Un imperativo morale che confligge con le promesse di riarmare l’Ucraina alla fine della guerra anche con ordigni atomici
Di fronte a questa terrificante minaccia siamo chiamati ad agire, ad affermare con forza il diritto inalienabile dell’intera umanità a vivere libera dall’incubo atomico.
La dignità umana, fondata sul supremo diritto alla vita di ogni individuo, si estende inevitabilmente alla salvaguardia della nostra stessa specie. È un diritto che racchiude in sé la memoria delle generazioni passate e, allo stesso tempo, la promessa di un futuro per quelle a venire. Per questo, riteniamo che la preparazione di un crimine sia già un crimine. Mantenere in funzione gli arsenali nucleari, e a maggior ragione modernizzarli, rappresenta un atto criminale contro l’umanità intera. L’esistenza stessa di queste armi non è un semplice deterrente, ma un ricatto allo sterminio, incompatibile con ogni scopo e principio del diritto internazionale.
È giunto il momento di sbarazzarci della fallace dottrina della “deterrenza”. La minaccia dell’uso di queste armi, anche solo potenziale, è un’offesa morale che annulla ogni possibilità di dialogo e di pace. Per questo, affermiamo che la dichiarazione di illegalità delle armi nucleari e la loro effettiva eliminazione sono indissolubilmente legate. Non si può pretendere di eliminare il loro uso senza prima smantellare l’arma stessa.
Noi esigiamo dai nostri governi un impegno concreto e inequivocabile. Chiediamo che si adoperino per far approvare dall’Assemblea delle Nazioni Unite una risoluzione sul “diritto a vivere liberi dalla paura della guerra nucleare”, un diritto universale e indivisibile che non può essere scavalcato da alcun preteso diritto di autodifesa degli Stati. L’approvazione di un tale principio giuridico obbligherà tutti i Paesi a rinunciare alla minaccia nucleare e a procedere, in modo controllato, verificabile e rapido, verso il disarmo totale.
È necessario che la comunità internazionale si muova in fretta per la stipulazione di un trattato vincolante per il bando delle armi nucleari, come il TPNW – Trattato Proibizione Armi Nucleari, analogo a quelli già in vigore per le armi chimiche e biologiche, che preveda sanzioni adeguate per chiunque violi questo imperativo morale. La nostra voce non è un’utopia, ma un grido di coscienza che chiede di salvaguardare la vita, l’unica che abbiamo. È una chiamata a riconoscere il nostro dovere di difendere il futuro dell’umanità, a porre fine a questo incubo e a costruire, finalmente, una pace autentica e duratura.
Laura Tussi
