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Una “nuova” strategia UE-Cina

Nella riunione del 15 luglio 2021, la Commissione Affari Esteri e Politica di Sicurezza (AFET) del Parlamento Europeo ha adottato una Relazione contenente una Proposta di Risoluzione del PE su una nuova strategia UE-Cina.

La Commissione AFET ha approvato, con emendamenti, il Progetto di Relazione – elaborato dalla Relatrice, la belga Hilde Vautmans (Gruppo Renew) – al quale erano stati presentati ben 502 emendamenti, di segno diverso. Da parte del centro-destra si era cercato, brandendo la questione dei diritti umani, di far avanzare l’ostracismo nei confronti della Cina con scopi palesemente protezionistici. Gli emendamenti presentati dalla Sinistra, pur sottolineando la necessità di affrontare la questione dei diritti umani, compresi i diritti dei lavoratori – a cominciare da quelli delle imprese europee operanti in Cina – tendevano a mettere in evidenza la necessità della cooperazione con questo grande Paese, non solo a livello economico e commerciale, ma anche ecologico, tecnologico, sanitario e scientifico.

Quasi tutti questi emendamenti sono stati superati da una trentina di emendamenti comuni di compromesso. Soltanto alcuni di essi sono stati sottoscritti anche dalla Sinistra che, infatti, ha votato contro il testo finale, approvato con 58 voti a favore, 8 contrari e 4 astensioni.

A causa della chiusura estiva, i servizi del Parlamento non hanno ancora pubblicato il testo consolidato della Relazione, dopo le votazioni degli emendamenti, ma dal comunicato stampa possiamo capire quali siano i capisaldi della Proposta di Risoluzione.

Innanzi tutto, si propone la continua cooperazione UE-Cina su una serie di sfide globali, come i diritti umani, il cambiamento climatico, il disarmo nucleare, la lotta alle crisi sanitarie globali e la riforma delle organizzazioni multilaterali. Si sottolinea l’importanza strategica delle relazioni economiche tra l’UE e la Cina, ma si afferma che il Parlamento non procederà al processo di ratifica dell’Accordo globale sugli investimenti (Comprehensive Agreement on Investment – CAI) – concordato in linea di principio nel dicembre 2020 – prima che la Cina revochi le sanzioni contro i deputati e le istituzioni dell’UE. Il Parlamento, il 20 maggio 2021, aveva già avanzato, con una sua Risoluzione, la stessa richiesta alla Commissione Europea e al Consiglio UE. Per contro si ribadisce la richiesta alla Commissione e al Consiglio di progredire su un accordo di investimento dell’UE con Taiwan.

Inoltre, si condannano le violazioni dei diritti umani e si chiede un dialogo regolare UE-Cina sui diritti umani e l’introduzione di parametri di riferimento per misurare i progressi in questo campo. Infine, si sottolinea la necessità di sviluppare standard globali con “partner che condividono gli stessi principi” per le tecnologie di prossima generazione, come le reti 5G e 6G (Le aziende che non soddisfano gli standard di sicurezza devono essere escluse), e si chiede che il Servizio Europeo per l’Azione Esterna riceva un mandato e le risorse necessarie per affrontare le operazioni di disinformazione cinesi, compresa la creazione di una task force StratCom dedicata all’Estremo Oriente.

Il 14 luglio 2021, la Commissione AFET aveva tenuto una discussione, a porte chiuse, sul tema delle relazioni UE-Cina.

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