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La revisione è alle porte

di Luciano
Beolchi

Prepariamoci alle nuove “letture” della storia.

Una nutrita serie di revisioni ci attende. Nulla di nuovo, se non che i soliti argomenti passeranno dalle riviste militari delle destre scioviniste e da oscure case editrici fiore all’occhiello di bombaroli e di agenti dei servizi, alle pagine del Corriere della Sera (cosa potrà fare il povero Mieli se quelli saranno i libri da recensire a pagamento!), alle grandi case editrici Mondadori e Rizzoli e molto altro e soprattutto alle aule scolastiche e ai libri di testo.

I titoli e gli argomenti, niente affatto nuovi, sono facili da immaginare. La leggenda degli Arditi (nella Prima guerra mondiale) e le altre leggende in campionario: della Folgore, della Decima Mas, etc., etc. e tutta una serie di eserciti sconfitti, veramente una collezione: la battaglia del Don – che non ci fu mai; la resistenza agli aggressori slavi; Adua, Lissa e Custoza, per chi vuole.
Le poco brillanti campagne coloniali e le immeritate sconfitte di chi voleva portare solo civiltà e cristianesimo.
Gramsci ucciso da Stalin. Gramsci fascista. I bravi ragazzi della Marcia su Roma. E poi loro, i bravi ragazzi di Salò, in dodici puntate firmate da Luciano Violante, gran mallevadore dei fascisti.

 Intanto continua la saga dei bulli di Meloni. Hanno minacciato la revisione storica per decenni e ora eccoli tutti lì, mandria scalpitante cui Mieli dovrebbe dare un minimo d’ordine, per lo meno per quanto riguarda le date essenziali. Ma che date e date! Le date non sono niente, di fronte ai FATTI.

Parliamo allora del Prefetto Mori, in Sicilia. Roba nostra. Roba di destra: tagliando via le ali, s’intende, la sua prefettura a Bologna e poi la cacciata dalla Sicilia quando il fascio si mise d’accordo con la Mafia dopo l’inutile assedio a Gangi.

Il Fatto fa una prima raccolta di Revisioni, che non vanno lontano dal prevedibile.

Su Via Rasella, La Russa: “È stata una pagina tutt’altro che nobile della Resistenza, quelli uccisi furono una banda musicale di semi pensionati e non nazisti delle SS, sapendo benissimo il rischio di rappresaglia” (31 marzo 2023). Salvo precisare che quelle notizie false circolano nella “letteratura” che legge lui. Che ci vuoi fare? Un fascista legge letteratura fascista, ragiona da fascista e parla da presidente del Senato.
Il suo capo Meloni, della rappresaglia aveva già detto “335 italiani innocenti massacrati solo perché italiani”. Non ebrei e antifascisti. “Sì, li ho definiti italiani. Perché, gli antifascisti non sono italiani? È onnicomprensivo”. Quando si dice la toppa…

Tommaso Foti, Fratelli d’Italia, garantisce sul Piano Mattei in Africa: “L’Italia è vista in modo diverso della Francia e della Spagna (e l’Inghilterra e il Portogallo?) perché l’intervento in Africa fu fatto anche di strade e di ponti. Gli altri ebbero solo fini predatori” (1° luglio). Chissà che carta dell’Africa ha in mente? L’Africa che include il vicereame di Granada e il Messico? Presto arriveranno Farinacci e l’indimenticabile Balbo, Nobili e la tenda rossa. La trasvolata dell’Atlantico. E Donna Rachele (due maiuscole), massaia d’Italia. Lo sbarco degli alleati in Sicilia è già comparso il 5 lugliosul Corriere. E la cavalleria pugliese di Caradonna dove la mettiamo? E la strage di Sarzana con i suoi eroi in fuga? L’attentato al Diana e il destino che salva Mussolini dai perfidi attentatori? Le autostrade di Hitler. Di fronte alla Blitzkrieg c’è solo da inchinarsi: in Russia avevano quasi vinto. Gli errori di Hitler e i bravi generali tedeschi. Hitler che amava i cani e i bambini. L’intelligenza di Francisco Franco che si tenne fuori dalla guerra. Ataturk è dei nostri! Le amabili e innocenti crocerossine della Repubblica Sociale. La battaglia del grano. La fondazione di Latina e di Carbonia e delle sue sorelle sarde. La bonifica Pontina, sarebbe ora che se ne riparlasse!

Benedetto Croce, a dimostrazione di come il fascismo trattava i suoi avversari.
I traditori del 25 luglio. La difesa di Giarabub. I ragazzi di Fiume! I volontari di D’Annunzio. Il Vate! D’Annunzio era comunista. La strage di Dongo. Il tesoro di Dongo. I partigiani assassini. Il colonello (sedicente) Audisio. Chi ha ucciso Mussolini? Ingenuità e santificazione della Petacci. Gli italiani fascisti d’America. L’ammirazione di Roosevelt per Mussolini.
L’ammirazione di Hitler per Mussolini.
Strage di cattolici in Spagna. Alla corte dell’ammiraglio Horthy. Gli Ustascia. Le Waffen SS. Il maresciallo Antonescu. Il Regno di Croazia e il suo re Aosta.

La revisione storica è anzitutto questione di linguagggio. Sgarbi al Maxxi: “Il cazzo … è un organo di conoscenza, cioè di penetrazione, serve a capire” (21 giugno).
Sangiuliano ministro Minculpop: “Dante fondatore del pensiero conservatore italiano. Anche la sua costruzione politica credo sia profondamente di destra” (14 gennaio).
Meloni: “Andremo a cercare gli scafisti per tutto il globo terracqueo” (10 marzo). Partiti?
Crosetto: “L’aumento esponenziale (?!) del fenomeno migratorio è parte di una strategia chiara di guerra ibrida che sta attivando la Wagner” (14 marzo).
Il ministro dell’Interno Piantedosi sulla tragedia Cutro del 26 febbraio: “La disperazione non può giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo la vita dei propri figli” (27 febbraio). E a dimostrazione che le parole non escono per caso, la Prima ministro domanda ai (pochi) parenti delle vittime che hanno colto il suo invito a Palazzo Chigi quanto fossero consapevoli dei rischi che correvano i loro cari (15 marzo). Per metterli a loro agio e mostrare empatia.
Già dantista di destra, torna il ministro Sangiuliano di Minculpop novello giurato dello Strega che ci informa che “Gli scrittori non sono né di destra né di sinistra”. Tranne Dante.

Luciano Beolchi

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