Riprendiamo questo articolo di Benigno Moi, comparso con il medesimo titolo su la bottega del Barbieri e che ricorda la nascita e purtroppo la sopravvivenza del campo di detenzione di Guantanamo. L’articolo è ricchissimo di link a materiale di accompagnamento e a un appello di Peacelink.
L’11 gennaio 2002 gli Usa aprivano il campo di prigionia nella base navale di Guantanamo – “ScordatAppello” per chi ha il dovere di ricordare
happy death day… cioè Augurio: auspicio, presagio, previsione, profezia, pronostico, vaticinio.
Se il significato di augurio è quello indicato dalla Treccani, possiamo considerare più che appropriato quello espresso nel titolo, rispetto agli auguri scontati e formali che pronunciamo frequentemente, spesso distrattamente: ci auguriamo e auspichiamo che il Campo di Prigionia USA a Guantanamo venga chiuso (muoia) subito.
Scordata per…
Questa è per certi aspetti una scordata anomala, perché probabilmente saranno in molti a ricordare e parlare di quest’anniversario, ma in pochi a dare senso al ricordo, a dare forma allo sdegno doveroso per il vergognoso prorogarsi dell’esistenza di un lager quale quello di Guantánamo, in cui vige da vent’anni la sospensione di ogni elementare diritto, da parte di chi chi si arroga di dare patenti in materia; recentemente lo ha ricordato pure Vladimir Putin allo stesso Joe Biden.
Molti ricordano, ma non tutti, tantomeno dove si dovrebbe [1].
Fra chi continua a non ricordarlo, e soprattutto non fa quanto in suo potere e dovere per esprimere l’opportuno sdegno nei confronti di questa palese violazione dei diritti umani, ci sono i nostri governanti, a cominciare dal Presidente del Consiglio e dal Ministro degli Esteri.
A loro era rivolto, ed ancora lo è, l’appello lanciato da PeaceLink con la Campagna Guantanamo lo scorso agosto, subito dopo che i Talebani hanno riconquistato Kabu l[2].
Noi non sappiamo se, nei recenti incontri con Biden, Mario Draghi ha parlato di Guantanamo, nè tantomeno se abbia espresso il suo sdegno, di sicuro non lo ha fatto nella maniera formale che chiedeva l’appello.
Venerdì 11 gennaio 2002
Quell’undici gennaio del 2002 era un venerdì, giorno della Jumu’ah per i musulmani. Ovviamente non sappiamo se la scelta di quella data sia stata casuale o meno, troppi fattori entrano in campo nel progettare e portare avanti simili operazioni, cui viene dato anche un alto valore simbolico. Però è un fatto che gli apparati al potere, e quello statunitense in particolare, non disdegnano richiami simbolici che sfiorano spesso l’esoterismo. E non sembra un caso aver cercato la prima data utile in cui “contenere” sia l’11, che richiama esplicitamente gli attentati dell’11 settembre, sia il venerdì, il giorno della settimana sacro per l’Islam [3]
Ed è difficile negare che il Campo di Prigionia di Guantanamo (come quasi tutti le operazioni militari, poliziesche e diplomatiche susseguenti gli attentati alle Torri Gemelle, la cosiddetta Guerra al Terrore [4]) abbia avuto e continui ad avere motivazioni più ideologiche che di sicurezza, con una una buona dose di islamofobia.
Lo dimostrano sia l’inconsistenza della stragrande maggioranza delle accuse nei confronti di quelli che vi sono stati rinchiusi, sia proprio l’abbondanza degli aspetti simbolici di cui è stato caricato il campo: le gabbie; le famigerate tute arancioni; le umiliazioni costanti ed ostentate, con i detenuti fatti inginocchiare e prostrare, deridendone credenze e abitudini religiose. Sembra quasi una scenografia da sbattere in faccia al mondo intero, con buona pace degli stessi regimi musulmani amici, come l’Arabia Saudita.
Campagna Guantanamo
Non solo per questo naturalmente – ma anche per questo – crediamo necessario rilanciare l’appello di Peacelinkin occasione del ventesimo anniversario dell’apertura del lager. Data, quella dell’11 gennaio 2022, che anche negli Stati Uniti molti indicano come occasione non più rinviabile per la Presidenza USA di rimediare alla mancata promessa di Barak Obama, e per lo stesso Biden di dar seguito alla sua dichiarazione del 2009 [5]. Viste le sue attuali difficoltà e i bassi indici di popolarità di cui gode, crediamo molto difficile che ciò possa accadere. Decenni di disinformazione e propaganda mediatica martellante nel creare il “nemico” non si cancellano in poco tempo, e non si cancellano senza una vasta e generalizzata campagna internazionale di denuncia, nella quale anche le posizioni dei “Paesi amici”, popoli e governi, hanno una valenza decisiva.
Riportiamo le schede di Peacelink sul Campo [6] e vari link per chi volesse approfondire, dare una mano alla campagna, promuovere iniziative o semplicemente aderire, firmando l’appello o inviando ai parlamentari la mail rintracciabile sempre nella pagina della campagna.
Alcune informazioni sulla prigione americana di Guantanamo
Origine
Il giorno 11 gennaio 2002 il governo presieduto da George W. Bush, ha aperto un campo di prigionia all’interno della base USA di Guantanamo (a Cuba), finalizzandolo alla detenzione di prigionieri catturati in Afghanistan e in Pakistan, anche tramite extraordinary rendition, ritenuti collegati ad attività terroristiche, coniando il nuovo status di “combattenti nemici illegali”, non contemplato nel lessico del diritto umanitario.
Extraordinary rendition (in italiano traducibile come consegne straordinarie), anche semplicemente rendition, designa un’azione (sostanzialmente illegale o per lo meno “extralegale”) di cattura, deportazione e detenzione. Vengono violati i principi basilari dell’habeas corpus. La cattura è eseguita nei confronti di un “elemento ostile”, sospettato di essere un terrorista. L’utilità di tali rendition sotto il profilo della lotta giudiziaria al crimine è stata spesso messa in dubbio, visto che nessuna Corte considera utilizzabili dichiarazioni rese sotto tortura, men che meno quando sono rese in stato di detenzione in Stati esteri sospetti di estorcere dichiarazioni confessorie. L’illegalità delle rendition è confermata dal processo che si è concluso il 19 settembre 2012 dinanzi alla Corte di Cassazione italiana e che ha condannato definitivamente 23 agenti americani Cia (sono risultati coinvolti anche i servizi segreti italiani).
Status giuridico dei detenuti
I reclusi non sarebbero classificati dal governo USA come prigionieri di guerra, né come imputati di reati ordinari (il che potrebbe garantire loro processi e garanzie ordinarie), ma sarebbero invece ristretti come detainees (detenuti) senza altro dichiarato titolo: un vero e proprio “buco nero legale”. L’allora Segretario della difesa Donald Rumsfeld ha dichiarato che questi prigionieri sarebbero “combattenti nemici” per i quali non si applica “alcuno dei diritti della Convenzione di Ginevra“. Nel gennaio 2002 l’Alto Commissario per i Diritti dell’Uomo dell’ONU, Mary Robinson, ha protestato contro le condizioni di detenzione dei prigionieri.
Detenuti senza accuse né processo
Le autorità degli Stati Uniti hanno approvato nel maggio di quest’anno il rilascio del prigioniero più anziano del carcere di massima sicurezza a Guantanamo. Si tratta di Saifullah Paracha, 73 anni, detenuto dal 2004, senza mai essere stato processato per rispondere ad accuse precise. La pratica della detenzione senza accuse né processo è la caratteristica di Guantanamo. Oltre a lui è stata approvata anche la scarcerazione di Uthman Abd al-Rahim Uthman, yemenita, detenuto a Guantanamo dal 2002 e senza che – anche per lui – sia mai stata formalizzata alcuna accusa. Attualmente il carcere ospita 40 detenuti contro i 700 del 2003, quando si raggiunse il picco. Come l’ex presidente Barack Obama anche Joe Biden vuole chiudere Guantanamo.
Sistematiche violazioni della Convenzione di Ginevra
La struttura detentiva statunitense di massima sicurezza si trova nella base navale USA, sull’isola di Cuba. Il campo è noto all’opinione pubblica mondiale per via delle sistematiche violazioni delle Convenzioni di Ginevra riguardo ai prigionieri di guerra, quali detenzioni a tempo indefinito senza previo processo e torture su prigionieri ritenuti connessi al terrorismo di matrice islamica.
“Interrogatori avanzati” e “forme legalizzate di tortura”
James Mitchell è uno psicologo statunitense, ex membro dell’Aeronautica degli Stati Uniti, e fondò assieme a Bruce Jessen una società che, fra il 2002 e il 2009, ricevette dalla CIA un contratto da 81 milioni di dollari per ideare e sperimentare “forme legalizzate di tortura”, per “interrogatori avanzati”.,
Torture
Valga per tutti quanto è avvenuto a Ahmed Rabbani, appeso per i polsi e torturato per 540 giorni. Questo è il suo racconto:
“Sono stato ancora sottoposto alle “tecniche” di Jessen e Mitchell per 540 giorni. Queste tecniche includevano la sospensione del mio corpo, appeso per i polsi e poi calato in un buco in modo che i miei piedi potessero a malapena toccare il terreno. Sono stato lasciato nell’oscurità totale per giorni, forse una settimana. Senza cibo. In punta di piedi nei miei escrementi. Più tardi ho appreso che questo era qualcosa che Jessen e Mitchell avevano raccolto dall’Inquisizione spagnola, lo “strappado” lo chiamavano. Il dolore era lancinante”.
Tentativi di chiusura della prigione
Nel dicembre 2008 iniziò a essere affrontato il problema della chiusura della prigione, dopo che il neoeletto presidente Barack Obama aveva manifestato tale intenzione. Il 21 gennaio 2009 il presidente statunitense firmò l’ordine di chiusura del carcere. Ma c’è stato il voto contrario del Senato degli Stati Uniti, il quale, con 80 voti sfavorevoli e 6 favorevoli, ha respinto il piano di chiusura.
La posizione di Amnesty International
L’11 gennaio 2021 Amnesty International ha preso nuovamente posizione sul carcere di Guantanamo facendo un appello a Joe Biden, che nel 2009 si espresse per la chiusura. Questo è il testo pubblicato sul sito italiano di Amnesty International.
In occasione dell’ingresso nel ventesimo anno di operatività e mentre un nuovo presidente sta per insediarsi alla Casa Bianca, Amnesty International ha diffuso un nuovo rapporto sulle violazioni dei diritti umani ancora in corso nel centro di detenzione di Guantánamo Bay.
“Il nostro rapporto non riguarda solo le 40 persone ancora detenute, ma anche i crimini di diritto internazionale commessi a Guantánamo negli ultimi 19 anni e la continua mancanza di accertamento delle responsabilità. Riguarda allo stesso tempo il futuro, dato che nel 2021 saranno trascorsi 20 anni dagli attacchi dell’11 settembre e dall’inizio della ricerca di una giustizia autentica”, ha dichiarato Daphne Eviatar, direttrice del programma Sicurezza e diritti umani di Amnesty International Usa.
Il rapporto descrive tutta una serie di violazioni dei diritti umani commesse ai danni dei detenuti di Guantánamo, dove ancora oggi vittime di tortura sono trattenute a tempo indeterminato, senza cure mediche adeguate e in assenza di un processo equo. I trasferimenti si sono fermati e anche i detenuti per i quali è stato deciso il rilascio anni fa restano lì.
Il centro di detenzione di Guantánamo è stato aperto nel contesto della “guerra globale al terrore”, la risposta statunitense agli attacchi dell’11 settembre, con l’obiettivo di ottenere informazioni d’intelligence a spese delle tutele sui diritti umani.
Nei confronti di persone sottratte alla supervisione giudiziaria e trattenute a Guantánamo o in centri segreti di detenzione diretti dalla Central intelligence agency (Cia), sono stati commessi crimini di diritto internazionale come torture e sparizioni forzate.
Il rapporto di Amnesty International chiede un genuino e urgente impegno in favore della verità, dell’accertamento delle responsabilità e dei rimedi giudiziari insieme al riconoscimento che la detenzione a tempo indeterminate a Guantánamo non può proseguire oltre.
“Le persone ancora detenute a Guantánamo sono inesorabilmente intrappolate a causa di multiple condotte illegali dei governi Usa: trasferimenti segreti, interrogatori in regime d’isolamento, alimentazione forzata durante gli scioperi della fame, torture, sparizioni forzate e il totale diniego del diritto a un giusto processo”, ha commentato Eviatar.
Nel 2009, in occasione della Conferenza sulla sicurezza di Monaco, l’allora vicepresidente e ora presidente eletto Joe Biden dichiarò: “Rispetteremo i diritti delle persone che vogliamo portare a processo e chiuderemo il centro di detenzione di Guantánamo Bay (…) I trattati e gli organismi internazionali che edifichiamo devono essere credibili ed efficaci”.
Dodici anni dopo, mentre si appresta a diventare presidente degli Usa, Biden ha l’occasione per dare seguito alle sue parole. Non deve perderla.
- Wikipedia
- Amnesty International
- Repubblica 22/1/2020
- Repubblica 21/5/2021
Testo dell’appello
Al Presidente del Consiglio Mario Draghi
Gentile Presidente,
in questo delicato momento in cui si invoca il rispetto dei diritti umani in Afghanistan, noi crediamo che sia importante dare il buon esempio chiedendo al tempo stesso che venga posta fine alla violazione dei diritti umani nella prigione di Guantanamo, gestita dagli Stati Uniti a Cuba.
E quindi le scriviamo affinché lei richieda formalmente al Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, un gesto importante e altamente significativo come la chiusura della prigione di Guantanamo.
Amnesty International non solo ne chiede la chiusura ma chiede che vengano processati i responsabili di quella vergognosa e criminale esperienza di sospensione del diritto umanitario. Noi concordiamo con tale richiesta di Amnesty International.
Non si può essere credibili nel chiedere ai talebani il rispetto dei diritti umani se poi noi quel rispetto non lo chiediamo agli Stati Uniti.
Quella prigione è come la Bastiglia e non ha più ragione di esistere. È il simbolo odioso delle torture e degli abusi, in aperta violazione delle Convenzioni di Ginevra, compiuti in nome della lotta al terrorismo. Quell’orribile prigione, quella vergogna della storia non ha più alcun appiglio per restare in piedi.
Le chiediamo pertanto di rispondere a questa nostra richiesta di giustizia internazionale. Oggi – in questo contesto di grandi cambiamenti – la chiusura del carcere di Guantanamo ha molta più possibilità che in passato di avvenire. Farebbe onore all’Italia, a cui tra l’altro era stato affidato il compito di riformare il sistema giudiziario in Afghanistan, farsi promotrice, anche in seno all’Unione Europea, di un passo verso la giustizia e il rispetto dei diritti umani.
Per essere credibili in Afghanistan bisogna dare il buon esempio a casa propria.
Distinti saluti
Primi firmatari
Vittorio Agnoletto, Gianni Alioti, Lino Balza, Angelo Baracca, Mauro Biani, Patrick Boylan, Annamaria Bonifazi, Tiziano Cardosi, Chiara Casella, Adelmo Cervi, Marcella Costagliola, Fabrizio Cracolici, Giorgio Cremaschi, Massimo de Magistris, Adriana De Mitri, Tonio Dell’Olio, Alessio Di Florio, Irma Dioli, Antonino Drago, Domenico Gallo, Lidia Giannotti, Agnese Ginocchio, Fulvia Gravame, Francesco Iannuzzelli, Mimmo Lucano, Linda Maggiori, Gianfranco Mammone, Fabio Marcelli, Alessandro Marescotti, Aniello Margiotta, Francesco Monini, Moni Ovadia, Elio Pagani, Domenico Palermo, Maria Pastore, Gaia Pedrolli, Enrico Peyretti, Maurizio Portaluri, Olivier Turquet, Laura Tussi, Alex Zanotelli
MODELLO DI LETTERA DA INVIARE AI PARLAMENTARI
Gentile onorevole/senatore,
mi chiamo *** *** e collaboro con la Campagna Guantanamo.
Dall’inizio di settembre abbiamo avviato la Campagna Guantanamo per fare pressione sul Governo italiano affinché chieda a Joe Biden la chiusura del carcere americano di Guantanamo e il rispetto delle norme internazionali a tutela dei prigionieri. I reclusi non sono classificati dal governo USA come prigionieri di guerra né come imputati di reati ordinari; vengono torturati e trattenuti a tempo indeterminato in assenza di un processo equo e senza cure mediche adeguate.
Approfondimenti
Detenuti senza processo
Torture
https://www.repubblica.it/solidarieta/diritti-umani/2020/01/22/news/guantanamo-246411556/
La testimonianza degli psicologi che idearono il programma di torture della CIA
https://www.valigiablu.it/guantanamo-torture-prigionieri-psicologi/
Il buco nero che nessuno vuole chiudere
https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/01/25/guantanamo-il-buco-nero-che-nessuno-vuole-chiudere/6076916/
Dopo aver subito 14 anni di carcere e torture a Guantanamo scrive una favola di pace
https://www.peacelink.it/cultura/a/48709.html
Mobilitiamoci come pacifisti per chiudere la prigione di Guantanamo
https://lists.peacelink.it/news/2021/08/msg00017.html
In Bottega
https://www.labottegadelbarbieri.org/chiudere-la-prigione-di-guantanamo/
https://www.labottegadelbarbieri.org/torturare-e-farla-franca/
https://www.globalproject.info/it/mondi/rivolta-di-guantanamo-4-in-fin-di-vita/14130
https://www.repubblica.it/esteri/2016/03/23/foto/dentro_guantanamo_il_reportage-136161657/1/
https://cheguevara.forumfree.it/?t=68470640
https://it.insideover.com/terrorismo/carcere-guantanamo-oggi.html
https://it.wikipedia.org/wiki/Base_navale_di_Guant%C3%A1namo
La posizione di Luigi di Maio
https://www.ildubbio.news/2020/11/03/di-maio-sogna-guantanamo-ma-noi-abbiamo-gia-il-41bis/
[1] “Alcuni di voi potrebbero pensare “i miei elettori non mi chiedono mai di Guantanamo” e avreste ragione. La maggior parte dell’America ha dimenticato Guantanamo. Ma ascoltatemi quando vi dico che i nostri nemici non l’hanno fatto.” Maggiore Generale Michael R. Lehnert, in pensione, alla Commissione di Giustizia Senato USA del 7.12.2021 https://campagnano-rap.blogspot.com/2021/12/chiudere-guantanamo-mettere-fine-20.html
[2] https://www.peacelink.it/peacelink/pagina-web-della-campagna-guantanamo
https://lists.peacelink.it/dirittiglobali/2021/08/msg00011.html
Video della campagna: https://www.youtube.com/watch?v=7l0wh9fOofo&t=21s
[3] “È un giorno benedetto che è stato designato come tale da Dio, l’Onnipotente; nessun altro giorno della settimana condivide le sue virtù.” https://ilmusulmano.it/perche-il-venerdi-e-il-giorno-sacro-nell-islam
[4] https://jacobinitalia.it/linnesco-della-guerra-al-terrore/
https://www.ilpost.it/2021/09/10/guerra-al-terrore-11-settembre/
[5] “Nel 2009, in occasione della Conferenza sulla sicurezza di Monaco, l’allora vicepresidente e ora presidente eletto Joe Biden dichiarò: “Rispetteremo i diritti delle persone che vogliamo portare a processo e chiuderemo il centro di detenzione di Guantánamo Bay (…) I trattati e gli organismi internazionali che edifichiamo devono essere credibili ed efficaci”.” https://lists.peacelink.it/dirittiglobali/2021/08/msg00011.html
[6] Il Campo è all’interno della Base Navale di Guantanamo, enclave militare USA a Cuba, in locazione perpetua agli Stati Uniti dal 1903 (Guantanamo Bay Naval Base, indicata anche con l’acronimo GTMO)
Libri
* Carlo Bonini, Guantanamo. Usa, viaggio nella prigione del terrore, Einaudi, 2004
* Clive Stafford Smith, L’inferno di Guantanamo. I segreti di una prigione, i segreti di una nazione, Newton Compton Editori, 2008
* Mohamed Ould Slahi, I Diari di Guantanamo, Neri Pozza, 2018 Dal libro è stato tratto il film con Jody Foster The Mauratianian
* Youssef Ziedan, Guantanamo, Neri Pozza ed., 2018
Cinema
* The Mauritanian, regia di Kevin Macdonald, 2021
* Camp X-Ray, regia di Peter Sattler, 2014
* Taxi to the dark side, regia di Alex Gibney, 2007
* The road to Guantanamo, regia di Michael Winterbottom e Mat Whitecross, 2006
Teatro
Compagnia Teatrale Kivo Teatro, di Roma, Guantanamo – Errore di Sistema, scritto e diretto da Matteo Pantani, Sonia Remorini e Mariano Viggiano