I trent’anni che vanno dal 1989 a oggi hanno cambiato, sconvolto, l’Europa come se ci fosse stata una lunga guerra. E in effetti una lunga guerra c’è stata: quella del neoliberalismo contro il modello sociale europeo, il compromesso sociale più avanzato prodottosi non a caso sul crinale Est/Ovest. Una guerra che continua e che vede scendere in campo nuovi spettri reazionari.
Di questo scenario, e di cosa dovrebbero fare le sinistre per impedire il peggio e magari prospettare un meglio, si è occupata la due giorni promossa da Transform Europe!, la fondazione politica del Partito della Sinistra Europea che si è svolto a Torino il 9 e 10 marzo.
“La sinistra al tempo del populismo” è il titolo che prevede una riflessione a tutto tondo sul populismo non solo di destra. Questo perché nella crisi della rappresentatività che ha colpito anche, per non dire principalmente, la sinistra occorre ripensare il rapporto tra sinistre e popolo. Poi però il convegno si è articolato principalmente su populismi e destre reazionari. Il che motiva anche la scelta dell’Italia per svolgere questo appuntamento.
Lo scenario è quello delle elezioni europee che ha visto un arretramento delle forze politiche che congiuntamente hanno
dominato negli scorsi 20 anni il Parlamento europeo dettandone l’agenda.
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