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UE, la restaurazione fondata sulla guerra

di Roberto
Musacchio

Ormai è chiaro. L’Europa democratica che ripudia la guerra nata dalla lotta al nazifascismo non esiste più.

La restaurazione, lungamente incubata, apertamente dichiarata nel 1989, messa in campo con Maastricht e la guerra per collaborare a smantellare la Jugoslavia (stato federale, multietnico, di convivenza religiosa fatto a pezzi da nazionalismi evocati e vezzeggiati) ormai è pienamente compiuta e fa della UE un “moderno ancien régime” nato da una restaurazione, come fu quella del Congresso di Vienna del 1815. Protagonista di tutti i conflitti, guerre, incubatore di nazionalismi, fondamentalismi, impoverimento sociale e culturale. Avendo contribuito a distruggere lo Stato plurinazionale jugoslavo certo oggi non sarà la UE a cercare una convivenza per il medioriente, infiammato dalle conseguenze dei vecchi colonialismi e delle guerre mondiali.

Il revisionismo storico è alla base della grande restaurazione. Alimenta i nazionalismi revanscisti, i suprematismi e le fobie verso tutte le diversità storiche. La lotta di classe rovesciata rompe il compromesso sociale del dopoguerra e vuole chiudere con il tempo della ragione per sostituirlo con quello del mercato e, visto l’insuccesso, dei mostri. Anzi, più precisamente, è il mercato stesso che si fa mostro traendo ragioni di profitti da ogni piaga, dalla pandemia, alla guerra, alle ingiustizie crescenti, senza vergogna. Dominanti che si sbranano tra loro ma non cessano per un istante di succhiare sangue. Le élites globaliste vanno a braccetto con quelle nazionaliste.

Siamo dentro una realtà distopica in cui i sedicenti “valori occidentali” coprono le pratiche più ignominiose. Il diritto internazionale è vilipeso. Le bombe su Gaza superano ormai quelle sull’Afghanistan. D’altronde si tratta di un ricongiungimento con imperialismi, colonialismi, razzismi che sono gran parte della Storia dell’Occidente. Per altro in un tempo in cui le magnifiche sorti e progressive si mostrano più che mai nell’accezione leopardiana; così come gli orizzonti, preclusi non da una siepe ma da quella finitezza del Pianeta che è l’unico che abbiamo per quanto la “deficienza artificiale” che muove i leader occidentali “spacci” l’esistenza di multiversi.

Gaza è la bolgia più dantesca di questo inferno in cui stanno trasformando il Mondo. Sta in quella terra, che è più deserto che eden, che le élites occidentali hanno fatto sì che israeliani e palestinesi, entrambi Semiti, si uccidano per averla. E ora aizzano il più “vicino” ad andare avanti nella mattanza.

Restiamo umani è qualcosa che è stato reso non solo impraticabile ma impronunciabile.

Eppure è ciò di cui avremmo bisogno: tornare umani.

Poco o niente di umano si trova in chi “comanda” la UE. Veramente abbiamo bisogno di liberare l’antica principessa fenicia rapita non da Zeus trasformato in toro ma dal capitalismo sempre più simile al ritratto di Dorian Gray.

Roberto Musacchio

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