La Giornata Internazionale della Pace è stata istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1981, con l’obiettivo di rafforzare la volontà di pace tra le nazioni e i popoli. Dal 2001 le celebrazioni per la pace sono state fissate per il giorno 21 settembre ed è stato convenuto che questa sarebbe stata la giornata in cui sospendere tutte le ostilità e la violenza nel mondo. Nel commemorare questa importante iniziativa delle Nazioni Unite, vorremmo ricordare tutte le realtà, enti e associazioni e fondazioni che promuovono la pace in ogni sua modalità. Come il Centro per la pace di Rovereto di cui abbiamo trattato in queste nostre pagine dedicate alla nonviolenza, al disarmo e alla risoluzione di ogni tipologia di conflitto.
L’originale esperienza del centro pace di Rovereto
A Rovereto nella seconda metà degli anni ’80 del novecento si è costituito un gruppo ecologico che aveva lo scopo di prendersi in carico le problematiche ambientali.
Con questo gruppo si sono organizzate parecchie manifestazioni contro le centrali nucleari e le basi militari. Nel frattempo all’Università di Trento si costituisce un gruppo di studio sulla nonviolenza. Si leggono testi di Gandhi, Capitini, Dolci e si riflette su queste tematiche.
È un periodo ricco di fermenti, di lotte e di solidarietà con i popoli del mondo che si stanno ancora affrancando da dittature di stampo neocoloniale, ma siamo ancora in piena guerra fredda, con le basi Nato in Italia e i Pershing e i Cruise e le spese militari che raggiungono livelli impensabili.
Presenti i rappresentanti locali di diverse associazioni di respiro nazionale come la Lega per il disarmo unilaterale, il Movimento non violento, Magistratura democratica, Lega degli obiettori fiscali, Lega per i diritti e la liberazione dei popoli, Acli, Pax Christi. Si parla della necessità di avere un coordinamento tra tutte le associazioni e di un luogo pubblico per le attività inerenti l’educazione alla pace.
È sentita forte l’esigenza di educare i giovani e le nuove generazioni al rispetto dei diritti umani, alla consapevolezza e responsabilità di vivere in un mondo dove la guerra sia bandita e finalmente ripudiata.
L’atto costitutivo del comitato di queste associazioni per la pace venne sottoscritto e il passaggio successivo era l’ottenimento da parte del Comune di un locale da adibire in modo permanente ad attività di educazione alla pace e dove lasciare il materiale da consultare.
In seguito viene individuata una zona centrale della città, presso le scuole Paolo Orsi.
Due aule vengono separate dal resto dell’edificio e dotate di un ingresso autonomo.
Un’aula viene adibita a sala riunioni, l’altra a zona segreteria e biblioteca di consultazione con tavoli e postazioni computer. Si procede alla catalogazione del materiale che successivamente sarà messo online.
Il posto è veramente bello e significativo in posizione centrale e all’interno di un edificio scolastico. Ha così inizio la lunga storia del centro pace di Rovereto. Cominciano i corsi di aggiornamento per insegnanti in collaborazione con il centro psicopedagogico per la pace di Piacenza diretto da Daniele Novara e con Mario Bolognese.
Durante i fine settimana, il centro pullula di insegnanti di scuole elementari e medie provenienti da tutto il territorio provinciale. Il centro è attento e pronto a accogliere le istanze che provengono dal territorio e all’inizio degli anni ‘90 è tra i primi ad accorgersi della presenza nella città dei primi migranti, perlopiù giovani provenienti dal Maghreb. Forte la necessità di risolvere in modo nonviolento i primi conflitti tra i cittadini di Rovereto e i giovani migranti. E così si organizzano i primi incontri con gli obiettivi da porre in contesti atti al dialogare.
Il centro diventa anche un luogo di incontro dove i migranti possono trovare qualcuno con cui scambiare una parola, chiedere un’informazione, fare una telefonata di lavoro o per la ricerca di un alloggio, tradurre qualche documento.
Partono i primi corsi di italiano per stranieri tenuti da insegnanti volontarie. Sono esperienze locali, per cui si allacciano collaborazioni con altre realtà italiane in particolare con le città di Bologna, Modena, Reggio Emilia ritenute all’avanguardia su queste esperienze e problematiche. Con l’arrivo dei primi bambini stranieri nel centro si attivano i corsi di aggiornamento per gli insegnanti elementari.
Ma gli anni ‘90 sono anche gli anni delle guerre in Ex Jugoslavia, delle mine antiuomo, della nascita di Emergency, dell’ obiezione fiscale, delle spese militari, fino ad arrivare alla seconda guerra del Golfo.
Il comitato delle associazioni per la pace che gestisce il centro di educazione alla pace passa da un’emergenza all’altra, quasi non vi è tempo per una programmazione propria, anzi qualcuno accusa di inseguire solo le emergenze. Tra gli obiettivi prioritari, il coinvolgimento del maggior numero di realtà, ma questo non sempre risulta facile.
Soprattutto vi è difficoltà ad aggregare il mondo cattolico, i giovani delle parrocchie.
Anche il primo incontro con Gino Strada in una saletta, con un pubblico di poche persone: Emergency era ancora agli inizi.
Gli incontri con tanti testimoni di pace del nostro tempo che le occasioni portarono al centro. In seguito la grande manifestazione organizzata per fare fermare la seconda guerra del Golfo nel 2001. Più di 3000 persone salirono da Piazza Rosmini al colle di Miravalle per manifestare contro l’ennesima guerra coloniale.
Non si riuscì a fermare la guerra, ma insieme tante persone avevano capito che la prima vittima delle guerre è la verità.
L’invasione dell’Iraq viene ugualmente vissuta con le sue dottrine di mistificazione come ‘guerra preventiva’ e ‘guerra al terrorismo’ e ‘stati canaglia’ e ‘operazione antica Babilonia’.
Dal 2002 in poi il centro viene trasferito in una serie decentrata con l’accesso da una via trafficata e è difficile dal poter essere ristrutturata.
La sede è fuori mano e il comitato attraversa un periodo critico e è in una fase di transizione: già nella primavera del 2011 attendono due nuove problematiche come i referendum sull’acqua e sulle centrali nucleari e la guerra in Libia con il carico di migranti che ben presto arrivano in Italia e a Rovereto. I profughi e i richiedenti asilo. Scoppia subito la polemica cavalcata anche da alcuni partiti e è ora di riprendere l’impegno, il lavoro non manca. Le nuove sfide sono ora di crescita, come i gruppi di acquisto solidale, i migranti, le lotte per i diritti di cittadinanza e le seconde generazioni, i beni comuni, l’ambiente. E su questo nel centro pace stanno lavorando ancora oggi a pieno ritmo.
Laura Tussi
2 Commenti. Nuovo commento
Vista la situazione politica globale, sempre più imperialista, direi che è ogni giorno più urgente il coordinamento anzi proprio il collegamento su tutto il territorio nazionale e internazionale (direi quasi “su tutto il globo terragueo”) dei centri per la Pace e il Disarmo.
Significativa la storia del centro di Rovereto, un modello di riferimento. Grazie.
[…] LAURA TUSSI – TRANSFORM-ITALIA.COM La Giornata Internazionale della Pace è stata istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1981, con l’obiettivo di rafforzare la volontà di pace tra le nazioni e i popoli. Dal 2001 le celebrazioni per la pace sono state fissate per il giorno 21 settembre ed è stato convenuto che questa sarebbe stata la giornata in cui sospendere tutte le ostilità e la violenza nel mondo. Nel commemorare questa importante iniziativa delle Nazioni Unite, vorremmo ricordare tutte le realtà, enti e associazioni e fondazioni che promuovono la pace in ogni sua modalità. Come il Centro per la pace di Rovereto di cui abbiamo trattato in queste nostre pagine dedicate alla nonviolenza, al disarmo e alla risoluzione di ogni tipologia di conflitto.continua inhttps://transform-italia.it/21-settembre-giornata-internazionale-della-pace/ […]