È tempo di concentrarsi su ciò che oggi si contrappone al partito globale e trasversale della guerra permanente e della terza guerra mondiale a pezzi. Se infatti si deve dire che Putin ha cominciato il conflitto, dando fuoco a ciò che già ardeva, ora diviene chiaro chi non vuole finirlo, ed anzi estenderlo nell’intensità e nella durata.
Vincere è la parola più abusata e pericolosa di questi tempi.
Esponenti delle amministrazioni USA, della NATO e della governance UE la pronunciano sempre più esplicitamente.
Naturalmente nessuno auspica una vittoria di Putin. Semplicemente diciamo che queste guerre non le vince nessuno e le pagano in morti e sofferenze i popoli, tutti.
I paragoni con la seconda guerra mondiale sono oltreché impropri anche “blasfemi”. Quella guerra fu una tragedia che anche essa si poteva anticipare se non si fosse, da parte delle “democrazie liberali”, “civettato” con Hitler per l’anticomunismo che le ossessionava. Poi è stata una guerra necessaria vinta solo per l’alleanza tra queste democrazie liberali, l’Urss come potenza, e il comunismo come aspirazione che portò milioni di persone a fare la Resistenza. Fu talmente una guerra atroce, indicibile, comprese le atomiche sul Giappone che faticherei a non considerare crimini, che si disse solennemente che lì la guerra doveva cessare. Il revisionismo storico sulla guerra, da ultimo l’ignobile decisione che mortifica gli alpini dedicando loro la data della battaglia dell’asse nazifascista contro i sovietici, è blasfemo perché nega la Storia per andare contro ciò che milioni di vittime hanno voluto e cioè ripudiare la guerra. L’attacco all’Anpi e al 25 aprile è questo, celebrare la guerra invece che rispettare il mandato di pace. Dire che con la guerra si edifica la UE è dire l’esatto opposto di quello per cui l’Europa è stata pensata ed ora la UE sta distruggendo.
L’Europa pensata nel 1945, nata dal sangue, non vuole altro sangue ma capacità di edificare la pace, non armi ma parole.
Dunque è tempo di costruire un grande movimento europeo e mondiale che imponga la Pace. Contro tutti gli oligarchi che si spartiscono il Mondo con le guerre militari ed economiche. La somma di governance globali ademocratiche con imperialismi, potenze di mezzo e nazionalismi è il disastro che questi 33 anni ci consegnano.
È ora che la parola torni a popoli e democrazia.
Serve un movimento europeo e internazionale per la pace e per un nuovo ordine globale democratico.
Ce ne sono le condizioni?
Se l’oppressione di pandemia e guerra, il dispotismo dei dominanti ci soffocano pure molte cose si muovono. Molti Paesi grandi e piccoli non si sono arruolati nella guerra. In America Latina tornano democrazia e speranze di cambiamento. Nella stessa Europa il voto francese ci ripropone una forza radicalmente alternativa come potenzialmente decisiva. Certo in Italia tocchiamo, anzi sprofondiamo verso il peggio. L’attuale leadership del PD e del centrosinistra sono forse il peggio mai conosciuto. A destra di Macron e al governo con gli alleati di Le Pen. Ormai in sintonia filo-Nato con Fratelli d’Italia. Qualsiasi partito della prima repubblica giganteggia a fronte di questo squallore.
Per non parlare dei massmedia che sembrano ripiombati nel 1914. D’altronde se le dirigenze delle democrazie liberali occidentali sono state sempre ammalate di suprematismo, quella italiana lo è in forme storicamente miserevoli.
Però succede che il popolo non segua. Che tutti sono contro Putin ma la maggioranza non vuole disastrose avventure militari ed economiche ma soluzioni. Che Cgil, Arci, Anpi, Chiesa, movimenti sociali stanno in campo. Il 25 aprile sarà una giornata fondamentale di difesa e rilancio dei nostri valori, i valori del futuro.
Roberto Musacchio