Il percorso dell’associazione Contadini Resistenti della provincia di Piacenza sembrerebbe far pensare di sì. Un cammino ancora itinerante e faticoso, ma che se osservato dalla sua origine e dallo spazio percorso è già un successo di per sé.
Già, perché questa piccola associazione che conta una ventina di piccole, piccolissime e medie aziende agricole sparse sul territorio piacentino, dalla pianura alla montagna (Val Trebbia, Val Nure, Val Luretta e Val Tidone), rappresenta un mosaico di biodiversità non solo di prodotti e gusti ma anche di personalità, scelte di vita, caratteri ed ubicazioni territoriali. Aggregarsi, accettarsi reciprocamente e riconoscersi non è mai scontato. Rimanere insieme superando le difficoltà per costruire obiettivi comuni è un lavoro costante che richiede impegno, fiducia, solidarietà, visione.
Tutto cominciò nel lontano 2016 quando la sottoscritta fu contattata dalla Fondazione Bertuzzi-Losi per fare una fotografia dello stato dei luoghi delle piccole aziende agricole presenti prevalentemente nei territori cosiddetti disagiati e per verificare che vi fosse un nucleo di neoruralità con un focus particolare sulla collina e la montagna.
Lo scopo di tale progetto, denominato “Agricoltura altra nel piacentino” era quello di scovare fermenti di innovazione in piccole realtà rurali in via di sviluppo, in modo da cogliere il cambiamento e la transizione nell’ambito della neo agricoltura emergente. Il quadro emerso dalla ricerca sul territorio sarebbe stato poi raccontato a Piacenza in un convegno speculare a quello di Milano, “Contadini e complici”, promosso da OSTemi (Osservatorio Territorialisti Milano) con il contributo della Fondazione stessa e in collaborazione con la società Ciboprossimo di Milano.
Il seminario, costruito sulle testimonianze di 10 produttori scelti fra quelli incontrati fu un momento importante per la città non solo perché dava soddisfazione e riconoscimento al lavoro svolto e alla voce dei contadini, ma perché concretizzava uno stacco visibile e tangibile dalla retorica che finora aveva accompagnato “la bucolica campagna, la bellezza del mondo contadino, il ruolo del consumatore”.
L’istantanea che era stata colta nella prima fase di inchiesta, così frastagliata e stimolante e la risposta inaspettatamente vivace e partecipativa degli astanti al convegno, hanno fatto sì che, insieme alla Fondazione, si è pensato di scommettere su un progetto più operativo: dedicare un anno di lavoro al prosieguo dell’indagine cercando, contemporaneamente, di elaborare ed attuare alcune strategie che potessero mettere in rete i contadini e sviluppare collaborazioni fra essi.
La chiave del lavoro era continuare a conoscere le differenti realtà del luogo, identificare la cultura del territorio e ascoltare. Ascoltare e frequentarsi. Ascoltare, frequentarsi e imparare a confrontarsi. Questo è quanto si è fatto in questi anni e si continua a fare.
L’associazione sta costruendo anche le proprie attività di sbocco commerciale evitando di snaturare i propri ideali e mantenendo fede ai propri principi di genuinità, tutela e valorizzazione del territorio attraverso un’agricoltura ecosostenibile, per lo più biologica e naturale e di tipo familiare.
Il dialogo e la franchezza, l’onestà, lo scambio, la buona volontà e la costanza è quanto ha permesso all’associazione di camminare fino a qui.
Tutte le aziende sono caratterizzate per la maggior parte da pratiche agricole biologiche certificate, altre utilizzano metodi biologici non certificati e naturali senza l’uso di concimi chimici, diserbanti, pesticidi. Seguono produzioni stagionali, allevamenti allo stato brado o semi brado. Sono caratterizzati dall’effettuare scelte tese a produzioni ecosostenibili, ricerca di cultivar a bassa richiesta di acqua, utilizzo di pannelli solari. Sono produttori che ricavano il loro unico o principale reddito dall’agricoltura e portano avanti una conduzione familiare dell’azienda.
Come sbocchi commerciali l’associazione ha messo in piedi da circa tre anni un Mercato della Terra in collaborazione con Slow Food a cadenza mensile in Val Trebbia a Rivergaro ed un altro appena nato nella città di Piacenza, anch’esso a cadenza mensile.
Il Mercato è gestito in maniera autonoma dall’associazione e prevede anche la presenza di ospiti scelti fra quelli che condividono principi ed obiettivi dell’associazione.
Dal 2020, sempre in maniera autonoma, i Contadini Resistenti hanno strutturato anche un sistema di vendita con consegna a domicilio o con ritiro a Piacenza di tutti i loro prodotti con cadenza quindicinale. Per un paio di stagioni hanno realizzato un metodo di ordinazioni simile al “REKO” dei paesi nordici – un sistema di vendita che sfrutta i social, senza intermediari, a filiera corta e km0 – con ordinazioni effettuate dai clienti tramite la pagina Facebook e ritiro presso la sede dell’associazione a Caratta di Gossolengo e nella città di Piacenza in un parcheggio privato. Organizzano eventi e feste in collaborazione con amministrazioni, associazioni e proloco del territorio.
I Contadini Resistenti, con lo sviluppo delle proprie varie attività commerciali, ma anche di informazione, di divulgazione e di didattica stanno cercando di camminare con le proprie gambe senza attendere fumosi appoggi da istituzioni poco attente. Hanno creato invece collaborazioni proficue con quei comuni, enti, cooperative, associazioni, privati e aziende che dimostrano interesse nel condividere un progetto e a percorrere un pezzo di strada insieme. Contano sulle reti di collaborazioni fra soggetti che sposano gli stessi principi e condividono le stesse difficoltà. Puntano ad ingrandirsi rimanendo se stessi.
La presenza di un coordinatore e di un gruppo che si dedichi a tutto questo immettendo continuamente linfa vitale nella dinamica scacchiera è per ora cruciale per il benessere e l’evoluzione dell’associazione stessa.
Per saperne di più potete consultare la pagina Fb contadini resistenti, istagram contadini_resistenti, il sito web www.contadiniresistenti.it e il blog di Giuliana Casizzi
Giuliana Cassizzi, coordinatrice del gruppo Contadini Resistenti è una biologa che si occupa di ecologia e didattica ambientale.