Lo studio della geografia evoca nella memoria dei più lunghi elenchi di nomi di province, capitali, conteggi di superfici ed abitanti. Nel dibattito pubblico incontriamo termini come geopolitica, geo-strategia che alludono ad una cartografia dei processi politici, sociali ed economici. La enciclopedia Treccani così introduce il termine geopolitica” Termine coniato dallo svedese R. Kjellén per indicare quel complesso di problemi politici che traggono origine da fatti d’ordine territoriale, specie quando si consideri lo Stato come un organismo che nasce, si sviluppa e decade, e che, al pari degli esseri viventi, ha bisogno di uno spazio vitale. Il termine ebbe larga fortuna tra le due guerre mondiali, nella geografia politica tedesca, da cui si sviluppò una scuola di g. guidata da K. Haushofer e raccolta attorno allo Zeitschrift für Geopolitik. Tale scuola, dopo aver enunciato alcune apprezzabili proposizioni teoriche, subì un’involuzione verso forme esasperate di determinismo e verso un’azione di legittimazione della politica espansionista e razziale del nazismo. Da ciò derivò un discredito della g., durato a lungo, e un ristagno degli studi geopolitici. Dagli anni 1970 si è assistito a una ripresa della g., soprattutto in forma di studi delle relazioni internazionali, fondate su rapporti di forza, per il controllo dello spazio e delle risorse.”
La dimensione territoriale dei processi di trasformazione delle società umane è ovviamente centrale, lo sviluppo delle società umane è strettamente correlato alle specifiche condizioni ambientali, climatiche in cui si sono sviluppate le diverse civiltà, dal neolitico, dalle società dei cacciatori raccoglitori, all’invenzione dell’agricoltura ad oggi. L’oggi è segnato, passando per il mercantilismo, la nascita dell’industria e della società capitalistica, dalla crisi climatica, dalla devastazione degli ecosistemi come processi globali. Il riscaldamento globale indotto dalle emissioni dei gas climalteranti diventa il contenitore delle trasformazioni -catastrofiche e devastanti- indotte dall’attuale modo di produzione negli equilibri che hanno permesso lo sviluppo della vita in generale e delle società umane in particolare sul nostro pianeta. Un contenitore che si articola regione per regione con intensità e qualità differenti, regioni come quella mediterranea e quella artica conoscono aumenti della temperatura media ben più consistenti di quella media globale. Se il mediterraneo influisce pesantemente sulle regioni che vi si affacciano, l’Italia è una di queste, provocando cambiamenti progressivi e l’incremento in numero ed intensità dei fenomeni metereologici estremi, il riscaldamento della regione artica ha effetti sulle dinamiche del clima a livello globale1.
Rimanendo sul tema del cambiamento climatico come dinamica regionale e globale che modifica progressivamente e radicalmente i caratteri dei singoli territori, la mappa e quindi i parametri che definiscono la loro cartografia, i processi non hanno un andamento lineare, conoscono delle soglie oltre le quali le dinamiche si amplificano e così pure i loro effetti, sono i cosiddetti ‘tipping point’ sui quali esite ampia letteratura, nella quale si vede come macro regioni da quella artica alla foresta amazzonica, passando per le correnti oceaniche atlantiche – il cosiddetto AMOC- possono andare incontro a cambiamenti irreversibili con conseguenze globali2.
Un concetto che tende a definire le soglie per macro-processi che sintetizzano il cambiamento globale in atto è quello di ‘confini planetari’ ‘Planetary Boundaries’3, la cui definizione è opera di Johan Rockström professore di scienze ambientali all’università di Stoccolma. Qui, dal 2007 al 2018, è stato direttore dello Stockholm Resilience Centre, dove ha elaborato nel 2009 la teoria dei confini planetari (planetary boundaries in inglese), individuando i sistemi naturali che sostengono la vita sulla Terra e i cambiamenti che possono essere apportati in modo sicuro al loro interno senza alterare profondamente la vita sul pianeta.
I cambiamenti indotti nelle matrici ambientali -aria, acqua suolo- negli andamenti climatici, negli ecosistemi, nella configurazione della superfice del globo nelle diverse regioni, nella produzione ed accumulo di manufatti e delle loro macerie, dei rifiuti e reflui delle attività umane complessive, insomma il prodotto complessivo e cumulato dei processi di antropizzazione, ha portato a definire una nuova epoca sul piano geologico, il cosiddetto Antropocene; la definizione prende in considerazione le mutazioni sostanziali indotte e le tracce lasciate dal processo storico di antropizzazione, in particolare a partire dall’instaurarsi dei rapporti sociali di produzione capitalistici. Si possono leggere per lo sviluppo del concetto di Antropocene e di Confini Planetari, tra le migliaia, tre articoli di cui il primo The Anthropocene and Geography I: The Back Story4 che vanno sotto il titolo comune di Anthropocene and Geography.
Nel secondo articolo della serie Geography and the Anthropocene II: Current contributions, è particolarmente rilevante la seguente osservazione sull’uso del concetto di Antropocene.
“Alcuni geografi umani considerano l’Antropocene come la base per un ripensamento fondamentale delle categorie più elementari del pensiero occidentale, con tutto ciò che ciò implica su come potremmo allora agire nel mondo. In Geografia, queste categorie hanno contribuito per decenni a organizzare i contenuti e il lavoro degli addetti ai lavori della disciplina. Dualismi assiomatici come natura-cultura, società-ambiente e rurale-urbano hanno sostenuto le divisioni interne del lavoro accademico tra vari geografi “umani” e “fisici”. Più in generale, alcuni ritengono che abbiano creato un falso senso di separazione tra le persone e il mondo non umano, come se ciò che per convenzione chiamiamo “natura” fosse uno sfondo stabile o una mera tabula rasa per i nostri desideri. “
Cosa si intende tradizionalmente per geografia Umana. La geografia antropica, chiamata anche geografia umana o antropogeografia, è la scienza dedicata all’analisi della distribuzione, della localizzazione e dell’organizzazione spaziale dei fatti umani. Tale scienza è composta da un aspetto sincronico, ovvero l’analisi dei progetti organizzativi umani presenti nel mondo in un determinato periodo, e da un aspetto diacronico, ovvero l’analisi dei processi che nel corso del tempo hanno condotto alla formazione di tali assetti. Questa branca include gli aspetti culturali, economici, sociali e politici della geografia. Privilegiando la ricerca degli elementi soggettivi nel rapporto uomo-territorio, sovente si avvale di discipline quali le scienze sociali (in particolare sociologia, economia e psicologia), o di forme comunicative come la letteratura e le espressioni artistiche, specie in ambito regionale o nazionale5.
L’annotazione sulla legittimità di rigide partizioni nella disciplina della geografia a partire sull’introduzione del concetto di Antropocene, ci riporta alla considerazione della complessità dei processi di antropizzazione, di sviluppo dei caratteri delle società umane, in un’epoca ella quale tutte sono comprese nell’affermarsi dei rapporti sociali di produzione capitalistici, nelle loro diverse versioni e organizzazioni di formazioni sociali particolari, tuttavia tutte tra loro correlate nella costruzione di una dinamica globale.
La geopolitica nell’accezione attuale si occupa soprattutto dei rapporti di forza, della competizione tra le maggiori potenze ed i maggiori poteri sul piano economico, finanziario e tecnologico a livello globale; di questa competizione la guerra è una componente ineludibile. Lo sguardo sulla geopolitica necessariamente correla la competizione a tutto l’ampio spettro delle risorse e degli obiettivi posti in gioco, correla tra di loro i diversi terreni di scontro e di competizione. Forme della competizione, poste in gioco, gerarchia dei soggetti che competono, si definiscono in una quadro globale, quadro globale che ha conosciuto fasi diverse, con diversi protagonisti, come ci ricorda ad esempio Maurizio Lazzarato nel suo articolo su Machina Gli Stati Uniti e il «capitalismo fascista»6, che riprenderemo più avanti.
Allo stato attuale il quadro di questa competizione appare assolutamente instabile aperto a molteplici esiti, anche imprevedibili, con un orizzonte di prevedibilità degli eventi sempre più prossimo, soggetto anche all’irruzione di azioni dirompenti come paiono essere l’insieme delle iniziative della seconda amministrazione Trump, al centro dell’analisi e della ricostruzione dei processi in corso da parte di Lazzarato.
Lazzarato fa uso del concetto di ‘ciclo strategico’ di cui definisce l’excursus storico, in particolare come segue.
“A partire dalla crisi del 2008, il ciclo strategico è salito alla ribalta fino a scalzare il «mercato», le regole economiche, il diritto internazionale, i rapporti diplomatici tra Stati ecc., pur avendo come obiettivo quello di rilanciare l’economia americana in grave difficoltà e impedirne l’implosione. La nuova accumulazione primitiva e il ciclo strategico si dispiegano sotto i nostri occhi. Lo «stato d’eccezione» è stato innescato da Trump e si sviluppa in maniera molto differente rispetto alla definizione canonica data da Carl Schmitt o ripresa da Giorgio Agamben: invece di riguardare il diritto pubblico e la costituzione formale dello Stato-nazione, colpisce in primo luogo le regole della costituzione materiale del mercato mondiale e le norme del diritto internazionale proprie dell’Ordine mondiale. Con lo stato d’eccezione globale, lo spazio in cui si disegna il Nomos della terra, con le sue linee di amicizia e ostilità, è quello della guerra civile mondiale. Invece di concentrarsi sul diritto, lo stato d’eccezione globale integra profondamente economia, politica, militare, giuridico. La guerra civile mondiale si riflette nella guerra civile interna agli Usa, intensificando razzismo e sessismo, la militarizzazione del territorio, la deportazione dei migranti, attaccando università, musei, demonizzando parole, concetti, ecc.”
Lazzarato tematizza la necessità di una rottura rispetto agli “automatismi” dell’economia, imposti politicamente tra gli anni ’70 e ’80 dagli USA (…) La configurazione dei poteri ricercata richiede una rottura. Non è deducibile dalla situazione che ha condotto alla crisi, necessita di un salto fuori dalla situazione.
In queste condizioni, è persino difficile parlare di capitalismo, di «modo di produzione», perché ci si confronta con l’azione di un «signore» che decide in modo arbitrario le quantità di ricchezza che ha diritto di prelevare dalla produzione dei suoi «servi». Il segretario americano al Tesoro, Scott Bessent, ha dichiarato senza il minimo imbarazzo che l’America tratterà la ricchezza dei suoi «alleati» come fosse la sua: Giappone, Corea, Emirati e soprattutto l’Europa si sono impegnati a investire «secondo i desideri del Presidente». Si tratta di un «fondo sovrano, gestito a discrezione del Presidente, per finanziare una nuova industrializzazione». Il presentatore di Fox News, sbalordito, lo definisce un «fondo di appropriazione offshore». Bessent: «Oh, è un fondo sovrano americano, ma con i soldi degli altri»
Al di là della definizione di questa rottura come una nuova innovativa fase di accumulazione primitiva Lazzarato sottolinea la necessità di questa rottura, la diversità del ‘f
Nell’analisi della trasformazione/rottura delle dinamiche globali, nei nostri precedenti articoli abbiamo sottolineato l’instabilità degli assetti globali, l’impossibilità del singolo soggetto, stato o coalizione di stati che sia di determinare e governare la traiettoria della trasformazione in corso, soprattutto se si prende in considerazione la correlazione tra le diverse crisi/trasformazioni in corso in primo luogo la crisi climatica e la rivoluzione tecnologico-digitale che pervade tutti i processi economici e produttivi ; quest’ultima in particolare sta monopolizzando i processi di valorizzazione finanziaria nelle borse USA, che ancora costituiscono gran parte della massa dei listini quotati, diventando quindi fattore primario della finanziarizzazione, ma anche fonte primaria di instabilità, di scoppio della bolla che è creata.
Le tecnologie digitali sono centrali anche per le trasformazioni del mercato monetario-creditizio-finanziario con la crescita del mercato delle cripto-valute, tra cui quelle stabilizzate le cosiddette stable-coin agganciate a all’andamento di corrispettivi come divise e titoli pubblici, quest’ultima manovra punta a stabilizzare il debito pubblico statunitense, almeno nell’immediato, salvo generare instabilità e contraddizioni per ora inesplorate nel mercato che si verrà a creare. La terza variante sono le monete digitali emesse dalle banche centrali, che Trump ha vietato alla Fed che verrà senz’altro emessa dalla BCE probabilmente nel prossimo anno.
Il fatto nuovo che irrompe sulla scena mondiale in questo anno 2025 è l’iniziativa su piano internazionale e la centralizzazione del potere all’interno da parte della presidenza TRUMP, esso provoca come stiamo vedendo l’accelerazione delle mosse di altri protagonisti come nel caso dello SCO e dei BRIC, al di là della capacità nel breve periodo di questi ultimi di rispondere efficacemente, a parte il soccorso portato all’economia russa da parte di Cina ed India in particolare.
La politica sui dazi e l’emigrazione dell’amministrazione USA vanno ad incidere pesantemente e progressivamente sugli equilibri economici, sociali e demografici dei paesi coinvolti, vale adire va ad incidere sulla mappa del globo che avevamo davanti a noi sino ad oggi; le conseguenze sui diversi piani e nelle diverse regioni del globo sono in gran parte imprevedibili, nei loro effetti cumulativi e tra loro correlati.
Se vogliamo avere un quadro credibile e non banalmente e superficialmente economicista o banalmente in senso geopolitico, dobbiamo considerare a fondo gli assetti complessivi delle diverse formazioni sociali, le diseguaglianze sociali e gli andamenti demografici come si articolano territorialmente, nella concentrazione delle popolazione nelle aree metropolitane, a loro volta connesse in gigantesche megalopoli di decine se non centinaia di milioni di abitanti in condizioni che -ricordiamolo-abbiamo avuto davanti agli occhi in occasione della passata pandemia da Sars-Cov-2, il Covid. Ricordiamo due testi degli anni passati che hanno descritto questi processi, ‘Il pianeta degli Slum’ di Mike Davis del 2006 pubblicato in Italia da Feltrinelli, ‘Globalizzati e scontenti’ di Saskia Sassen del 1998, pubblicato in Italia da Il Saggiatore.
Nell’articolo di Lazzarato le parole clima o riscaldamento globale non compaiono, concetti forse non necessari per la sua argomentazione, certo necessari a descrivere lo sconquasso, l’instabilità complessiva che si va a manifestare nei prossimi anni e decenni, processi di medio lungo periodo che nelle loro conseguenze attuali possono determinare rotture, superamento di soglie che non paiono essere previste né tanto meno essere prese in considerazione.
Il paradosso di questa situazione è che le capacità di osservazione di ciò che accade sulla superfice del nostro pianeta e la mole di informazioni prodotta crescono ad un ritmo esponenziale, assieme alla capacità di elaborazione con gli algoritmi digitali definibili a vario titolo di intelligenza artificiale. L’amministrazione Trump si limita distruggere l’uso di queste informazioni per prevenire la crisi climatica, mentre se ne continua l’uso a fini militari. Oggi i dispositivi collocati nello spazio attorno al nostro pianeta, costituiscono uno strumento fondamentale tanto per svolgere attività quotidiane quanto per definire un quadro globale e sempre più fine a livello locale, di ogni attività e fenomeno che su svolga sulla sua superfice.
Quanto più si intrecciano processi di crisi/trasformazione quanto più diventa necessaria una conoscenza sempre più approfondita, complessa ed in tempo reale di quanto accade sulla superfice del globo, allo scopo di comprendere e governare questi processi. Siamo quindi di fronte ad un problema fondamentale di condivisione delle consocenze che va definire il grado di partecipazione e democrazia nel governo delle nostre società, le quali va ribadito sono nel pieno di una trasformazione dagli esiti imprevedibili che tuttavia opera quotidianamente discriminando pesantemente, acuendo le diseguaglianze sociali, sino a limitare pesantemente le possibilità stesse di sopravvivenza di intere popolazioni o quote di esse.
Possiamo augurarci che un crescente movimento contro la guerra, contro il riarmo, contro il genocidio in Palestina e altrove, intrecciato agli altri movimenti sociali, possa fare del problema della condivisione della conoscenza, del controllo di quegli enormi apparati di acquisizione di informazioni e produzione di conoscenza nella loro elaborazione, un suo obiettivo fondamentale, cominciando a prendere consapevolezza della sua esistenza. Possiamo definirlo un punto di vista sulla geografia e la geopolitica.
Roberto Rosso
- https://ingvambiente.com/2024/12/27/amplificazione-artica-come-il-riscaldamento-del-polo-nord-sta-cambiando-il-clima-del-pianeta/#:~:text=Che%20cos%27%C3%A8%20l%27amplificazione%20artica?%20L%27amplificazione%20artica%20%C3%A8,globale%2C%20che%20si%20aggira%20intorno%20a%201%C2%B0C. [↩]
- https://report-2023.global-tipping-points.org/resources/ https://theconversation.com/atlantic-ocean-is-headed-for-a-tipping-point-once-melting-glaciers-shut-down-the-gulf-stream-we-would-see-extreme-climate-change-within-decades-study-shows-222834 https://tos.org/oceanography/article/is-the-atlantic-overturning-circulation-approaching-a-tipping-point https://www.tandfonline.com/doi/epub/10.1080/00139157.2021.1842711?needAccess=true https://insideclimatenews.org/news/27112019/climate-tipping-points-permafrost-forests-ice-antarctica-greenland-amazon-nature/ [↩]
- https://economiacircolare.com/premio-nobel-ambiente-johan-rockstrom-planetary-boundaries/ https://www.stockholmresilience.org/research/planetary-boundaries.html https://www.stockholmresilience.org/research/research-news/2023-09-13-all-planetary-boundaries-mapped-out-for-the-first-time-six-of-nine-crossed.html https://www.stockholmresilience.org/publications/publications/2019-07-25-matching-scope-purpose-and-uses-of-planetary-boundaries-science.html [↩]
- https://compass.onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/gec3.12141[↩]
- https://it.wikipedia.org/wiki/Geografia_antropica più completa la voce in lingua inglese https://en.wikipedia.org/wiki/Human_geography#cite_note-2 [↩]
- https://www.machina-deriveapprodi.com/post/gli-stati-uniti-e-il-capitalismo-fascista [↩]