L’aveva preannunciato in una intervista a Repubblica quando non sapeva (?) ancora di fare il segretario.
Letta ha deciso di rincorrere, anzi superare, i Cinquestelle sul vincolo di mandato.
Negli stessi giorni in cui vota il condono con la Lega il Pd si conferma di saper prendere il peggio ovunque sia pur di raccattare consensi.
La libertà di mandato degli eletti è una prerogativa costituzionale. Un’altra delle regole cadute nel mirino di chi la Costituzione la piccona da tempo. Fa parte di una costruzione democratica in cui partecipazione ed esercizio del mandato (con disciplina ed onore, dice l’art.54 della Carta) stanno in un rapporto stretto.
Questa costruzione è stata aggredita. Con lo scioglimento dei partiti di massa; col maggioritario; col governismo; col taglio della rappresentanza e il presidenzialismo nelle assemblee locali; col taglio del Parlamento; con i regolamenti capestro.
Soprattutto, con l’aver fatto di tutto per espungere ogni reale alternativa, ogni scelta difforme da quella del vincolo esterno e del pilota automatico.
Infatti è stata cambiata la Costituzione sfregiandola col pareggio di bilancio.
Ma è stata anche sfregiata con quella modifica dell’articolo quinto che ha deformato lo Stato ordinamento in un un’ordinamento neofeudale con tanti cacicchi regionali. E peggio si vorrebbe fare con l’autonomia differenziata.
Per non parlare delle leggi elettorali, cambiate ad uso del delfino del momento e sempre con la volontà di escludere.
Anche su questo Letta ha dato subito il peggio di sé con la proposta di ritorno al Mattarellum, cioè l’origine del male della Seconda Repubblica. Allora, la prima volta nel ’94, la gioiosa macchina da guerra occhettiana fu sbaragliata da Berlusconi. Tornò al governo il Pds grazie alla lotta contro la controriforma pensionistica del Cavaliere. Salvo deformare quella lotta con un ribaltone parlamentare in cui concesse a Dini la controriforma negata a Berlusconi. Letta di governi che fanno controriforme e tagli se ne intende visto che apprezzò molto Monti e lui stesso presidiette un ministero con dentro Berlusconi entrambe le compagini capaci di distinguersi nel peggio.
E infatti sta al governo con Draghi.
Dunque Letta propone di colpire i voltagabbana, fenomeno enormemente cresciuto nella sua Seconda Repubblica, confinandoli al gruppo misto senza soldi (qualcosa di simile già c’è purtroppo col regolamento del Senato). Dice che è come nella UE. Non è così. In realtà al Parlamento europeo si possono costituire nuovi gruppi in qualsiasi momento, basta avere i requisiti numerici di eletti e Paesi rappresentati. E lui stesso, Letta, nella intervista che richiamavo, auspicava l’ingresso di Salvini nel gruppo del PPE. Cioè un cambio di casacca.
Ma torniamo all’Italia. Queste proposte punitive vengono fatte dopo che il Pd ha votato il taglio del Parlamento tradendo in blocco il suo mandato elettorale. E dopo che ora Letta propone il Matterellum tradendo l’impegno preso dal Pd al momento di tradire il mandato elettorale votando il taglio.
E avviene dopo che i Cinquestelle hanno governato prima con la Lega, poi col PD, poi con entrambi chiedendo il mandato non agli elettori ma ad una piattaforma e espellendo chi non era d’accordo.
Altro che rispetto del mandato degli elettori. Qui si minaccia chi non obbedisce ai voleri mutanti del capo di turno.
Ormai la democrazia italiana è in crisi profonda.
Abbiamo documentato come la rappresentanza nelle sedi legislative sia ormai percentualmente ai livelli più bassi d’Europa.
I consigli regionali addirittura i meno rappresentativi e in mano a sedicenti governatori.
Leggi elettorali con sbarramenti e regole escludenti.
In più durante la pandemia si ha lo stato di emergenza più lungo al Mondo (pari solo alle Filippine) con il record di decreti e si è votato solo per tagliare il Parlamento.
In tutto il Mondo, dagli USA all’Olanda pochi giorni fa, si è votato ricorrendo a voto a distanza e misure di sicurezza. Qui gli stravolgitori di Costituzione rinviano elezioni in regioni e grandi città, fanno tre governi diversi, ma si guardano bene dal varare norme appunto per il voto sicuro.
Veramente ci vuole un vaccino per questa nostra democrazia malata. Sta a noi produrlo e diffonderlo.
1 Commento. Nuovo commento
Sante parole… Dobbiamo darci da fare, tutti insieme!