Colleferro, Anagni città d’armi e di mobilitazione contro la guerra.
Il progetto europeo di espansione dell’industria bellica e di incremento della sua produzione, si invera nel territorio martoriato della valle del Sacco, tra le città di Colleferro ed Anagni, con l’insediamento di un nuovo sito di produzione, finanziato dal programma ASAP, parte dell’ European Defence Fund (EDF).
Il programma ASAP – The Act in Support of Ammunition Production -1 mira a incrementare la capacità di produzione di munizioni in tutta Europa, aiutando così gli Stati membri a riempire le loro scorte e a consegnare munizioni all’Ucraina, anticipando strozzature e carenze nelle catene di approvvigionamento della difesa. Il programma ha attualmente individuato progetti con un bilancio superiore a € 500 milioni per stimolare la produzione di munizioni nei seguenti settori:
- Esplosivi con un portafoglio di progetti del l’ordine di 124 milioni di euro;
- Polveri con un portafoglio di progetti del l’ordine di 248 milioni di euro;
- Shells con un portafoglio di progetti del l’ordine di 90 milioni di euro;
- Missili con un portafoglio di progetti del l’ordine di 50 milioni di euro;
- Certificazione di collaudo e ricondizionamento per circa 2 milioni di euro.
È questo il programma di cui siamo venuti a conoscenza, quando si è sparsa la notizia della realizzazione di uno stabilimento di produzione bellica. nel sito che era della Winchester nel comune di Anagni. Il sito di Anagni è uno dei 32 previsti dal programma ASAP2.
Lo stabilimento produrrà nitrogelatina, sarà la Società KNDS Ammo Italy SpA, capofila del progetto RALLO 3 che finanzia cinque società per un complesso di 41 388 025,99 euro, al progetto italiano vanno 24 599 570,98 euro. È interessante contare come al progetto RALLO partecipino, oltre alla KNDS AMMO Italy e France, le altre tre società siano in Norvegia, Finlandia e Lettonia.
La KNDS Ammo Italy SpA ha il suo principale sito a Colleferro, conosciuta come Simmel Difesa SpA prima di essere acquisita dalla KNDS, dove verrà utilizzata la nitrogelatina prodotta nello stabilimento di Anagni. Il programma ASAP è parte dell’ European Defence Fund (EDF)4. La KNDS riceve in Europa finanziamenti in base all’EDF per altri due progetti5:
- Technology for ElectroMagnetic Artillery6 come KNDS France
- Future Indirect fiRes European Solution 27 come KNDs Ammo France.
Partendo dal progetto di Anagni-Colleferro si risale ad una rete di iniziative per lo sviluppo di armamenti, che potremmo definire di piccola taglia se ci facciamo abbagliare dall’ipotesi di stanziare 800 miliardi di euro nei prossimi anni per lo sviluppo dell’industria bellica nell’Unione Europea- i 500 milioni del regolamento ASAP, gli investimenti previsti dall’EDF ci raccontano una storia ben precisa; lo sviluppo dell’industria militare, dal rimpinguamento degli arsenali tradizionali per quanto riguarda polveri, esplosivi e proiettili allo sviluppo innovativo del già citato progetto cannoni a propulsione magnetica (Technology for ElectroMagnetic Artillery ) mostra una era e propria ragnatela di progetti e filiere tecnologiche in cui viene coinvolto il più ampio spettro di tecnologie disponibili, spingendone sempre più avanti il dual use, dove il fattore abilitante per ogni filiera di armamenti dai sistemi d’arma, alle strutture di comunicazione, comando e controllo, alla gestione complessiva del campo di battaglia è l’ecosistema delle tecnologie digitali, con ruolo crescente che costituiscono il sistema dell’ Intelligenza Artificiale.
Nel territorio martoriato della Valle del Sacco -caratterizzato da processi pluridecennali di contaminazione delle matrici ambientali per i quali è stato istituito il Sito di Interesse Nazionale (SIN) Bacino del Fiume Sacco- la produzione bellica della KNDS ex Simmel si colloca alla base della piramide delle tecnologie militari, ciò non toglie che negli anni, anzi nei decenni a partire dalla nascita nel 1912-13 della fabbrica di esplosivi BPD, Bombrini Parodi Delfino, sia stato rilevante il suo contributo alla produzione di morte sui campi di battaglia. Sugli ultimi anni si possono leggere alcuni articoli e comunicati dell’associazione Rete per la Tutela della Valle del Sacco (RETUVASA) reperibili sul suo sito retuvasa.org8.
Altre informazioni le ritroviamo sul sito di PeaceLink9.
Aggiungiamo che oltre alla Simmel, oggi KNDS, erede della tradizione industriale di Colleferro è la Avio, conosciuta per la realizzazione dei missili Vega che portano satelliti in orbita bassa dalla base di Kouru in Guyana francese. Negli ultimi ha preso il via anche la produzione di propulsori per missili da difesa10. Come dice nell’intervista l’amministratore delegato di Avio ing. Giulio Ranzo “Vedo prospettive molto interessanti, anche perché l’onda lunga del riarmo legata ai recenti conflitti non credo che nei prossimi anni diminuirà. Questo sviluppo abbraccia poi la grande questione tecnologica dei motori dei futuri intercettori anti-ipersonici, che stiamo per esempio già affrontando nell’ambito del programma europeo HYDIS2, guidato da MBDA, dove Avio è, appunto, coinvolta.”
La reattività sociale
Il citato Sito di Interesse Nazionale, si sviluppa lungo tutto il percorso del fiume Sacco, qualche decina di chilometri da Colleferro a Ceprano-Falvaterra, dove poi confluisce nel fiume Liri; la contaminazione dell’area che è stata perimetrata definitivamente nel 2019, è dovuta ad una molteplicità di processi e di fattori inquinanti11.
La città di Colleferro in particolare, assieme al territorio della Valle Sacco, per decenni è stata considerata a bassa reattività sociale, l’insediamento dell’industria militare sin dall’inizio ha imposto criteri di sicurezza e mancanza di trasparenza. A fronte del processo di de-industrializzazione che ha ridotto progressivamente ai minimi termini la base produttiva, si è legittimato da parte delle amministrazioni di destra del comune l’insediamento di una discarica, la seconda del Lazio per capienza, e di due linee di incenerimento, peraltro con una occupazione di poche decine di unità. Di contro negli anni si è progressivamente sviluppato un movimento -da cui è scaturito anche un cambio radicale di segno e orientamento dell’amministrazione comunale- che ha ampliato la sua base, la partecipazione alle sue mobilitazioni, sino ad una manifestazione di circa 6000 persone l’otto luglio 2017 da cui ha preso forma un presidio permanente per impedire l’ingresso dei materiali necessari al revamping -vale a dire la ristrutturazione degli inceneritori- sino al blocco ed al respingimento degli autoarticolati che li trasportavano, i sindaci di Colleferro e Paliano parteciparono sdraiandosi davanti al mezzo. Gli inceneritori sono in corso di smantellamento mentre la discarica è stata chiusa.
È rilevante ricordare che contemporaneamente al movimento in difesa dell’ambiente e della salute si è sviluppata l’azione contro le fabbriche di armi, che ha prodotto anche la nascita di un gruppo locale di Emergency; la presa di coscienza degli effetti drammatici prodotti da un determinato modello di sviluppo unita alla comprensione del ruolo dell’industria bellica nell’alimentare una tendenza crescente alla guerra, in una spirale inarrestabile, mette all’ordine del giorno la critica dell’attuale modello di sviluppo, sia a livello globale che locale. L’opposizione anno dopo anno, episodio dopo episodio ad impianti nocivi per la salute e l’ambiente, si tramuta in una sorta di fatica di Sisifo che non riesce mai a cambiare di segno la struttura socio economico del territorio della valle del Sacco, come del resto in tutti i territori del nostro paese.
Questo ennesimo episodio, la localizzazione di una fabbrica d’armi, con un investimento di circa 27 milioni di euro, conferma la necessità di alzare lo sguardo ed operare una critica complessiva al modello di sviluppo, legare tra loro i movimenti di resistenza territoriale in un fronte più ampio, sviluppando un programma di critica radicale di alternativa radicale, che è già nelle premesse della loro azione. In questo senso il movimento a livello europeo contro il riarmo e contro la guerra può essere un veicolo fondamentale per questa unificazione, tra i movimenti territoriali e tra i loro obiettivi.
La risposta alla recessione indotta dalla pandemia da Sars-Cov-2 il Covid ed oggi il progetto di riarmo europeo, mostrano l’attitudine delle istituzioni europee a rispondere a grandi emergenze, salvo mantenere la sostanza del patto di stabilità ovvero un dispositivo che mantiene ed esaspera le diseguaglianze sociali. Settimana dopo settimana sulle pagine di questa rivista abbiamo sottolineato come la tendenza al riarmo e alla guerra, su scala globale, si faccia largo dentro le contraddizioni delle due grandi transizioni in atto quella energetico-climatica e quello tecnologico-digitale. Lo straordinario sviluppo scientifico-tecnologico – a cui si deve peraltro la capacità di produrre modelli della crisi climatica, a livello globale e regionale, oltre che la previsione degli eventi metereologici estremi che la caratterizzano- viene sempre più rivolto alla creazione di appararti bellici sempre più sofisticati in alternativa secca allo sviluppo, applicazione e difffusione delle tecnologie necessarie alla mitigazione delle cause e degli effetti del riscaldamento globale; il carattere duale -il dual use- proprio di ogni tecnologia si risolve sempre di più a favore dell’uso militare.
Gli eventi di queste settimane dimostrano che non ci sono vie di mezzo, semmai un’alternativa secca, tra la cooperazione globale in nome della giustizia sociale ed ambientale da un lato e dall’altro la competizione più feroce per il dominio e il profitto su scala globale; che di volta in volta sia l’uno o l’atro dei contendenti a produrre un salto di qualità in questa competizione poco importa.
Il problema che i movimenti contro la guerra, per la giustizia ambientale e sociale, si pongono in queste settimane è quello della loro efficacia. Più volte nelle riunioni che si susseguono, capita di dire e di sentir dire, tanto ‘loro’ vanno avanti, ma ‘noi’ dobbiamo mostrare che una opposizione esiste che non hanno un‘agibilità totale per i loro progetti. Questo giudizio sullo stato dei rapporti di forza nasce dalla consapevolezza della separatezza dell’autonomia dei centri di potere, dell’intreccio tra governo politico, centri di potere economico-finanziario, autonomia e separatezza che viene esaltata dalla crescita del ruolo dell’apparato militare nei termini di apparato produttivo e apparato militare. La militarizzazione della società si traduce in una stretta in termini di sicurezza, di controllo sui comportamenti individuali e collettivi, di rafforzamento e libertà d’azione dei corpi che sono preposti a governare la ‘sicurezza’. In Italia la stretta operata per decreto ne è un esempio eclatante.
È evidente che l’opposizione alla guerra, alla militarizzazione della società deve aggredire questa separatezza, deve porsi il problema della democratizzazione dei corpi separati. Se in passato ai tempi della leva obbligatoria si sviluppò in Italia il movimento dei PID, dei Proletari In Divisa, oggi è necessario, porre il problema della separatezza degli apparati militari e di sicurezza non solo a livello nazionale, nei singoli paesi separatamente, ma trasversalmente a livello europeo. Sappiamo proprio per le esperienze passate che per rompere quella separatezza è necessario partire dalla base di un conflitto sociale esteso e radicato; e tutto si tiene. Si tiene la trasformazione autoritaria delle società con il mutamento della composizione sociale, con la crescita della scomposizione che certo non favorisce la generalizzazione del conflitto sociale, ma tant’è, da qui si parte.
Intanto ci prepariamo ad una mobilitazione contro il riarmo e la guerra a livello nazionale ed europeo, in questo contesto possiamo pensare nel prossimo periodo di organizzare manifestazioni e presidi coordinati tra loro presso alcuni dei 32 siti che sono finanziati dal programma ASAP, ripetendo l’esperienza di Anagni
Sabato 3 maggio saremo ad Anagni, presso lo stabilimento ex-Winchester oggi KNDS Ammo Italy, sito della futura produzione di nitro-gelatina, a manifestare ed a confrontarci, in nome anche di un futuro diverso per quel territorio martoriato che non si rassegna ad un presente, ad una prospettiva di devastazione ambientale e sociale. La mobilitazione è promossa dalla Assemblea NOWAR Valle del Sacco.
Roberto Rosso
- https://defence-industry-space.ec.europa.eu/eu-defence-industry/asap-boosting-defence-production_en. [↩]
- https://defence-industry-space.ec.europa.eu/regulation-support-ammunition-production-asap-aims-reinforcing-and-ramping-ammunition-production_en.[↩]
- PROduction of ModuLar charges with TripLe and Double base PrOpellant https://ec.europa.eu/info/funding-tenders/opportunities/portal/screen/opportunities/projects-details/44181033/101172125/EDF?isExactMatch=true&frameworkProgramme=44181033&order=DESC&pageNumber=NaN&sortBy=title.[↩]
- https://ec.europa.eu/info/funding-tenders/opportunities/portal/screen/programmes/edf.[↩]
- https://ec.europa.eu/info/funding-tenders/opportunities/portal/screen/how-to-participate/org-details/892662580.[↩]
- https://ec.europa.eu/info/funding-tenders/opportunities/portal/screen/opportunities/projects-details/44181033/101121409.[↩]
- https://ec.europa.eu/info/funding-tenders/opportunities/portal/screen/opportunities/projects-details/44181033/101168095.[↩]
- https://retuvasa.org/colleferro-e-la-cultura-delle-armi/; https://retuvasa.org/il-ruolo-delle-fabbriche-di-armamenti-di-colleferro-nella-guerra-libica/; https://retuvasa.org/colleferro-citta-del-disarmo-o-ancora-citta-darmi/; https://retuvasa.org/gli-affari-doro-delle-industrie-di-armamenti-colleferro/.[↩]
- https://www.peacelink.it/disarmo/a/20358.html; https://www.peacelink.it/disarmo/a/23666.html; https://lists.peacelink.it/disarmo/2007/10/msg00013.html; https://www.peacelink.it/disarmo/a/23667.html.[↩]
- https://www.rid.it/shownews/6940/avio-guarda-al-militare-parola-all-rsquo-ad-giulio-ranzo; https://www.corriere.it/economia/aziende/23_maggio_08/avio-punta-spazio-difesa-razzi-vega-sistemi-anti-missile-35e55a3a-ed82-11ed-ba41-36c5c16312cc.shtml https://formiche.net/2024/10/avio-usa-motori-razzi-aumento-produzione/#content.[↩]
- A Colleferro la realizzazione di un insetticida il Lindano, oggi fuorilegge, produceva notevoli quantità di una sostanza il Beta-HCH, Beta-esaclorocicloesano isomero del prodotto principale, il cui stoccaggio in fusti sotterrati si è risolto con la rottura dei fusti in un defluire verso il fiume; tale sostanza produce una molteplicità di patologie. La produzione del Lindano per decenni è stata diffusa in tutta Europa per lo studio dei processi di contaminazione e diffusione delle patologie conseguenti si è creta la rete Lindanet. Nella ricerca sugli effetti del Beta-HCH è impegnato il gruppo di lavoro della professoressa Margherita Eufemi del Dipartimento di SCIENZE BIOCHIMICHE “ALESSANDRO ROSSI FANELLI” dell’università la Sapienza di Roma. I processi di contaminazione riguardano in realtà tutte le aree industriali a valle di Colleferro, Anagni, Ferentino, Frosinone, Ceccano, Ceprano, il cui sviluppo fu favorito dall’inserimento della provincia di Frosinone nell’area di competenza della Cassa del Mezzogiorno.[↩]