Invito l’On. De Maria a fare la pace con sé stesso, con il Diritto e con il senso delle parole. Non può dichiararsi, come ha fatto oggi rispondendo alle polemiche sul suo disegno di legge, per la depenalizzazione della cannabis e poi proporre di aumentare le pene per i fatti lievi di spaccio parificandoli – proprio per la cannabis – alle condotte non lievi. In questo modo determina un assurdo giuridico (cancellando de facto la lieve entità per cannabis), e confligge con il senso delle parole. Depenalizzare infatti significa fare l’esatto contrario. Cercare di limitare l’assurdo e pesantissimo giogo penale che caratterizza le politiche sulle droghe in Italia, lavorando per un governo sociale del fenomeno, anche attraverso la regolamentazione legale. Il resto si chiama proibizionismo.

Mi auguro che il Partito Democratico e la sua Segretaria Schlein, che nelle elezioni primarie da cui è uscita vittoriosa ha speso parole importanti per la legalizzazione e la decriminalizzazione, diano seguito a questa impostazione. E’ necessario aprire un confronto sia all’interno del Partito – che evidentemente ne ha bisogno – ma anche con la Società Civile che sul tema è impegnata e con i cittadini, al fine di sostenere una proposta riformatrice che si opponga al populismo penale e alla ventata repressiva del Governo Meloni.