Le note che seguono costituiscono una appendice e un aggiornamento all’articolo della settimana scorsa ‘Guerra, economia, politica … e crisi climatica’1. Prendiamo lo spunto dalla reazione della presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen al provvedimento dell’amministrazione Biden Inflation Reduction Act (IRA). Secondo la von der Leyen “Il provvedimento americano, ha detto von der Leyen, può produrre una «concorrenza sleale» fra le due sponde dell’Atlantico, «chiudere i mercati» e «frammentare catene di distribuzione già messe alla prova dal Covid». Il ruolo di Bruxelles è «sia di svolgere i suoi compiti in casa sia lavorare con gli Usa per mitigare gli svantaggi competitivi». La politica industriale di Washington richiede una «risposta adeguata», ha dichiarato von der Leyen, a partire da un ritocco alle regole europee per «rendere più agevoli gli investimenti pubblici»”2.
Il nome del provvedimento nasce dalla necessità di rassicurare i cittadini statunitensi di fronte all’inflazione galoppante, esso è il prodotto finale di un lungo percorso iniziato con il Build Back Better Act3. L’atto era inizialmente un pacchetto infrastrutturale da 547-715 miliardi di dollari che includeva disposizioni relative alle autostrade federali, alla sicurezza stradale, al trasporto automobilistico, alla ricerca, ai materiali pericolosi e ai programmi ferroviari del Dipartimento dei Trasporti. Dopo i negoziati del Congresso, è stato modificato e rinominato in Infrastructure Investment and Jobs Act per includere finanziamenti per l’accesso alla banda larga, l’acqua pulita e il rinnovo della rete elettrica oltre alle proposte di trasporto e stradali del disegno di legge originale della Camera. Questa versione modificata includeva circa $ 1,2 trilioni di spesa, con $ 550 miliardi di spesa recentemente autorizzata in aggiunta a ciò che il Congresso stava pianificando di autorizzare regolarmente. Il disegno di legge modificato è stato approvato 69-30 dal Senato il 10 agosto 2021. Il 5 novembre, è stato approvato 228-206 dalla Camera, e dieci giorni dopo è stato firmato in legge dal presidente Biden.
Il percorso di questi provvedimenti attraversa il manifestarsi, l’intrecciarsi e l’evolversi delle diverse crisi in corso a partire dalla pandemia da Sars-Cov-2, passando per la guerra Russo-Ucraina – con i suoi effetti sul piano delle forniture energetiche ed agroalimentari – sino al manifestarsi per la prima volta dopo decenni di una forte inflazione a cui segue la stretta monetaria e creditizia da parte delle banche centrali la Fed e BCE in particolare. Quest’ultima andrà ad incidere, con l’innalzamento dei tassi di interesse a livello internazionale, sulla situazione debitoria di molti paesi, sul loro equilibrio finanziario abbondantemente compromesso, generando un aggravamento della situazione sociale e dell’instabilità politica4: “I paesi poveri devono, secondo alcuni calcoli, fino a 200 miliardi di dollari alle nazioni ricche, alle banche multilaterali di sviluppo e ai creditori privati. L’aumento dei tassi di interesse ha aumentato il valore del dollaro, rendendo più difficile per i mutuatari stranieri con debito denominato in valuta statunitense rimborsare i loro prestiti.”
Il segnale di allarme lanciato dalla presidente della Commissione Europea, che individua nei provvedimento presi dall’amministrazione Biden, attraverso le mediazioni con Camera dei Rappresentanti e Senato, un atto di protezionismo, nel contesto di cui sopra, indica come la reazione alle crisi in atto, di cui quella climatica costituisce il contenitore e l’orizzonte comune, genera competizione e conflitti crescenti anche in quei contesti, come quelli entro i confini dell’Allenza Atlantica, caratterizzati dal coinvolgimento crescente nel confronto con la Federazione Russa sul territorio ucraino. Peraltro le conseguenze di quel conflitto a loro volta esasperano le differenti condizioni nelle quali i diversi paesi ne affrontano le conseguenze. Vale per tutte la crisi energetica che attraversano i paesi europei, mentre le aziende USA lucrano sui prezzi del GLN; crisi energetica che impatta sul processo di transizione energetica mostrandone tutta la fragilità in assenza di un piano di affrontamento coordinato a livello globale.
Ursula von der Leyen reagisce a questo stato di cose5, alle conseguenze del provvedimento ‘IRA’, reclamando la necessità di una reale strategia industriale europea6, sostenuta finanziariamente a livello europeo, revisionando i blocchi esistenti ai finanziamenti di stato all’industria.
Di contro a questa proposta c’è la posizione di quei paesi Germania in testa ritengono che si debbano invece valorizzare le linee di finanziamento già esistenti del NextGenerationEU. In effetti la reazione dell’unione alla crisi indotta dalla pandemia si è concretizzata nel NextGenerationEU, che in Italia si è tradotto nel piano di investimenti del PNRR.
Nel confronto USA-Unione Europea risaltano le differenze fondamentali tra i due soggetti ed in particolare tutte le contraddizioni del modello di governance dell’Unione. Il confronto organizzato dall’Osservatorio UE Sovranità, democrazia e governance economica7 fornisce attraverso i diversi interventi (Andrea Amato8, Ernesto Screpanti9, presieduto da Pasqualina Napoletano) un quadro esaustivo della situazione in cui si trovano le istituzioni europee e del loro modo di operare dentro questo succedersi di crisi. Nonostante i notevoli finanziamenti erogati attraverso i NewGenerationEu (con scadenza nel 2026) e la Politica di Coesione (con scadenza nel 2027) le diseguaglianze tra i diversi paesi e regioni non sembrano destinate ad attenuarsi, assieme al prevalere di una logica di confronto tra nazioni nella conduzione dell’Unione ed una politica di controllo sempre più accentuato e cogente nei confronti dei paesi più indebitati da parte della Commissione, come prospettato nella proposta di politica fiscale proposta dalla stessa, nella quale si sancisce la collocazione nei paesi nei tre gironi dei paesi ad alto, medio e basso rischio. In questi mesi abbiamo assistito all’inesistenza di una strategia comune, di una qualsiasi proposta da parte della commissione, nei confronti della crisi delle forniture energetiche, rimanendo in balia della quotazione del ridicolo TTF (Title Transfer Facility), mercato virtuale per lo scambio del gas naturale residente in Olanda. In compenso la Germania è in grado di stanziare 100 miliardi di euro per il proprio riarmo e 200 miliardo di euro per la riconversione del proprio apparato economico ed industriale. Questo quadro delle istituzioni europee carico di contraddizioni –valga per tutte quella tra l’inesistenza di una strategia energetica comune e la pretesa di stabilire una nuova strategia industriale e di innovazione tecnologica– porta a pensare che non siano in grado di sopravvivere nei prossimi anni, proseguendo sulla strada di una sempre minore legittimità del proprio operare e di un aggravamento delle diseguaglianze sociali e delle contraddizioni a tutti i livelli. Possiamo prevedere movimenti di rivolta sociale in risposta a questo stato di cose, emerge la necessità di una rivolta politica a livello europeo, dei cui contenuti possiamo sin da oggi ragionare, sempre a livello europeo, del cui reale sviluppo nulla invece possiamo dire, se non si parte. L’alternativa è la chiusura sempre di più entro i confini nazionali di ogni, rivendicazione, di ogni progetto di emancipazione e di liberazione sociale, di rivoluzione democratica; senza dimenticare che premono ai margini dell’Europa tutte le contraddizioni delle regioni e dei continenti confinanti.
Il futuro dei popoli europei, per rimanere a questo, si gioca in un contesto globale in cui comunque crisi climatica, trasformazioni tecnologiche e crisi finanziarie, ridisegnano radicalmente gli assetti sociali, economici, territoriali e ambientali, laddove la tendenza ora dominante è quella alla crescita delle diseguaglianze, al ripresentarsi ciclico delle crisi finanziarie e all’ineluttabile precipitare della crisi climatica. A questo futuro nel nostro continente è necessario ribellarsi, se non ora quando?
Roberto Rosso
- https://transform-italia.it/guerra-economia-politica-e-crisi-climatica/.[↩]
- https://www.ilsole24ore.com/art/von-der-leyen-sussidi-green-usa-creano-concorrenza-sleale-ue-rispondera-AE9B6WMC.[↩]
- https://en.wikipedia.org/wiki/Build_Back_Better_Act.)) (BBBA), il quale all’inizio consisteva come in un pacchetto di disposizioni relative ai cambiamenti climatici e alla politica sociale da 3,5 trilioni di dollari. A seguito di negoziati, il valore complessivo fu abbassato a circa 1,7 trilioni di dollari. Il disegno di legge fu approvato 220-213 dalla Camera dei rappresentanti il 19 novembre 2021. Le cronache ci narrano delle lunghe trattative con il senatore democratico Manchin, per arrivare infine alla sua approvazione nella nuova denominazione il 16 agosto 2022.
La legge, così come approvata, raccoglierà 738 miliardi di dollari e autorizzerà 391 miliardi di dollari di spesa per l’energia e il cambiamento climatico, 238 miliardi di dollari in riduzione del deficit, tre anni di sussidi Affordable Care Act, riforma dei farmaci da prescrizione per abbassare i prezzi e riforma fiscale.La questione climatica e quella sociale, lo stato di obsolescenza delle infrastrutture negli Stati Uniti, assieme alla necessità di riequilibrare il regime fiscale definiscono la trama del provvedimento originati dal lungo percorso di trattative durato oltre un anno.
Il BBBA a sua volta segue ad un altro provvedimento denominato come ‘Infrastructure Investment and Jobs Act’((https://en.wikipedia.org/wiki/Infrastructure_Investment_and_Jobs_Act.[↩] - https://www.nytimes.com/2022/12/03/business/developing-countries-debt-defaults.html.[↩]
- ttps://www.politico.eu/article/von-der-leyen-eu-state-aid-us-inflation-reduction-act/ https://www.politico.eu/article/ursula-von-der-leyen-brussels-heated-debate-european-union-funding-united-states-inflation-reduction-act/.[↩]
- “A common European industrial policy requires common European funding,” she told an audience in Bruges. “The goal of our European industrial policy is for European industry to be the leaders in the clean transition. This means over the mid-term, beefing up the resources available for upstream research, innovation and strategic projects at the EU level”.[↩]
- https://www.facebook.com/transform.italia/videos/667386138094110.[↩]
- https://transform-italia.it/sovranita-e-democrazia-2/ [↩]
- https://transform-italia.it/sovranita-e-democrazia-3/ ), Paola Boffo(( https://transform-italia.it/sovranita-e-democrazia/ [↩]