Pubblichiamo una breve nota di Massimo Prearo, efficace studioso italiano di neofondamentalismi e politiche anti-gender. Prearo, che parteciperà prossimamente a un webinar organizzato da Transform su questi temi, è ricercatore all’Università di Verona e ha recentemente pubblicato: Anti-Gender Mobilizations, Religion and Politics: An Italian Case Study (Routledge, 2024).
Per chi non l’avesse visto passare, il gruppo RadFem e la stessa interessata hanno appena comunicato la nomina di Marina Terragni, giornalista e attivista particolarmente impegnata nella lotta contro “il gender”, su cui scrive e pubblica abbondantemente su Il Foglio, come Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza. Questa Autorità che avrebbe per scopo “la tutela e la promozione dei diritti delle persone di minore età”, attraverso “ascolto e partecipazione, promozione e sensibilizzazione, collaborazione, elaborazione di proposte, pareri e raccomandazioni”.
La nomina di Terragni fa da pendant a quella di Massimo Gandolfini, leader e presidente del Family Day, come consulente presso il Dipartimento per la politica antidroga presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, a quella della Prof.ssa Assuntina Morresi, già componente del Comitato Nazionale di Bioetica, a vice-capo di gabinetto della Ministra Roccellla, a quella dell’avvocato Domenico Menorello, presidente della rete neocattolica Ditelo Sui Tetti al Comitato Nazionale di Bioetica, e così via.
Una serie di nomine chiaramente sbilanciate sul piano neocattolico, ma completate da figure dell’attivismo della versione anti-gender femminista come Marina Terragni, che rende compiuta l’immagine dell’identità neocattolica e femminista antigender della Ministra Roccella. Prosegue il progetto di occupazione istituzionale che i movimenti, ripeto, neocattolici da un lato e femministi gender-critici dall’altro, hanno potuto realizzare grazie alla finestra di opportunità aperta dall’alleanza (per i primi) e dalla collaborazione (per i secondi) con la destra populista radicale, con Fratelli d’Italia in particolare, e infine con il Governo Meloni.
Considerato tutto un discorso anti-gender e anti-trans che, almeno dal dibattito intorno al DDL Zan, ha portato queste due sponde a lavorare per raggiungere gli stessi obiettivi politici, ovvero ostacolare se non addirittura impedire l’accesso ai servizi e ai supporti dedicati alle persone minori trans, così come l’accesso a momenti educativi di formazione e di crescita relativamente al genere e alla sessualità, c’è da immaginare che, al motto di “i bambini trans e gender creative non esistono” (cit.), non saranno certo i diritti di minori e adolescenti trans* a essere tutelati e promossi.
Non stupisce questo incarico, che fa seguito a un’altra nomina che Marina Terragni aveva già ricevuto dalla stessa Roccella quale Presidente del Gender Equality Advisory Council, organismo indipendente presso il G7 “sulle tematiche della parità di genere e dell’empowerment femminile”.
Non stupisce e non sorprende, perché nella continuità del progetto di rovesciamento istituzionale in chiave antigenderista e antilgtqista che questo Governo e questa maggioranza stanno portando avanti e implementando con particolare determinazione, e con le disastrose conseguenze che le persone trans*, queer, gender non conformi, e tutte le persone LGBTQIA+ sperimentano quotidianamente in questo paese.
Massimo Prearo