editoriali

Gesù, bambino

di Roberto
Musacchio

De André e Saramago mi vengono in soccorso in questo Natale che è tra i più tremendi da vivere come persone nel mondo.

Un mondo in guerra dove non c’è né pietà né giustizia.

De André canta, di dio, il suo essere uomo, invenzione dell’uomo, strumento del potere, disperazione e speranza.

Saramago ci porta in viaggio con Caino e Cristo, anche ironicamente, tra passioni e tormenti della realtà umana, in rapporto alla vita ed alla morte.

Voglio allora pensare a Gesù, bambino. Con una virgola a segnalare tutto ciò che i bambini stanno soffrendo in questo tempo di orrori.

Una virgola a separare anche il suo destino dal diventare un dio per il quale uccidere e morire.

A dire che neanche i 33 fatidici anni sono concessi a chi muore oggi per le bombe o, addirittura, nelle incubatrici.

Non si uccidono i bambini dovrebbe essere il primo dei comandamenti laici che ci diamo.

Invece un mondo di vecchi malvissuti (anche Manzoni ci dice della nostra condizione) resi dominanti da un capitalismo fattosi barbarie, bestemmia ed uccide.

I mercanti di armi hanno invaso il tempio. Con loro gli spacciatori di denaro, di antidoti, di deficienze artificiali, di suprematismi aberranti.

Come Erode non vogliono che i bambini sopravvivano e magari li scaccino.

Ad un certo punto della nostra storia una buona novella provò a farsi realtà capace di liberarci dagli incubi, farci diventare grandi.

È stata certo tradita ma soprattutto uccisa come i bambini nella culla perché i dominanti non possono accettare di essere spodestati.

Ma pezzi di questo racconto restano tra noi. Tra i versi di De André e i racconti di Saramago. In chi lotta e spera che i bambini possano tornare a fare ciò che gli spetta, diventare grandi.

Roberto Musacchio

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2 Commenti. Nuovo commento

  • Sandro Morelli
    20/12/2023 17:03

    Grazie, Roberto. Hai interpretato con straordinaria sensibilità il sentimento delle donne e degli uomini ‘di buona volontà’ che non vogliono arrendersi al pessimismo dell’intelligenza ma non sanno più che fare per fermare tutto questo orrore. L’augurio è: non arrendiamoci e cerchiamo ancora una strada.

    Rispondi
  • Antonio Versari
    21/12/2023 13:56

    È una bella riflessione.
    Solo una precisazione: secondo me il capitalismo non si è fatto barbarie, il capitalismo È barbarie.
    Buone feste

    Rispondi

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