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Pensioni e bugie

di Federico
Giusti

In televisione si può ormai dire tutto e il contrario di tutto, smentire l’operato di un Governo di cui si fa parte, negare di avere rilasciato dichiarazioni contraddittorie e in palese contrasto con le ultime idee professate. Insomma, tanto è facile reperire le fonti e verificare la coerenza dell’operato di un politico quanto più, nella società della sorveglianza e dominata dalle immagini, diventa arduo presentare il conto a politici incoerenti e voltagabbana. Senza scomodare i reazionari di una volta che non avevano bisogno di nascondersi, è possibile fornire sullo stesso argomento opinioni contrastanti? Parliamo di pensioni, un parlamentare asserisce che la maggioranza non andrà a potenziare la legge previdenziale Fornero ma un minuto dopo viene smentito da un collega che si erge a difesa dei conti pubblici. Dando il debito spazio alle chiacchere e guardando ai fatti, aspetteremo il voto alla manovra di bilancio per leggere il testo approvato, nel frattempo possiamo asserire l’incoerenza di chi asseriva la cancellazione della Fornero e, dopo 3 anni, è ancora fermo al nastro di partenza. Una mannaia incombe sulla testa dei pensionati attraverso la cancellazione dei mesi di contributi riscattati con tanti soldi dopo la laurea, contraendo per altro onerosi mutui e prestiti. Parliamo di 6 mesi nel 2031 fino ai 30 dal 2035.
E poi si ampliano le “finestre” (il tempo di attesa dell’assegno) da 3 a 6 mesi   3 mesi in più lavoreremo nel 2035.
Un emendamento aggiunge un ulteriore tassello, non solo lasciano intatta la Legge Fornero ma la peggiorano, infatti, dal 2032 in poi, chi vorrà andare in pensione prima dovrà lavorare qualche mese in più. Per l’esattezza si lavora sulle solite finestre, raggiunto il requisito per la pensione dovrai aspettare la prima finestra di uscita utile che slitta di un mese che poi diventeranno 2 nel 2034 aggiungendo ulteriori tre mesi nel 2035. Fatti due conti tra 10 anni, rispetto ad oggi, l’uscita dal lavoro verrebbe posticipata di 9 mesi.
Non è dato sapere se fino al momento del voto questo emendamento sarà confermato o eliminato visti gli umori dentro la Maggioranza, di certo se vogliono far quadrare i conti della Manovra dovranno reperire i soldi ricavati con l’allungamento dell’età lavorativa da qualche altra parte. E qui viene il difficile per un Governo che pratica un feroce equilibrismo.
C’è poi un’ulteriore novità difficile da digerire: ricordate il riscatto della laurea che a molti è costato decine di migliaia di euro con versamenti diluiti nel corso degli anni?
L’emendamento prevede che parte di questi anni non varranno per raggiungere il requisito della pensione anticipata attraverso un meccanismo, beffardo, che taglia poi, da qui al 2025, 30 mesi.
Fatti due conti la pensione verrà ritardata in un decennio di 33 mesi, ossia 30 mesi di quelli riscattati non più validi ai fini dell’anticipo dell’età previdenziale (ce ne lasceranno alcuni, bontà loro) più i 3 mesi per la prima finestra. Ma allo stesso tempo accontentano la previdenza integrativa e nel settore privato i neoassunti non saranno liberi di scegliere se conservare il loro trattamento di fine rapporto in azienda o indirizzarlo a quei fondi pensioni di categoria amministrati da associazioni datoriali e sindacati firmatari di ccnl. E qui spunta il convitato di pietra attorno alla previdenza integrativa, il colossale giro di interessi che spinge a privilegiare la previdenza integrativa a discapito della difesa del welfare universale.
Il professor Beppe Scienza da oltre 20 anni si batte in difesa del TFR e nel suo blog illustra alcune semplici, e buone ragioni, per non finire nella previdenza integrativa1.
Non ci resta che pazientare pochi giorni per leggere il testo finale e poi tirare le somme, nel frattempo andiamoci a rivedere le dichiarazioni dei Governanti in materia di Ue, lavoro, pensioni, welfare, tasse e confrontiamole con le dichiarazioni odierne, ne trarremo grandi insegnamenti, utili ameno a non credere in futuro a chi promette mare e monti salvo poi lasciarci alla prima fermata del bus scalzi e senza un euro.

Federico Giusti

  1. https://www.ilrisparmiotradito.it/approfondimenti/le-otto-menzogne-piu-frequenti.[]
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