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Ora è il momento del tuo partito

di Matteo
Minetti

Oltre ottocentomila persone hanno aderito e iniziato a raccogliere i fondi per costituire un partito dichiaratamente di sinistra nel Regno Unito, di cui ancora non si sa nulla. A novembre dovrebbe essere indetto il congresso costituente in cui i sostenitori cominceranno a definire le caratteristiche della forza politica, compresi nome, simbolo, programma e forme di organizzazione. Quello che si sa è che l’appello alla fondazione del Your Party, per ora si chiama così, sono Jeremy Corbyn, l’ex leader del Labour, espulso da quello con pretestuose e false accuse di antisemitismo riguardo la guerra a Gaza, e la deputata Zarah Sultana, gravata dalle stesse accuse per la sua origine musulmana e la netta posizione contro il sionismo e la pulizia etnica nei confronti del popolo palestinese. Infatti nell’appello firmato dai due politici, oltre ad un definito schieramento di classe dalla parte dei lavoratori e dei meno abbienti, per servizi pubblici e politiche redistributive, è presente un chiaro sostegno all’indipendenza palestinese, contro cui il Regno Unito, visti i suoi trascorsi imperiali, si è sempre opposto. Anticolonialismo e antimperialismo sono caratteristiche fondanti di questo appello al popolo della sinistra, che si sente tradito dal ritorno alle politiche blairiane del New Labour del Premier Keir Starmer.

Dal movimento al partito

Durante la leadership di Corbyn del Partito Laburista nel 2015, alcuni deputati lo avevano sostenuto fondando un movimento di attivazione popolare e partecipazione politica chiamato Momentum. Similmente a come faceva già da anni il movimento dei Democratici Socialisti Americani, Momentum ha iniziato ad occuparsi della campagna elettorale e a sostenere le lotte e le istanze radicali del programma del partito nei territori, con riunioni, dibattiti, manifestazioni, raccolte fondi e un festival annuale: The World Transformed.  Del ruolo di Momentum, come difesa di Corbyn dall’ala destra e ostile del Labour, ci parla,  in un’ intervista apparsa i primi di agosto del 2025, il sindacalista Andrew Murray. Nel Partito Comunista fino al 2016 lavora per il sindacato Unite, ha fatto parte del Comitato Strategico del leader e ha diretto la campagna elettorale del 2017 nel Labour di Corbyn (Murray 2022, p.12) e ora è fra i promotori di questo nuovo partito politico.
Mentre il Labour era all’opposizione durante il governo dei Tories di Teresa May e Boris Johnson, il progetto di spostare l’asse politico del Labour a sinistra poteva essere accettato dalle élite per recuperare il consenso, effettivamente raggiunto con l’ottimo risultato del 40% alle politiche del 2017.  Dopo la debacle elettorale del 2019, Corbyn venne sostituito da Keir Starmer alla guida le Labour, riportando in auge il compromesso liberale blairiano. Malgrado il calo dei consensi al 33% alle ultime elezioni politiche, il Labour ha raggiunto una solida maggioranza assoluta dei deputati al parlamento.
La convergenza delle scelte impopolari dell’esecutivo guidato da Starmer, costretto o convinto ad accettare il sostegno militare all’Ucraina, le politiche di riarmo della NATO, le politiche di austerità e il sostegno acritico a Israele, hanno portato Corbyn e Sultana, assieme ad un piccolo gruppo di fuoriusciti, a compiere il salto rischioso, ma coerente, verso la fondazione di un nuovo partito politico.
Anche nel mio precedente articolo su Transform mi sono occupato proprio di questo dilemma: ha senso una prospettiva trasformativa socialista all’interno di una forza politica più ampia, prevalentemente liberale, per strappare delle conquiste mediante la partecipazione al governo, oppure l’unica opzione praticabile è costruire un partito autonomo e coerente con il proprio programma, per non perdere la rappresentanza degli interessi di classe?
La risposta potrà darla soltanto la storia. Quello che possiamo fare noi è osservare con attenzione i processi in atto e cercare di assecondare la definizione delle forze in campo supportando i bisogni della popolazione.  Se la scelta di formare un nuovo partito di sinistra nel Regno Unito porterà a dei buoni risultati, avremo un esempio in più a cui ispirarci per evitare gli errori del passato. Per ora possiamo solo analizzare la situazione di partenza.

La nascita di un partito

Qualche mese fa avevo scritto per la rivista Rizomatica un articolo sull’evoluzione dei partiti politici in cui auspicavo proprio la nascita di un nuovo partito in Italia (sic.) che assumesse degli impegni trasformativi in senso socialista. Pur con la distanza che ci separa da Londra, poter osservare l’avvio di Your Party costituisce un’occasione preziosa.
Già nel suo lancio, la strategia messa in campo dallo staff di Corbyn e Sultana sembra ben impostata, partendo dalla tempistica. È trascorso solo un anno dalle elezioni del 2024 e subito  cominciano a costruire un’organizzazione in vista delle prossime, che potrebbero tenersi fra 3 o 4 anni, considerata la solida maggioranza attuale del Labour, avendo a disposizione tutto il tempo per radicarsi nei territori e formare i nuovi dirigenti.
Ispirandosi alla nascita dei partiti populisti di sinistra come Podemos, France Insoumise o il Movimento 5 Stelle, l’adesione a Your Party è senza filtri e gratuita, basta inserire i propri dati di contatto. In questo modo si costituisce un primo database di persone interessate a cui rivolgere le successive comunicazioni di raccolta fondi, mobilitazione e richiesta di tesseramento formale. La raccolta delle adesioni viene condotta su una piattaforma di gestione delle campagne, chiamata Second Street, che permette sondaggi e votazioni e l’intera gestione della campagna da parte dello staff, supportato da strumenti di IA. La piattaforma è fornita in cloud da una azienda quotata in borsa e leader nel settore del web marketing.
La seconda pagina del sito è l’appello  firmato da Corbyn e Sultana. Tutto il resto è da costruire ma è chiaro che gli iper-leader (Gerbaudo 2020, p. 358) sono già loro: sono conosciuti per il loro percorso politico, hanno esperienza e carattere, sono loro che chiamano a raccolta le persone a fondare una organizzazione attorno ai valori espressi.
Il fatto che questo partito non abbia ancora un nome e un simbolo, o delle forme organizzative esplicite, vuol dire che chi lo sta lanciando vuole che siano i futuri associati a sentirsi protagonisti di queste scelte importanti e identitarie. Infatti, essendomi iscritto anche io sul sito, dopo una settimana mi è stato inviato in posta elettronica, oltre all’invito a fare una donazione, un collegamento ad modulo su Second Street in cui inserire la mia proposta di nome e le motivazioni per quella scelta, condizionate all’inserimento del mio codice di avviamento postale, che identifica il collegio elettorale.  La France Insoumise quando si costituì avviò una campagna (L’avvenire in comune) partecipata da migliaia di attivisti, per scrivere collettivamente il programma. Stessa cosa aveva fatto Podemos con le assemblee sui territori e il Movimento 5 stelle, prima ancora che fosse lanciata la piattaforma Rousseau. La capacità di gestire questi processi, anche se nasconde modalità plebiscitarie inevitabili, permette di far sentire i militanti partecipi della identità del partito e costituisce la nuova forma di intermediazione dei partiti, anche se viene presentata come disintermediazione (Gerbaudo 2020). Definirlo come Your Party, il Tuo Partito, è una precisa scelta di solleticare il narcisismo individualista che costituisce l’individualità cresciuta sulla rete. Dietro ogni cosa “non detta” nell’appello c’è tutto da immaginare, proiettandoci aspirazioni e desideri. È la potenza del negativo del comunismo come anti-capitalismo, “il movimento reale che abolisce lo stato di cose presenti” (Marx – Engels 1958, p. 25).  Certo, la disillusione nell’incontro con la realtà è inevitabile, ma sarà più sopportabile se si parteciperà al processo di negoziazione del programma e delle scelte tattiche.
Nel progetto Your Party lavora il direttore della comunicazione dell’Internazionale Progressista, James Schneider, classe 1987, già tra i fondatori di Momentum e direttore strategico della comunicazione nel Labour di Corbyn. Il ruolo degli organizzatori, o leader funzionali, come Schneider è proprio quello di mediare fra gli interessi della platea degli iscritti, dei potenziali rappresentati e quelli della dirigenza professionale e degli iper-leader mediatici, costruendo la fiducia all’interno del gruppo e nella platea esterna dei simpatizzanti e potenziali elettori. Le possibilità di successo dell’operazione risiedono nelle capacità dello staff e dei volontari di progettare una struttura compatibile con le sensibilità degli aderenti più coinvolti ma allo stesso tempo attrattiva per una larga platea. Le scelte costituenti, d’altronde, possono essere operate in modo trasparente e negoziato, con una fase di advocacy, come va di moda ora negli ambienti progressisti, con una Leadership distribuita (Nunes 2021, p. 494) o condivisa fra Corbyn e Sultana. Ciò diventa necessario semplicemente perché la diffusione dell’informazione sul web e l’alto livello di istruzione non permettono più a una popolazione politicamente coinvolta di accettare acriticamente proposte calate dall’alto, fossero anche le migliori.
Ultimo elemento positivo della campagna per la fondazione di questo nuovo partito è l’appello al finanziamento diretto affinché Your Party appartenga ai suoi sostenitori. 

Bibliografia

Deseriis, Piattaforme e partecipazione politica, Mondadori, 2024.
Gerbaudo, I partiti digitali, Il Mulino, 2020.
Marx – F. Engels, L’ideologia tedesca, Ed.Riuniti, 1958.
Murray, Is socialism possible in Britain?, Verso, 2022.
Nunes, Neither Vertical nor Horizontal. A Theory of Political Organization, Verso, 2021.
Viviani, Sociologia dei partiti. Leader e organizzazioni politiche nelle società contemporanee, Carocci, 2015.
Viviani, Leadership e democrazia, Mondadori, 2024.
Intervista ad Andrew Murray  https://newleftreview.org/sidecar/posts/force-of-opposition
Intervista a James Schneider  https://www.sinistraineuropa.it/approfondimenti/costruire-il-nuovo-partito-della-sinistra-inglese/
Lezione del Professor Biagio De Giovanni  https://www.radioradicale.it/scheda/596022/la-potenza-del-negativo-in-hegel-e-marx-lezione-del-professor-biagio-de-giovanni

Matteo Minetti

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