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Focus Europa

di  
transform!italia

Come transform! italia siamo impegnati a promuovere l’interesse sulle questioni europee e la dimensione politica continentale nel dibattito della sinistra in Italia, per questo abbiamo intenzione di raccogliere le proposte e i programmi che le varie forze politiche e intellettuali delle varie sinistre in Europa stanno sottoponendo agli elettori europei per le prossime elezioni. Siamo ben consapevoli che ogni programma elettorale ha una valenza nazionale e da quella dimensione ne è scaturito, ma siamo anche certi che si possano trovare caratteri e impostazioni che possono essere generalizzati e essere di aiuto ad una discussione su ciò che la sinistra nel nostro paese e a livello europeo possa e debba fare.

Naturalmente non sarà una semplice ripubblicazione, ma abbiamo intenzione di sottoporre a una critica analisi ogni proposta e, se possibile anche raccogliendo le opinioni di chi ci segue, aprire una discussione dentro e fuori di noi. Iniziamo questa “rubrica” con un articolo di Giancarlo Scotoni.

Iniziamo questo percorso dalla proposta che ci arriva dal forum delle Alternative di Bilbao

E dal programma elettorale per le elezioni europee di France Insoumise

 

Da Bilbao e Femminismo

di Giancarlo Scotoni

L’appello del Forum Europeo di Bilbao pone al secondo punto del suo invito alla mobilitazione i diritti delle donne, proponendosi di difenderli, inoltre si propone i fini del combattere le discriminazioni verso le persone LGBTQI e del superamento delle differenze di trattamento civile e sociale. Degli altri punti Il primo riguarda la redistribuzione della ricchezza e l’ambiente, il terzo la pace e il quarto la democrazia e il rispetto della sovranità popolare.

Prendendo a pretesto questa disposizione, codesta è migliore di quella che sarebbe stata l’accorpamento al quarto punto delle lotte delle donne e delle persone LGBTQI, assieme ai diritti civili, ma…

Le lotte delle donne possono dirci che il riconoscimento pieno del conflitto sessuato è essenziale per disporre le lotte sul terreno dello scontro tra umanità presente/futura e sistema sociale vigente, per aggredire i nodi dell’alienazione capitalistica senza rimandare al domani la costruzione di una dimensione di liberazione. Infatti le lotte delle donne e delle persone LGBTQI fuoriescono dal quadro della difesa dei diritti, sebbene possano esprimersi anche attorno a determinate lotte per singoli diritti (aborto, parità di retribuzione…).

I momenti di liberazione degli esseri umani si sono sviluppati su un radicale riconoscimento delle differenze senza tentare di renderle compatibili a un progetto e accettandone l’irriducibilità. Quando queste differenze sono state annullate dentro un bene generale (della lotta, della rivoluzione…) l’esito è stato irrimediabilmente catastrofico: i motivi impliciti del successo rivoluzionario sono scomparsi dallo spazio della realtà suscettibile di trasformazione e il discorso, l’esegesi, l’evocazione ne hanno preso il posto.

Ci si può chiedere se una semplice rielaborazione dell’appello sarebbe stata possibile, senza la pretesa di compiere forzature: un allerta agli uomini, alle donne, agli altri di Europa si sarebbe potuto rivolgere direttamente a loro, non come sfaccettature di una problematica ma come i soggetti che trasformano la problematica in possibilità di cambiamento. E qui la dimensione europea assume la sua connotazione concreta verso la dimensione universale dei diritti.

Se fosse possibile rivolgersi direttamente agli uomini, alle donne, agli altri come ai fratelli e alle sorelle di una insopprimibile tradizione di liberazione, se accanto alla prefigurazione di terreni di lotta si riuscissero a nominare in concreto la guerra degli uomini contro le donne, l’avvelenamento delle popolazioni, l’estrazione di valore in forma di immiserimento delle persone si guadagnerebbe in chiarezza e ci si potrebbe spogliare di molti ingombranti cappotti e –forse- oltre che riconoscere si potrebbe essere riconosciuti.