua memoria è un’ispirazione per tutti coloro che si sforzano di costruire un mondo di fraternità, uguaglianza e giustizia”. Si potrebbe dire che da un partito che pure nacque negli anni ’60 da premesse ideologiche molto lontane da quelle del PC italiano, capita di ascoltare oggi accenti che diremmo “togliattiani”.

A completare questa rassegna, segnalo un articolo di Pablo Castaño su Jacobin, il quale oltre a trarre un bilancio del papato di Francesco, che definisce “misto”, si avventura in una previsione sul futuro.

Uno degli elementi di bilancio che Castaño evidenzia con più nettezza riguarda la “rottura con l’orientamento politico dei suoi predecessori, in quanto ha allineato molto più strettamente la Santa Sede con il Sud Globale. Mentre Giovanni Paolo II fu un fedele alleato di Washington nella cosiddetta lotta contro il comunismo, Francesco si è assicurato di prendere le distanze dai governi occidentali su questioni come le relazioni con la Cina, l’Ucraina e la Palestina”.

Pur riconoscendo che è difficile prevedere l’esito del prossimo conclave, “tuttavia ci sono forti ragioni di credere che il successore di Francesco sarà un papa più conservatore”, questo perché la Chiesa tende a resistere a cambiamenti radicali e sostenuti nel tempo. Inoltre il Vaticano è “invariabilmente influenzato dalle tendenze politiche globali. Con Trump alla Casa Bianca e con l’estrema destra in crescita nel mondo, eleggere un altro Papa progressista come Francesco vorrebbe dire nuotare contro la corrente, e il Vaticano ha una lunga storia di adattamento alla realtà che cambia piuttosto che di scontro diretto”.

Non sappiamo se questa previsione, certo non infondata, si avvererà, per ora possiamo solo invocare la vecchia formula: “crepi l’astrologo!”.

Franco Ferrari

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2 Commenti. Nuovo commento

  • Stefano Vinti
    24/04/2025 18:16

    Bravi!

    Rispondi
  • Marina volpara
    25/04/2025 13:55

    Che dal cielo dove si trova ci protegga e ci guidi in un mondo divenuto ormai poco rassicurante
    Ricordo con commozione il Suo inguaribile ottimismo,la Sua sottile ironia e il Suo incitamento a non cedere al pessimismo
    sono certa che ci servirà

    Rispondi

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