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Vinceremo le elezioni per cacciare il FMI e portare aria fresca in America Latina

di Argiris
Panagopoulos

Intervista di Argiris Panagopoulos a Victoria Perez, deputata e candidata di “Fronte di tutti”, pubblicata nel quotidiano di SYRIZA “Avgi”, Domenica 11 Agosto 2019.

“Domenica con le elezioni primarie obbligatorie invieremo il messaggio che l’Argentina non vuole Màcri e il FMI, non vogliamo l’austerità, la povertà, la disoccupazione, l’esplosione dell’inflazione. Sarà il primo passo per vincere le elezioni presidenziali e parlamentari di ottobre con il primo turno, per salvare il nostro paese e il nostro popolo da una dura politica neoliberale e dare aria fresca all’America Latina”, ha detto Victoria Analia Donda Peres, la giovane parlamentare di “Somos” simbolo della democrazia argentina.

In Argentina si vota oggi per le PASO, le elezioni primarie obbligatorie volute da Cristina Kirchner, per scegliere i candidati per le presidenziali e il parlamento. I candidati presidente devono superare l’1,5%. Il presidente in Argentina sarà eletto a ottobre al primo turno con il 45% o il 40% e una distanza di dieci punti dal secondo candidato, altrimenti ci sarà il secondo turno a dicembre. Tutti i sondaggi danno la vittoria a Alberto Fernandez e a Cristina Fernandez Kirchner con una differenza tra i 4 e i 9 punti da Màcri e Picheto.

La 42enne Donda è nata tra il luglio e l’agosto 1977 nella Scuola Superiore della Meccanica della Marina, la tristemente famosa ESMA, dove i suoi due genitori erano prigionieri. Suo padre fu ucciso quasi immediatamente, mentre sua madre è stata assassinata con uno dei “voli della morte” sul Rio de la Plata. Il suo stesso zio aveva ordinato che i suoi genitori fossero giustiziati. Donda non ha una vera data di nascita. Con la nonna, che è una delle dodici donne che hanno fondato l’associazione delle Nonne della Plaza  de Mayo, era rimasta la sorella maggiore. Circa quindici giorni dopo la sua nascita all’ESMA, il prefetto della giunta di Buenos Aires e torturatore Juan Attic, condannato per crimini contro l’umanità, si è presentato con sua moglie come i suoi veri genitori.

Donda fin dalla scuola ha partecipato a organizzazioni per la difesa dei diritti umani e delle libertà e successivamente nella Facoltà di Giurisprudenza di Buenos Aires ha partecipato attivamente a partiti e organizzazioni progressiste e di sinistra. Nel 2003, all’età di 23 anni, con l’aiuto delle nonne della Plaza de Mayo e dopo un test del DNA, ha scoperto la sua vera identità.

È stato eletta per la prima volta in parlamento nel 2007 con il Fonte della Vittoria di Kirchner ed è stata la parlamentare più giovane nella storia del Paese. In seguito è passata all’opposizione progressista e di sinistra, perché non era d’accordo con la politica economica, ambientale e quella sui diritti umanitari portata avanti dalla Kirchner.

La storia della “donna nata due volte” è stata conosciuta con  documentari e libri. Nel 2010 ha scritto il libro “Il mio nome è Victoria”, pubblicato in varie lingue.

-In Europa del Sud molta gente si arrabbia pensando che un paese sia commissariato dal FMI, e ancora di più quando quel paese è l’Argentina, che è stata presentato come modello dei memorandum, mentre noi avevamo visto e vediamo oggi la resistenza della società argentina contro queste politiche …

Il FMI ​​è tristemente legato alle politiche di disintegrazione delle nostre società e alle dure politiche di austerità. Credo che la maggior parte degli argentini prova ciò che hanno provato tanti europei. Abbiamo un’esperienza negativa condivisa delle politiche che impongono ai paesi “periferici”, come il nostro, e che, dal principio fino alla fine sono dirette contro le nostre società.

Per la seconda volta in Argentina negli ultimi anni, il FMI e le politiche del governo colpiscono gravemente gli strati più deboli della popolazione. Le riforme del lavoro hanno colpito particolarmente le donne e i lavoratori precari. È necessario allontanare il governo di Makri per poter cacciare il FMI e le sue politiche dal nostro paese, come abbiamo fatto in passato.

-Qual è la situazione sociale in Argentina?

Le loro politiche stanno portando ad una rapido impoverimento, poiché la povertà ha raggiunto livelli record. La disoccupazione è in aumento e in Argentina, dove abbiamo avuto un record di produzione agricola, ci sono tante persone che soffrono la fame. Questo è inaccettabile. L’inflazione è aumentata vertiginosamente e non sanno come frenare la svalutazione del pesos. Tutte le scelte del FMI e di Màcri non sono solo sbagliate, ma anche distruttive. Queste politiche dobbiamo rifiutarle nelle urne.

-Alberto Fernandez e Cristina Fernandez Kirchner insieme ad altre forze politiche hanno creato il “Fronte di tutti”, unendo il peronismo progressista, il centro-sinistra e gran parte della sinistra per rovesciare Màcri …

C’è molto ottimismo e la speranza che Màcri appartenga al passato. Tuttavia, tutto è stato fatto molto rapidamente e ci sarebbe voluto del tempo per valutare la situazione.

-Tutti i sondaggi concordano su un punto, vincerà il duetto Alberto Fernandes e Christina Fernandez Kirchner …

Màcri ha perso la società, ha perso la gente comune, non ha il sostegno popolare. Dobbiamo lottare fino all’ultimo minuto per convincere i cittadini ad andare e votare per cambiare le nostre vite. I sondaggi danno un quadro positivo per il candidato per il candidato del “Fronte di tutti”, ma penso che una volta alle urne i cittadini condanneranno Màcri e il FMI e voteranno per la speranza. Scommetto che vinceremo al primo turno con una buona differenza e non avremo bisogno di andare al secondo turno. Ecco perché dobbiamo lavorare duramente nella società per vincere sia le primarie di agosto sia le elezioni presidenziali e parlamentari di ottobre. La nostra vittoria è l’unico modo per salvare il nostro paese e la nostra gente.

-In Brasile e dopo in Argentina hanno cercato di colpire le forze progressiste e di sinistra usando la giustizia …

Questo è vero. Sembra esserci una strategia neoliberista più generale in questo campo. È ovvio che la giustizia è stata usata per fermare le forze e la dinamica delle forze progressiste per creare consenso. Ma sarebbe un errore per noi pensare che in Argentina abbiamo perso alcune delle elezioni solo per questo. In Argentina e in America Latina sono apparsi anche alcuni dei limiti della nostra politica, principalmente verso gli strati popolari. Non siamo stati in grado di cambiare i settori produttivi chiave, come il settore minerario e di estrazione in generale, e cambiare il modello produttivo del nostro paese. Ci sono aree in cui abbiamo creato l’integrazione della gente nella società, ma ci sono stati dei limiti. Quando noi non riusciamo a convincere la società che stiamo avanzando per un cambiamento strutturale, è facile che si presentino le destre per cancellare le nostre conquiste.

-Màcri è diventato il più grande alleato di Bolsonaro. Un cambio di governo in Argentina faciliterebbe anche le altre forze progressiste e democratiche in America Latina?

Màcri è la personificazione del neoliberalismo grottesco in America Latina. Bolsonaro allo stesso tempo è la persona che dà tutto per avere la fiducia degli Stati Uniti e ha mostrato i suoi limiti quasi immediatamente. In questo senso, Màcri è la persona più “simpatica” della destra e neoliberista in America Latina, se la confrontiamo particolarmente con Bolsonaro.

È importante vincere le elezioni in Argentina e vincerle con un ampio margine. Sarà il meglio per l’Argentina, ma anche per il resto dell’America Latina perché porteremo l’aria fresca di cui ha bisogno.

-È stata protagonista del tentativo di approvare la legge sull’aborto e una figura emblematica del movimento femminista in parlamento …

Abbiamo lottato duramente due volte per far approvare la legge sull’aborto alla Camera. Sono rimasta stupita dalle dinamiche del movimento femminista, delle centinaia di migliaia di giovani donne che ci hanno sostenuto con mobilitazioni in tutto il paese, anche in molti luoghi isolati. Le ragazze molto giovani che sono venute alle manifestazioni ci hanno dato molto coraggio e speranza.

Il femminismo non fa parte di un programma politico generale, ma è piuttosto un modo di vedere e comprendere la società e il mondo. Per noi, la legge sull’aborto è essenziale, perché in una società di schiavi non si può parlare di ridistribuzione della ricchezza se non c’è libertà. In Argentina con gli aborti illegali, le donne sono schiave dello stato da cui rivendichiamo la nostra libertà.

– La sua storia personale è indissolubilmente legata ai diritti umani e lei come avvocato si dedica alla loro difesa. Com’è la situazione in Argentina in questo campo in questo momento?

La lotta per difendere i diritti umani e salvaguardarli e garantirli dallo Stato non cessa mai. Ma dobbiamo dire che i diritti umani sono direttamente collegati alla ridistribuzione della ricchezza. Non possiamo avere illusioni che i diritti umani si allargheranno finché vince il neoliberismo, che ha fatto esplodere le disuguaglianze. Non ci possono essere diritti umani pieni fintanto che ci sono bambini denutriti in Argentina o rapimenti per traffico di organi.

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