editoriali
A Bilbao per il forum delle alternative: manifesto del forum

Cammino Europeo

di Roberto
Morea

di Roberto Morea

Bilbao accoglie il Forum Europeo con una splendida giornata di sole, ci si aspettava la pioggia ma il vento da sud ha cancellato le brutte previsioni meteo, anche se il troppo vento ci ha in parte ostacolato la chiusura all’aperto della prima serata.

L’arrivo in città è segnato dal passaggio al Guggenheim, un edificio davvero bello che ha decretato il lancio della piccola città basca come tappa di un moderno gran tour globale in cui si sorvola e si consuma tutto velocemente.

All’arrivo in hotel ci accoglie una manifestazione di lavoratori licenziati dalla struttura alberghiera, che nello scusarsi per il contrattempo, ci rassicurava che avevano comunque provveduto a sostituire il personale, che naturalmente avrebbe lavorato in condizioni peggiori. Naturalmente con tutti gli ospiti che come noi erano venuti per il Forum abbiamo espresso la nostra solidarietà ai dimostranti.

Il Forum Europeo ha visto la presenza di più di 400 le persone registrate, provenienti da tutta Europa in rappresentanza di 120 organizzazioni politiche, ONG, sindacati, hanno dato vita a tre giornate di discussione sullo stato dell’Unione Europea e di come far fronte alla avanzata delle forze xenofobe e razziste che stanno cercando di impadronirsi di questo spazio politico.

Qui si sono incrociate le diverse esperienze che sul piano nazionale ed europeo si pongono il problema di una proposta alternativa sia alle destre estremiste che alle forze politiche che vogliono continuare a dirigere la UE a suon di Austerity e politiche anti sociali.

Il programma articolato in plenarie e assemblee tematiche è stato aperto e chiuso dall’appello dei compagni brasiliani e dall’ex ministro degli esteri del governo Correa a non lasciare sola la sinistra dell’America Latina e a far sentire la vicinanza a Lula. Questo appello è stato raccolto con un lungo e caloroso applauso. I loro interventi ci hanno raccontato come in diversi paesi del Sud America l’ingerenza USA e il ritorno al consenso di Washington passa attraverso i golpe giudiziari e, anche se con forme diverse, ripropongono gli anni bui delle dittature militari e le politiche di privatizzazione e impoverimento. È facile in questi giorni vedere come questa strategia non abbia un carattere locale ma si possa riscontrare anche nel nostro continente con arresti e condanne di militanti e repressione e intimidazione di tutte le manifestazioni di opposizione delle sinistre.

La ricca agenda di incontri ha prodotto un ottimo documento conclusivo. La presenza di personalità, parlamentari europei, fondazioni politiche di area socialista, verdi e del gruppo del GUE/NGL ha rimarcato l’interesse a costruire insieme un Europa sociale, ecologica, femminista e democratica. Non è una strada facile, certamente, le differenziazioni che sono presenti qui e fuori di qui, non rendono facile la capacità di essere percepiti come una solida alternativa e restano le differenti origini culturali e nazionali.

La spinta che i governi del sud Europa stanno cercando di dare, con tutti i limiti del caso, per imprimere un cammino diverso a questa UE, la stessa capacità di Corbyn e di Sanders di ridare fiato ad una sinistra progressista, sono sicuramente un’indicazione che si può agire per mettere al centro le questioni del lavoro dell’ambiente dei diritti civili e sociali, come il workshop organizzato dal GUE/NGL ha indicato, ripartendo dal manifesto di Ventotene. Così come è possibile mettere in campo una strategia unitaria per far fronte alle politiche contro i migranti e contro i lavoratori che le destre stanno avanzando, come è stato detto nell’incontro organizzato dalle fondazioni politiche della sinistra e dei verdi.

La definizione di un cammino comune sul ruolo della UE nelle politiche di Pace e contro i trattati commerciali che vengono proposte come una soluzione ma che spingono a maggiore impoverimento e ad una forma di neo colonialismo verso i paesi del sud del mondo, è stato il centro della discussione nella plenaria dal titolo evocativo “una nuova Europa per un nuovo Mondo” e a cui ha fatto seguito in serata un omaggio a Nelson Mandela.

Le questioni del Patriarcato e le condizioni di vita e di lavoro delle donne sono stati al centro della prima assemblea plenaria del secondo giorno a cui hanno fatto seguito quelle su un nuovo modello di economia solidaristica e quella sulla transizione ecologica che ha chiuso la seconda giornata.

L’ultimo giorno ha visto una interessante assemblea con e sul ruolo dei sindacati dei lavoratori, in cui oltre alle esperienze delle lotte è emerso anche un lavoro difficile da fare sia sul terreno della rappresentanza del lavoro precario sia quello di una ricomposizione, a livello europeo, degli interessi dei lavoratori.

L’assemblea finale ha raccolto i report di tutti i workshop e le assemblee tematiche tenutesi e la presentazione del documento finale a cui si era lavorato durante i giorni del Forum.

Come detto il documento finale è molto buono e tra le altre cose propone una COP economica, cioè una forma di democratizzazione attraverso il coinvolgimento di parlamenti nazionali e società civile, della sfera economica della UE.

Il cammino verso una altra Europa non è facile ma la necessità di trovare le forme e i contenuti di una proposta condivisa ha visto a Bilbao un passaggio io credo importante.

 

qui il testo dell’appello

l’appello è pubblicato anche nella pagina transform-italia su  facebook