Qualcuno dirà che sono antiamericano o peggio ancora un idiota che si fa dominare da anacronistiche ideologie. Io però citerò una serie di fatti, su uno dei quali mi fermerò in conclusione per motivare la mia assoluta mancanza di fiducia nei confronti degli USA. Sono certo che le conoscete meglio di me, ma val la pena di ricordare ugualmente le guerre che hanno avuto come protagonisti gli USA dalla fine del secondo conflitto mondiale. Tante direi, anzi sinceramente troppe. Sarà un intervento lungo, che ritengo però necessario.
1950, Corea, Presidente Truman. Dopo che truppe cinesi invadono il sud della penisola coreana, l’ONU, che oggi sarebbe un covo di terroristi arabi, dà mandato agli USA di intervenire. È il primo conflitto armato della “guerra fredda” e credo di non sbagliare se affermo che Truman non chiese al Congresso USA alcuna autorizzazione perché, sostenne, non ce n’era bisogno; la risoluzione dell’ONU bastava e avanzava. Non so se avesse ragione, so che non fu una scelta democratica, ma ci ricorda l’importanza che aveva e dovrebbe avere l’ONU.
Dopo di lui, altri presidenti seguiranno questa via.
Anni Sessanta. Dopo un crescente coinvolgimento nella guerra iniziata dai francesi in Indocina contro i guerriglieri di Ho Chi Minh, all’inizio degli anni Sessanta Kennedy aumenta i consiglieri militari in Vietnam. Erano alcune centinaia e divennero più 15.000. Johnson trasforma poi il coinvolgimento in guerra aperta, profittando di un incidente navale avvenuto nel Golfo del Tonchino con una nave da guerra USA attaccata. Un attacco nel quale le ombre sono molto più fitte delle poche luci. Passata alla storia come guerra del Vietnam, la tragedia è chiusa da Richard Nixon quando diventa chiaro che gli innumerevoli crimini di guerra non bastano a domare il nemico.
Pochi anni dopo si apre la stagione delle invasioni. Nel 1983 tocca a Grenada, invasa per timore che un regime comunista affianchi quello di Cuba. Di lì a pochi anni, nel 1990, se ricordo bene, c’è l’invasione di Panama che va liberata dal dittatore Noriega, una ex creatura degli Usa. Segue nel 1990-91 la “Guerra del Golfo”, contro l’Iraq, per punire un ex amico indisciplinato. Appena un anno dopo è il turno della Somalia, dalla quale gli USA si ritirano dopo aver causato un autentico disastro. Al 1994 risalgono i bombardamenti sulle città dei serbi della Bosnia. Al 1999 risale la tragedia del Kosovo.
Nel 2001 gli USA invadono l’Afghanistan. Stavolta l’obiettivo sono i terroristi, ma dopo due decenni di guerra, tornano a casa con un nulla di fatto senza aver capito che il terrorismo è figlio delle politiche di rapina dell’Occidente e la guerra lo rafforza.
Nel 2011 tocca alla Libia, in preda a una guerra civile. Gli USA fanno parte di una coalizione internazionale che abbatte il regime di Gheddafi e lascia il Paese in una condizione di gran lunga peggiore di quando c’era il dittatore, che viene linciato.
Ho lasciato per ultimo il capolavoro di disprezzo per il diritto internazionale e di malafede dell’unico Paese che ha fatto ricorso all’arma atomica: la seconda guerra del Golfo. Nel 2003, se non sbaglio, è George W. Bush a decidere l’invasione dell’Iraq, considerato un covo di terroristi. Per abbattere il regime di Saddam Hussein gli USA e i loro complici inglesi esibiscono prove false, secondo. le quali l’Iraq sarebbe in possesso di armi di distruzione di massa. È una menzogna che consente la guerra, dopo che un embargo feroce ha impedito che gli ospedali iracheni ricevessero medicinali.
Non è stato possibile calcolare il numero dei bambini morti di fame e per mancanza di cure mediche. Saddam Hussein è assassinato e la sua impiccagione è trasmessa in diretta TV. Subito dopo Lucia Annunziata dimostra che l’ultima grande battaglia del conflitto è stata vinta grazie all’uso di un’arma proibita che non fa danni materiali ma risucchia l’ossigeno, soffocando i soldati morti ma illesi nei loro carri armati perfettamente funzionanti. Tralascio per carità di patria la squallida propaganda di guerra basata sulla polverina bianca e velenosa – l’antrace – trovata quotidianamente sulle giacche di decine di alti funzionari americani.
Agli USA non credo non per questioni ideologiche ma perché sono abituati a mentire. Anche oggi lo fanno, fingendo di litigare col governo israeliano al quale forniscono armi e tecnologia e col quale preparano l’attacco all’Iran, che tra l’altro è alleato della Russia e probabilmente importante fornitore di armi per le truppe di Putin.
Una doppiezza abituale – chi non ricorda il Cile di Allende? – sulla quale occorrerebbe riflettere molto seriamente, invece di difendere l’indifendibile.
Giuseppe Aragno
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Aggiungo una relazione datata ma corposa delle ingerenze USA nel mondo dalla sua fondazione in poi… al link:
https://lists.peacelink.it/pace/msg04992.html