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Faremo la fine di Tuvalu

di Marino
Calcinari

Altro che SF “distopica”, è il modello neoliberista cui il Pianeta sembra essersi attivamente conformato, che sta producendo quell’ alterazione climatica che sta distruggendo le condizioni materiali e di vita in ogni parte del globo, la guerra fa paura ma dato che ormai nessuno considera più questo stato d’animo come espressione o manifestazione di intelligenza , anziché mobilitarsi  per sviluppare  iniziative di massa piu’ forti, condivise e coerenti  hanno buon gioco i guerrafondai di ogni tendenza e colore ad imporre col cinismo di una sedicente ideologia globalista un esito del tutto diverso:  politiche di aggressioni militari , devastazioni ambientali, cancellazione di  diritti sociali, riproposizione fanatica di integralismi religiosi, politiche di genocidio e suprematismo,  nonchè  le più diverse intolleranze e discriminazioni sociali , politiche , culturali e di lavoro , anche di orientamento sessuale, in ossequio a quelle logiche di comando e di controllo che il neofascismo globale , approdo inevitabile della corruzione della politica ha fatto proprio , calpestando e rendendo obsoleta ,di fatto  inesigibile  la stessa idea di democrazia, cioè di un governo e di un sistema parlamentare fondato su una visione generale di società e su di un patto costituente che governa  e si fa garante di un mandato politico , di rappresentanza e di garanzia  per tutti i cittadini . Quel modello che prefigurava , dall’ ottocento ad oggi l’ asse portante di una società liberale o liberaldemocratica, con connotazioni di democrazia sociale avanzata ( non una dittatura del proletariato ) è stato messo in soffitta , quando non è stato travolto e sconfitto sul campo dalla pervasività e dalle ingerenze politiche e militari delle Grandi potenze , e soprattutto dalla Nato protesa ad est e dalla Russia di Putin risospinta verso nuove forme di zarismo ed autocrazia    ma qui siamo ben oltre le piu’ catastrofiche previsioni di Gunther Anders, (lo scrittore de “L’ uomo  antiquato”)  o i racconti di SF dei fratelli Strugacki, la realtà è quella in cui  prevalgono le multinazionali, l’ IA, ed un controllo militare dal bilanciamento insicuro ma che è causa e motore di tutte le contrapposizioni armate globali che stanno  facendo implodere il pianeta. Guerra guerreggiata ,crisi locali che si  estendono e violenze del passato che ritornano anche nel cuore d‘ Europa. Ma non dobbiamo rassegnarci, A distanza di qualche mese ritengo che l‘ ispirazione di PACE TERRA DIGNITA’ non debba  andare perduta, ed è al futuro  , ad un lavoro collettivo che bisogna guardare .

Cosa c’entra allora l’isola del pacifico che risponde al nome di  Tuvalu?  E’ una vittima incolpevole di quella geopolitica marittima che tiene assieme politiche di sfruttamento dei territori insulari ed oceanici, nonchè  le pulsioni predatorie per il controllo delle risorse che si trovano nei fondali marini . Vediamo il primo caso. Tuvalu ,  ex colonia britannica ha ottenuto l’ indipendenza nel 1978, ma ancora adesso mantiene la bandiera dell’ UK con le nove stelle delle altrettante isole che formano l‘ atollo. Abitato da  10mila abitanti, a Tuvalu non ci sono partiti politici, ma funziona un microparlamento di 13 membri… In tema ambientale già alla fine del secolo scorso erano stati fatti progetti di riforestazione ed utilizzo di energia solare, ma di converso nella laguna principale, quella di Funafuti,  si iniziò a praticare una pesca eccessiva, in parte giustificata  da una imprevista  crescita demografica ,e non si penso’ di proteggere le ricche riserve di pesca  con una legislazione adeguata ma si consentì di aprire quel settore a navi straniere, e  i cambiamenti climatici  dell’ effetto serra si tradussero in più frequenti cicloni . A  vent’ anni da allora il pericolo della sommersione di Tuvalu non è piu’ una ipotesi ma una tragica realtà ,il livello del mare intorno a Tuvalu è aumentato di quasi 10 centimetri negli ultimi 30 anni, e si prevede che aumenterà nuovamente di 10 centimetri , o più entro il 2050.  Il fenomeno è irreversibile ma l’ isola continuerà ad esistere… digitalizzata  nel Metaverso (sic); nel frattempo – la notizia è dell’ anno scorso-i tuvaliani potranno stabilirsi in Australia, il governo di Canberra ha infatti garantito “diritti speciali” per consentire ai profughi climatici di vivere e lavorare sul suolo del loro Continente australiano. Ma  nel frattempo a quante Tuvalu dovremmo assistere?

Il secondo caso è quello di Nauru, in assoluto la piu’ microscopica repubblica del mondo, 4mila km a nordest dell’ Australia (21,2 km quadrati), ma la scoperta di ricchi filoni di fosfato hanno facilitato la monocultura inglese di sfruttamento intensivo che ha depauperato l’ isola di questa risorsa, pure arricchendo in parte i nativi  ed oggi vista dall’ alto l’isola si presenta come un paesaggio lunae, ma l’ accertata presenza, nei fondali marini di terre rare ed altri metalli preziosi (manganese, nichel,  rame e cobalto) ha fatto ripartire gli appetiti delle multinazionali. La TMC (The Methals company) del Canada si è assicurata tre contratti di esplorazione per   i  tre piccoli stati di onga , Kiribati e appunto Nauru , ma i giovani che avrebbero voluto restare a scavare i fosfati in superficie, difficilmente accetteranno di indossare la tuta e gli scafandri ..

Ecco , anche qui in Europa, i problemi, globali , sono declinati nelle nostre realtà locali con altri termini ed è con essi che ci dobbiamo misurare.  A cominciare  dall’ emergenza democratica, imposta non solo dal quadro politico e di governo ma dalla collocazione (antieuropeista  a Bruxelles, nazionalista/secessionista nella versione nero/verde) delle forze politiche  che hanno difatto monopolizzato a destra un risultato dove le forze di sinistra, salvo poche eccezioni sono in minoranza e dove poca voce hanno le istanze che cercano di rappresentare la drammaticità delle questioni sociale , ambientale , culturale che si allargano a macchia d‘ olio sul Vecchio Continente

Nell’ attesa ( ma non staremo con le mani in mano ad assistere all’ ecocidio)  consigliamo la lettura di un libro di Sabina Guzzanti edito nel 2019. Un breve incipit : “E’ il 2119, e dopo una lunga serie di catastrofi ambientali, pandemie e sconvolgimenti di ogni sorta, i superstiti sono stati costretti  a sottomettersi ad un regime ingiusto ma stabile, liberamente ispirato al feudalesimo . La società è formata da un centinaio di milioni di arcimiliardari  onnipotenti e tre miliardi di migranti ambientali senza diritto di voto, raggruppati in grandi campi di accoglienza,  sui lembi di terra risparmiati dall’ innalzamento delle acque. Fra i ricchissimi la fanno da padroni  gli azionisti del Consorzio delle Multinazionali che controllano il web.”

Non cita Elon Musk, ma è lì , davanti ai nostri occhi, l’ epitome di una catastrofe possibile, non distopica ma  quantomai concreta.

 

Marino Calcinari

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