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USA, Cina, Europa: quale controllo sui big del digitale?

di Roberto
Rosso

La commissione europea ha rilasciato le sue proposte per regolare il mercato digitale e controllare l’impatto delle tecnologie digitali su tutte le dimensioni delle formazioni sociali, con Il Market digital act’ e con il “Digital services act”. La posta in gioco è la capacità del potere politico di controllare i big del digitale che stanno acquisendo libertà d’azione, potere finanziario e capacità di controllo sulle relazioni sociali crescenti o meglio smisurati in termini non solo quantitativi ma anche qualitativi. È in gioco la capacità degli stati di piegare i nuovi protagonisti dell’economia ai propri interessi strategici, ma la scala del confronto è diversa rispetto al passato che si dispiega oggi a livello globale.

La stessa partita si gioca negli Stati Uniti ed in Cina con delle ovvie e profonde differenze, In USA e Europa gli interlocutori del potere degli stati sono i cosiddetti Gatekeepers innanzitutto il quintetto GAFAM (Google, Amazon, Facebook, Apple Microsoft). Le cinque corporation del digitale hanno la loro base in Nord America ed il confronto strategico è con la grande potenza americana, mentre nell’unione europea le istituzioni cercano di realizzare un dispositivo di controllo, del quale abbiamo fatto una prima analisi1 che va senz’altro approfondita, che -mentre appare nella sua complessità comunque inadeguata- apre un processo in cui le norme inseguono la trasformazione delle tecnologie digitali.

Se lo stato si definisce innanzitutto per il monopolio della forza, le tecnologie digitali in possesso delle società che controllano le reti globali costituiscono una risorsa fondamentale, dove la mappa delli rapporti sociali prodotta dalle reti per un verso si sostituisce all’uso della forza, ne costituisce il sistema nervoso, la condizione per il suo esercizio mirato e controllato. Gli stati in tutte le proprie articolazioni fanno un uso in proprio delle tecnologie digitali per una più raffinata capacità di controllo analisi del corpo sociale tuttavia è aperta la contesa per appropriarsi della messe di dati accumulati ed aggiornati in tempo reale dai network sociali.

La Cina si caratterizza per la volontà del partito di non cedere la sostanza del proprio potere. Come leggiamo su Limes2">https://www.limesonline.com/rubrica/cina-alibaba-internet-finanza-tecnologia))

“Pechino non permetterà ai colossi tecnologici cinesi di allestire un’oligarchia digitale. Questo è il messaggio sottinteso dei provvedimenti presi dalle autorità della Repubblica Popolare tra novembre e dicembre a danno in particolare di Alibaba e Tencent. Questo mese, l’autorità antitrust cinese ha multato l’azienda fondata da Jack Ma (in cinese Ma Yun) perché nel 2017 ha accresciuto senza permesso la sua quota azionaria della catena di negozi Intime.”

Anche la società China Literature, controllata di Tencent nel campo degli ebook, è stata sanzionata per l’acquisizione dell’impresa cinematografica New Classics Media. Inoltre, la fusione delle società Douyu e Huya è in revisione. Questa consentirebbe a Tencent, che possiede fette di entrambe, di controllare larga parte del settore di streaming dei videogiochi nella Repubblica Popolare Cinese.

Soprattutto, a novembre Pechino ha impedito il lancio sulle borse di Shanghai e Hong Kong di Ant Group, braccio finanziario di Alibaba, e redatto nuove regole antimonopolio nel settore digitale. Questi provvedimenti hanno spinto rapidamente i vertici di Ant a promettere maggiore trasparenza e affidabilità.”

Il blocco dell’IPO, la presentazione in borso, di Ant Group è avvenuto poche ore prima del suo lancio3, questo dato rende l’idea del livello cui è giunta la competizione un vero e proprio conflitto tra il potere politico e le potenze del digitalì, in gioco è il loro livello di autonomia che può avere dei riscontri anche a livello territoriale del controllo sulle aree più sviluppate del paese, come ci dice l’ottimo articolo di Giorgio Cucito che cura la rubrica settimanale ‘Bollettino imperiale’ “Osservatorio settimanale sulla Cina e le Nuove Vie della Seta”

Il discorso di Jack Ma al Bund Summit 2020 in Shanghai ha costituito il ‘casus belli’ 4

In sostanza afferma che quando l’innovazione è molto più avanti dei dispositivi che la regolano la conseguenza non può che essere il caos. Con questa affermazione Jack Ma individua il nodo della trasformazione in corso, in tutta la società e l’economia ed in particolare nella finanza -come stiamo vedendo nelle nostre analisi non solo in Cina- e prende quindi una posizione netta e crtica verso l’operato del governo e del partito. Sottolinea il ruolo futuro delle ‘digital currencies’ affermando che nei prossimi avranno una rapida evoluzione e destinate a diventare una componente essenziale di un nuovo sistema finanziario. Peraltro su questo punto il governo cinese sta già facendo alcune sperimentazioni.

L’intero suo discorso costituisce lo sviluppo di una sua affermazione iniziale5 ovvero che la Cima non sta affrontando il rischio di una crisi sistemica della finanza semmai quello della mancanza di un vero sistema finanziario.

Siamo di fronte ad un discorso che ha preso di mira il comportamento dello stato reclamando il protagonismo di chi guida i processi innovazione, rispetto ai quali il quadro istituzionale e normativo è arretrato -implicitamente si afferma che non può che essere arretrato-la conseguenza di questa drastica presa di posizione è stata il blocco della quotazione di Ant Group, Sarà più che interessante vederne l’evoluzione, anche tenendo conto del fatto che la Cina sembra essere uscita dalla morsa della pandemia toccando un nuovo record nelle esportazioni.

La presa di governo e partito sulla società si è rafforzato inquesti anni con l’uso delle capacità di mappare comportamenti individuali e collettivi, azione esercitata in tutto il paese ma in particolare degli abitanti dello Xinjiang realizzando una sorta di polizia predittiva6, sottoposta negli ultimi anni ad una profonda ristrutturazione.

Se questa è la descrizione sommaria del conflitto che si è aperto in Cina negli Stati Uniti si è aperta una contesa che vede la Federal Trade Commission e 48 stati aprire una causa contro Facebook. La Ftc sostiene che Facebook è impegnata in una “strategia sistematica” per eliminare i rivali, acquistando sia società emergenti più piccole che i colossi come Instagram (nel 2012) e WhatsApp (nel 2014). Facebook respinge le accuse, ricordando che l’antitrust autorizzò all’epoca entrambe le acquisizioni7 . “Ad accusare le due big tech sono stati dieci procuratori generali repubblicani, guidati dal Texas, che hanno puntato il dito contro un deal siglato nel settembre 2018: Facebook si è impegnata a non competere con gli strumenti digitali di Google in cambio di un trattamento speciale offertogli dal motore di ricerca. Nome in codice dell’accordo: Star Wars, anche se secondo la bozza della causa il nome effettivo era Jedi Blue. Inoltre, sembra proprio che le due aziende avessero già previsto che l’antitrust non avrebbe apprezzato il deal. Nell’azione legale si può infatti leggere che le due società tech avevano ipotizzato di doversi accordare per affrontare eventuali cause legali e assistersi “a vicenda nel rispondere a qualsiasi azione antitrust”, informando “prontamente e completamente l’altra parte di ogni comunicazione governativa relativa all’accordo”.

Siamo in presenza di un conflitto aperto su tutto lo scacchiere globale, in gioco non sono solo i rapporti di forza sul mercato del digitale oltre che tra stati e compagnie. La posta in gioco è la fase di transizione che la formazione sociale globale sta attraversando -dove la trasformazione tecnologica, che sembra costituire una sorta di singolarità una rottura di continuità, è l’elemento trainante: i giochi in Cina, Europa e Stati Uniti fanno parte di un gioco globale che coinvolge ogni angolo mondo. Contesto e posta di questo gioco è il cambiamento climatico il cui contrato dovrebbe essere abilitato dallo sviluppo tecnologico senza cambiare nella sostanza il modello di sviluppo, i rapporti di produzioni capitalistici nei quali le diseguaglianze sociali ed i rapporti di sfruttamento si acuiscono. La pandemia sociale da Sras-Covv-2 ne ha dispiegato gli effetti.

Il conflitto di potere che abbiamo illustrato è una delle manifestazioni della instabilità profonda della formazione sociale globale, nel contesto però della capacità del sistema capitalistico di fare delle proprie crisi un fattore di riproduzione e trasformazione. In questa realtà tocca sviluppare conflitto sociale, produrre movimenti di liberazione nei quali la condivisione della conoscenza è un fattore fondamentale che i movimenti di lotta sempre producono, ma che in queste condizioni deve esplicitarsi come obiettivo in sé: conoscenza in questo quadro della propria collocazione, della collocazione di ogni soggetto e movimento.

La mappa multidimensionale delle società non deve restare il prodotto estraniato delle nostre esistenze, ma diventare momento di autocomprensione della nostra propria condizione, bene comune di cui riappropriarsi, da sottrarre al gioco competitivo tra poteri statuali e societari.

  1. https://transform-italia.it/regolare-il-mercato-digitale-ovvero-svuotare-il-mare-con-un-secchiello/[]
  2. Messaggio per Alibaba: la Cina non sarà degli oligarchi digitali – []
  3. L’Ipo di Ant Group, affiliata del colosso dell’e-commerce Alibaba, che ne controlla il 33%, avrebbe dovuto portare tra 48 ore al collocamento di azioni per 34,5 miliardi di dollari sia alla borsa di Hong Kong che a quella Shanghai. In una sola frase, la più grande Ipo nella storia finanziaria globale, che avrebbe regalato alla fintech cinese (730 milioni di utenti al mese) una valutazione di oltre 310 miliardi, vicina a quella della seconda banca Usa, Bank of America -febbraio 2020, fonte Statista[]
  4. https://hk.appledaily.com/opinion/20201108/TRMUNM72DRAQJNCG3ON2JUUF4A/)), nel quale mentre rivendica la necessità di una via originale per lo sviluppo della Cina, analizza lo sviluppo del sistema finanziario cinese e pone il problema cruciale della sua regolazione dove afferma che monitorare non èla stessa cosa di controllare -dove è evidente il riferimento alle pratiche dello stato- accusa il sistema bancario di vaere una metalità, una condotta da banco dei pegni, vi contrappone una pratica sull’uso dei big data, come in precedenza aveva descritto i principi su cui aveva fondato la costruzione di una nuova finanza su unternet((Seven or eight years ago, I proposed the idea of internet finance when I was also in Shanghai. We emphasized three necessary core components of internet finance. First, an abundance of information. Second, a risk control technique based on an abundance of big data. Third, a credit system based on an abundance of big data[]
  5. The Basel Accords are somewhat like a club of old people. Its aim is to solve the problems of aging financial systems that have been in place for decades. These European systems are extremely complex. But China is facing the opposite problem. It is not systemic financial risks, because there is not a financial system in China actually. In reality, what China is facing is the risk of “the lack of a financial system”.[]
  6. https://it.businessinsider.com/come-funziona-la-polizia-predittiva-cinese-che-arresta-le-persone-in-base-a-un-database/?fbclid=IwAR0KoHpSt0itKUXenmXaAVuL6mkJI_SY-48W7EEEWlEdSMqmZdMB_GODWOIhttps://www.hrw.org/report/2019/05/01/chinas-algorithms-repression/reverse-engineering-xinjiang-police-masshttps://www.hrw.org/news/2020/12/09/china-big-data-program-targets-xinjiangs-muslimshttps://www.theguardian.com/world/2020/dec/09/being-young-leads-to-detention-in-chinas-xingiang-region)). Queste pratiche di profilazione si basano su diverse funzioni di riconoscimento, sorveglianza, sull’accumulo e l’analisi di una massa crescente di dati. Benché con un uso meno integrato e capillare, tecnologie simili sono state utilizzate da diversi corpi di polizia negli Stati Uniti e su questo dovremo ritornare visto il dispiegarsi di dispositivi di controllo soddisfare esigenze di sicurezza variamente motivate a seconda delle società, ma ovunque sempre più articolate ed estese.

    Il governo cinese o meglio il  segretario del partito e presidente della repubblica Xí Jìnpíng deve governare un cambiamento nel modello di sviluppo che punta sulla crescita dei consumi interni nel quale l’autonomia in campo tecnologico, nelle tecnologie digitali in particolare, è il motore del cambiamento interno e costituisce il volano per far crescere il livello di vita e di consumo delle zone più arretrate del paese. Un passaggio critico anche nella competizione globale, nello sviluppo della cosiddetta ‘Via della seta’, che ha visto la stipula dell’accordo regionale nell’area del pacifico detto Regional Comprehensive Economic Partnership ((https://www.limesonline.com/rubrica/rcep-cina-usa-area-libero-scambio)) In questo contesto l’innovazione digitale assume un ruolo ancor più rilevante capace di provocare una deflagrazione negli equilibri di potere nella costituzione materiale del paese, il quale peraltro è afflitto da notevoli problemi nella rete diffusa delle attività finanziarie, che comprende una ampio settore ‘ombra’ il cosiddetto ‘shadow anking’((https://www.visiontimes.it/lo-shadow-banking-cinese-affronta-tempi-difficili/ – https://asia.nikkei.com/Spotlight/Caixin/China-s-13tn-shadow-banking-sector-gets-clearer-definition[]

  7. http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/facebook-sotto-accusa-antirust-usa-ftc-e-48-stati-pratiche-anti-concorrenza-a4c3444f-b01d-49ea-81c7-a472df400474.html)). Contemporaneamente 10 stati hanno aperto una causa contro Google per un accordo con la stessa Facebook((https://www.milanofinanza.it/news/google-e-facebook-nuova-alleanza-contro-l-antitrust-usa-202012221525182787[]
Alibaba group, Cina, controllo sociale, digitale, GAFAM, Gatekeepers, Unione Europea, Usa
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