Oggi vi proponiamo immagini tratte dai quadri dell’artista svedese Simon Stålenhag. I suoi lavori affiancano enormi manufatti tecnologici incomprensibili (ma in un certo senso riconoscibili) alla normale quotidianità. Viene proposto un momento di assimilazione delle macchine che va oltre le rappresentazioni dei prodotti tecnologici come totalmente “nuovi” e magari “superiori”. Questa dimensione “normale” di macchine stupefacenti consente di recepire -a nostro avviso- il fatto che non è la tecnologia a essere aliena, quanto il sistema sociale che si basa sul sequestro a favore di pochissimi delle risorse di tutte e tutti: in fondo a essere alieno è Musk, non il computer.
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