Con l’avvicinarsi delle elezioni europee, la necessità di definire il quadro ci impone di esprimere il nostro punto di vista.
Mentre il Europa monta la marea nera delle destre, la commissione europea e il consiglio europeo ci coinvolgono sempre di più in una guerra totale per la supremazia bianca occidentale che accompagna con le armi quella guerra culturale con cui si fonda il colonialismo e il capitalismo predatorio.
Abbiamo già detto in una serie di articoli e iniziative quanto siano le stesse politiche della Unione Europea a far lievitare le destre e quanto sia irresponsabile continuare a credere che l’opposizione a queste destre sia criticarle in nome del libero mercato e delle regole comunitarie.
Siamo certi che, così come è accaduto qui da noi con l’attuale governo, siamo davanti al pericolo di ritrovarsi con un parlamento europeo che trasversalmente si fondi in una scelta di un governo europeo che conservi l’egemonia della legge di mercato e delle armi e ad una opposizione di sua maestà spuntata e senza idee.
Davanti a questo la sinistra potrebbe raccogliere e promuovere un punto di vista alternativo che unisca le critiche e rappresenti un’altra idea di Unione Europea e questo sia a livello continentale che a livello nazionale.
La sinistra radicale in Italia ha rappresentato un punto di riferimento per diversi anni anche nel parlamento europeo e capace di promuovere convergenze su temi come la direttiva Bolkestein, tanto in voga in questi giorni nelle opposizioni liberiste nostrane.
Sentiamo come una menomazione fisica il vuoto che in questi ultimi anni la sinistra del nostro paese ha lasciato tra i banchi del parlamento europeo. Avremmo voluto unirci alle critiche contro i brevetti nella pandemia, avremmo potuto avere un punto di vista nella guerra in Ucraina capace di supportare e diffondere la parola Pace.
Per questo crediamo necessario che proprio intorno a questa parola, a questa chiave di lettura che la pace rappresenta, sia da pazzi dividere le forze in nome di una presunta cambiale futura da incassare. Come se le elezioni europee non siano importanti e sacrificabili in nome del consolidamento del proprio piccolo o piccolissimo spazio politico, come se il livello europeo non contasse troppo nella definizione del progetto politico che si ha in mente.
Noi al contrario crediamo che è esattamente dalla definizione della opposizione alle politiche europee che si possa e si debba definire un progetto politico anche a livello nazionale e niente più che una idea di Europa di pace possa definire la base su cui costruirlo.