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Il diritto umano di “vivere liberi dalla paura nucleare”

di Laura
Tussi

Un imperativo morale che confligge con le promesse di riarmare l’Ucraina alla fine della guerra anche con ordigni atomici

Cittadini di ogni parte del mondo, siamo mossi da un’aspirazione profonda e insopprimibile: quella a un futuro di pace, così come è solennemente enunciato nella Carta delle Nazioni Unite. Questa aspirazione, oggi più che mai, si scontra con una realtà agghiacciante: il rischio, ogni giorno più concreto, di un conflitto nucleare, come testimoniano le ambigue posizioni dei leader europei sull’Ucraina, che invece di sostenere nel cammino verso accordi di pace, la distolgono da questo obiettivo con la promessa di continuare a riarmarla fornendole anche ordigni atomici, come hanno promesso in occasione del vertice con Trump e Zelensky alla Casa Bianca, nel tentativo forse di rallentare le trattative finalmente in corso. “Nessuno vuole la pace più del popolo ucraino ma una pace giusta e duratura si ottiene solo con la forza”, ha affermato la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen (nella foto). Un’enorme bestialità secondo noi attivisti per la pace.

Di fronte a questa terrificante minaccia siamo chiamati ad agire, ad affermare con forza il diritto inalienabile dell’intera umanità a vivere libera dall’incubo atomico.

La dignità umana, fondata sul supremo diritto alla vita di ogni individuo, si estende inevitabilmente alla salvaguardia della nostra stessa specie. È un diritto che racchiude in sé la memoria delle generazioni passate e, allo stesso tempo, la promessa di un futuro per quelle a venire. Per questo, riteniamo che la preparazione di un crimine sia già un crimine. Mantenere in funzione gli arsenali nucleari, e a maggior ragione modernizzarli, rappresenta un atto criminale contro l’umanità intera. L’esistenza stessa di queste armi non è un semplice deterrente, ma un ricatto allo sterminio, incompatibile con ogni scopo e principio del diritto internazionale.

È giunto il momento di sbarazzarci della fallace dottrina della “deterrenza”. La minaccia dell’uso di queste armi, anche solo potenziale, è un’offesa morale che annulla ogni possibilità di dialogo e di pace. Per questo, affermiamo che la dichiarazione di illegalità delle armi nucleari e la loro effettiva eliminazione sono indissolubilmente legate. Non si può pretendere di eliminare il loro uso senza prima smantellare l’arma stessa.

Noi esigiamo dai nostri governi un impegno concreto e inequivocabile. Chiediamo che si adoperino per far approvare dall’Assemblea delle Nazioni Unite una risoluzione sul “diritto a vivere liberi dalla paura della guerra nucleare”, un diritto universale e indivisibile che non può essere scavalcato da alcun preteso diritto di autodifesa degli Stati. L’approvazione di un tale principio giuridico obbligherà tutti i Paesi a rinunciare alla minaccia nucleare e a procedere, in modo controllato, verificabile e rapido, verso il disarmo totale.

È necessario che la comunità internazionale si muova in fretta per la stipulazione di un trattato vincolante per il bando delle armi nucleari, come il TPNW – Trattato Proibizione Armi Nucleari, analogo a quelli già in vigore per le armi chimiche e biologiche, che preveda sanzioni adeguate per chiunque violi questo imperativo morale. La nostra voce non è un’utopia, ma un grido di coscienza che chiede di salvaguardare la vita, l’unica che abbiamo. È una chiamata a riconoscere il nostro dovere di difendere il futuro dell’umanità, a porre fine a questo incubo e a costruire, finalmente, una pace autentica e duratura.

Laura Tussi

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