il nuovo “strategic concept” e l’Età della sicurezza
Qui la video-registrazione dell’evento.
L’osservatorio UE promuove un incontro on line per approfondire il nuovo ruolo della NATO nello scenario mondiale e non solo, dopo una panoramica descrittiva, in cui verranno messi in rilievo alcuni punti fondamentali:
1)Russia e Cina come obieettivo tattico il primo, strategico il secondo
2) la moltiplicazione degli “ambienti strategici”, che oggi includono anche Spazio e Cyberspazio, con una pesante sollecitazione all’integrazione difesa/privato; guerra ibrida economica/commerciale/di informazione/lawfare
3) la spinta verso la trasformazione in vero e proprio foro politico
4) l’irruzione del cambiamento climatico nelle analisi di sicurezza sotto diversi profili
guarderemo le conseguenze che i cambiamenti climatici
- hanno sulla stabilità dell’area atlantica, causando –ad esempio- flussi migratoria che poi vengono manipolati con fini strategici dai nemici
- impattano sulle tecniche belliche e addestramento militare
- l’ingresso della valutazione di impatto CO2 nelle analisi delle operazioni (giuriamo che c’è scritto anche questo)
E’ in questo che consiste l’apporccio “defence 360°”, ogni cosa diventa rilevante per le analisi di sicurezza, la quale viene vista come obiettivo primario.
SI estende a dismisura il significato della “sicurezza”, trasformandolo in un elemento pre-giuridico : “i diritti possono essere garantiti solo se siamo al sicuro, abbiate pazienza”, con ciò compiendo esattamente la stessa operazione già fatta con il binomio “stabilità/mercato”: se i mercati non funzionano bene, perchè instabili, allora non si può compiere il miracolo del capitalismo liberista.
Si rafforza a dismisura il vincolo esterno, sottraendo di fatto ulteriore spazio ( dopo gli automatismi UE) alla decisione politica ( parlamenti in primis, ma anche limitando di fatto la possibilità di scelta dei governi benchè amici).
Racconterò del ruolo di Biden e degli USA nell’evoluzione di questo nuovo strategico concept, e come –di fatto- chiude il cerchio della enorme ristrutturazione capitalista in corso. Non più lo Stato fuori dal Mercato, quando piuttosto al suo servizio intervenendo, o attraverso la guerra o attraverso la politiche interne dell’area, a creare artificialmente quelle condizioni che altrimenti non si verificherebbero, a favore di certi capitali e a discapito di altri.
L’ultimo strenuo tentativo di salvare l’egemonia del dollaro, destinata a fallire.