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Tutta la complessità del mondo

di Roberto
Rosso

Il momento che attraversiamo ci offre una drammatica dimostrazione della complessità delle relazioni sociali economiche, naturali che caratterizzano il mondo in cui viviamo, della mancanza di un approccio equo, globale e partecipato a questa complessità, del rifiuto di affrontare questa complessità che richiederebbe da parte di tutti soggetti un senso del limite ed una condivisione delle responsabilità e delle conoscenze necessarie.

Inflazione, pandemia, conflitti geostrategici sull’orlo del confronto militari, strapotere degli oligopoli del digitale, dei farmaci e delle biotecnologie, infarto delle filiere produttive e logistiche, con gli stabilimenti a cui mancano, semilavorati, semiconduttori e materie prime mentre nei porti le navi portacontainer fanno le code. Definendo il quadro della situazione globale come complesso sembra quasi un eufemismo, pensando che tutto questo avviene mentre sempre globalmente ci avviamo verso l’orizzonte della catastrofe climatica permanente, lungo un cammino già costellato di catastrofi locali; del resto i vincoli che l’evolversi del cambiamento climatico impone alle diverse formazioni sociali sono sempre più cogenti, purtroppo come dimostra il fallimento sostanziale della COP26, ad un processo globale di cambiamento radicale delle condizioni di vita e riproduzione sociale sul pianeta,  che  non conosce confini, non corrisponde un progetto altrettante global, anzi  ognuno dei grandi protagonisti del confronto geostrategico si muove lungo le fratture sempre più profonde nel processo di riproduzione cercando di trarne vantaggio, duellando sul ponte del Titanic.

Dopo questo esordio melodrammatico possiamo provare a ragionare sui sistemi complessi con cui negli ultimi decenni si è cercato di venire a capo della realtà in cui viviamo. Un ragionamento che richiederebbe anche una introduzione sulla loro natura, un minimo di descrizione dei caratteri che li definiscono, di introduzione a quella costellazione di concetti che vanno dalla complessità, al caos, ai processi non lineari, alla dicotomia tra reversibilità e irreversibilità. Su questo potremmo realizzare un contributo per la fine dell’anno, come strumento per affrontare il 2022, dopo aver attraversato la tempesta dell’anno che per finire e di quello che l’ha preceduto.

Ci sono momenti storici che ci mettono di fronte all’imprevedibilità dl futuro, al convergere di fattori che rendono instabili gli assetti fondamentali delle società. Sappiamo bene -per scienza ed esperienza- che la società in cui viviamo è per sua natura strutturalmente instabile, benché in base alcuni modelli che ancora vengono insegnati nelle università l’aspettativa verso il verificarsi di crisi globali dovrebbe essere di una ogni 100-150 anni, la realtà come sappiamo è ben diversa.

In queste ultime settimane le banche centrali dei diversi paesi devono decidere della politica monetaria per il nuovo anno in termini di liquidità offerta al sistema e di livello dei tassi di interesse. La Fed negli Stati Unti e la BCE in Europa hanno fatto scelte diverse, annunciando la prima una riduzione progressiva del flusso di liquidità mentre la seconda non ha toccato i tassi di interesse, valutando o meglio aspettando di capire quanto l’ondata inflazionistica, come non si vedeva da oltre trent’anni, quando sia un  fenomeno di breve periodo, legato ad  una congiuntura causata dalla pandemia, o quanto invece si di più lungo periodo corrispondendo ad uno squilibrio destinato a durare nelle diverse filiere e comparti dell’economia globale che s riproduce in modo circolare lungo una traiettoria che è ben l lontana dal convergere verso un punto di relativo equilibrio, nel quale le oscillazioni dei diversi valori e parametri in gioco si smorzano progressivamente. Il bello della situazione, si fa per dire, è che le decisioni delle singole autorità monetarie, -assieme a quelle dei governi che hanno a loro volta risposto e stanno rispondendo in modo eccezionale alla crisi indotta dalla pandemia- sono destinate riverberarsi le una sulla altre. Diversi sono gli assetti istituzionali e socio-economici delle diverse regioni del mondo che possono giustificare scelte diverse, tuttavia l a situazione che emergerà inconseguenza di queste scelte, dato il contesto, è in tutta evidenza del tutto imprevedibile ovvero si naviga a vista, sperando di non indurre perturbazioni eccessiva nel sistema che lo potrebbe far ‘saltare’ in configurazioni non previste e più difficili da governare.

In realtà, come accade per gli effetti del riscaldamento globale, esistono modelli dei processi che dimostrano come sia possibile l’emergere di eventi catastrofici quelli che in gergo vengono definiti come ‘Cigno nero’1. Nel caso del cambiamento climatico globale oramai gli orizzonti catastrofici sono ben definiti ovvero sono pressoché certi gli andamenti del riscaldamento globale in funzione di determinanti parametri che dipendono dalle scelte che vengono operate a livello globale in termini di emissioni dei gas climalteranti e distruzione degli ecosistemi.

Questo è il punto, in un equilibrio instabile un punto di rottura locale può far saltare gli equilibri globali, mentre per modificare gli assetti globali è necessaria la collaborazione di tutti i componenti del sistema o quantomeno di una gran parte, di quella parte in grado di influenzare il comportamento cdi tutto il sistema in una cascata di effetti.

Prendiamo l’uso del carbone da parte dell’India che dichiarato di non essere in grado di eliminarne l’utilizzo entro il 2050; è indubbio che le difficoltà dell’india sono ben diverse da quelle dell’Europa o degli Stati Uniti, in un’ottica di collaborazione globale a fronte di un rischio globale, la soluzione dovrebbe essere cercata mettendo a fattor comune risorse finanziarie e tecnologiche. Ovviamente è impensabile che ciò accada in un mondo dominato da una feroce competizione e dalla crescita delle diseguaglianze. Oggi l’India con la sua enorme popolazione rurale sta affrontando il problema della disponibilità dell’acqua, per renderla accessibile in tutti i villaggi2 portandola nelle singole abitazioni. L’India è colpita contemporaneamente da eventi estremi in termini di siccità e di inondazioni3. È di questi giorni l’annuncio dello scioglimento accelerato ei ghiacciai dell’Himalaya, fonte essenziale dell’approvvigionamento idrico dell’India e di gran parte dei paesi asiatici4. La contraddittorietà della situazione non ha bisogno di essere spiegata ulteriormente.

Il Nobel per la fisica del 2021 è stato assegnato a tre fisici per le loro ricerche in generale sui sistemi complessi5  tra cui l’italiano Giorgio Parisi, gli altri due  Syukuro Manabe e Klaus Hasselmann si sono divisi metà del premio per il loro contributo ai modelli del cambiamento climatico, in particolare sugli effetti dell’aumento della presenza di anidride carbonica nell’atmosfera e sul legame tra cambiamenti climatici e fenomeni metereologici; quest’ultimo aspetto è particolarmente interessante poiché lega l’andamento dei fenomeni metereologici prevedibili solo sul breve, brevissimo periodo all’andamento di medio lungo periodo del clima che invece sono prevedibili. Gli strumenti di analisi prodotti permettono di individuare le ‘impronte digitali’ dell’attività umana sull’andamento climatico; come dire … le responsabilità sono chiare ovvero è chiaro il ruolo dell’azione antropica, ma se andiamo ad esplorare i processi i cui si sostanzia questa azione andiamo a scoprire, nella rete complessa delle formazioni sociali, il peso, la concentrazione dei poteri, l’esistenza di nodi in queste reti in cui si concentrano le relazioni che motivano il loro ruolo predominante.

La struttura dei processi economici e sociali può essere modellizzata, approssimata come un sistema di rete – termine diventato di uso comune ai tempi di Internet, la rete delle reti- o meglio come una rete di reti ognuna delle quali descrive un aspetto della formazione sociale; analizzandone l’evoluzione si scopre l’emergere di hub, di ‘concentratori’ per cui si generano configurazioni caratterizzate dalle proporzioni paretiane6, come accade per la concentrazione della ricchezza7. L’evidenza empirica e statistica della concentrazione paretiana non è affatto casuale ma è il prodotto di relazioni in strutture di rete.

Questa concentrazione è il prodotto naturale della realtà della società capitalistica dominata dalla logica della competizione, dello sfruttamento del lavoro salariato e contribuisce a rendere il sistema sostanzialmente squilibrato.

Negli anni dagli inizi di questo secolo ad oggi, una straordinaria dimostrazione di quanto stiamo dicendo è costituita dallo sviluppo esponenziale dei giganti della rete, che costituiscono un punto ineludibile di qualsiasi analisi dello stato di cose presenti e su cui ci siamo già abbondantemente spesi. Nell’articolazione della loro offerta di prodotti e servizi essi hanno realizzato un dominio su relazioni interpersonali e sociali, su filiere produttive e logistiche, sulla capacità di trattamento delle informazioni tramite l’infrastruttura cloud, sulla produzione globale di dati e sulla creazione di algoritmi necessaria al trattamento di questo universo di dati in continua espansione; a questo predominio nei processi di digitalizzazione, che informano tutta quanta l’attività economica e sociale, corrisponde infine la concentrazione di ricchezza finanziaria come prodotto diretto della attività di vendita di prodotti e servizi, come capacità di attrazione sui mercati borsistici e finanziari.

La nuova natura di questi moloch del digitale non può che confliggere con il potere degli stati in Cina, come in Europa e negli Stati Uniti, sia pure come è ovvio in forme diverse, poiché ne mette in discussione le prerogative, non solo per la straordinaria concentrazione di ricchezza, quindi di potere, ma soprattutto per capacità di controllo pervasivo sulle relazioni, economiche, sociali ed interpersonali, capace di orientare lo sviluppo della società su tutti i piani, capillarmente e globalmente. Altrettanto ovviamente  questo controllo non si traduce nella capacità, secondo un modello deterministico, di decidere del futuro delle società; emergono infatti comportamenti, configurazioni nelle reti delle relazioni innervate dal flusso digitale  del tutto impreviste, degli eventi estremi, cambi repentini nei comportamenti sociali che i ‘signori della rete’ valutano solo in termini di occasioni di profitto, come sta emergendo ultimamente da diverse testimonianze interne alle compagini aziendali oltre che da una osservazione attenta dei fenomeni collettivi. Quelli che sono ‘cigni neri’ dal punto di vista della coesione sociale sono altrettanti splendidi cigni bianchi dal punto di vista di ne ricava profitto.

La società-piattaforma

La distopia prodotta dall’attuale processo di digitalizzazione della società è quella di un progressivo inserimento di ogni attività e relazione entro una piattaforma, una sorta di società-piattaforma, rete interconnessa delle piattaforme, ognuna delle quali regola un aspetto delle relazioni sociali. Rispetto a questa prospettiva, rispetto all’emergere dei cosiddetti gate-keepers8 come vengono definiti nelle direttive proposte dalla Commissione Europea- il Digital Market Act(DMA)  ed il  Digital Services Act(DSA) –  vale a dire quelle piattaforme online che da “Gatekeepers” (guardiani) dei mercati digitali.

Bisogno dire che nel percorso di approvazione del DMA i ministri nel Consiglio UE hanno già ammorbidito le sanzioni che la commissione prevedeva nei confronti dei Gatekeepers, dei giganti del digitale9.

Come abbiamo già avuto modo di dire la norma insegue una realtà che muta continuamente, cercando di regolare l’attività di soggetti che dominano la realtà del digitale.  Si tenta di rafforzare gli strumenti di controllare di coordinarne e formalizzarne l’azione; tuttavia la sostanziale appropriazione privata del controllo su ogni forma di cooperazione e relazione sociale -che porta a livelli mai cisti la loro astrazione e sussunzione, per citare i classici- porta a pensare che, certo vi sarà un maggior controllo sull’universo digitale sociale, ma che produrrà come una sorta di fatica di Sisifo sia per l’azione consapevole dei Gatekeepers che per l’emergere di nuove configurazioni, di nuovi eventi estremi, di superamento di soglie nei processi sociali, che sono altrettante occasioni di profitto per le società del big tech ed eventi spesso distruttivi per la coesione sociale ed i governo delle società.

L’organizzazione del lavoro in tutti i suoi aspetti, in tutte le sue forme, struttura e ruoli, è sempre più inserite in struttura di piattaforma digitale, anche quando questa non appare, rispetto a questa realtà è rilevante la proposta di direttiva da parte della Commissione Europea sul lavoro regolato da piattaforme digitali10.  Senza entrare nel merito della proposta- esame che viene svolto altrove- ne dobbiamo rilevare l’importanza, si parla di 29 milioni di lavoratori nella Ue sottoposti al controllo di piattaforme che si avviano a diventare in pochi anni almeno 45 milioni. L’importanza di questo provvedimento che si spera sia approvato in fretta dal consiglio e dal parlamento sta poi nel fatto che sia stimolo alla crescita di conflitto, organizzazione e rivendicazioni da parte di quei milioni di lavoratori; tuttavia -c’è sempre un tuttavia- le piattaforme digitali sono rilevanti non solo per le forme di controllo e sfruttamento del lavoro ma anche per la forma diversa dal passato che di conseguenza assumono servizi, strutture produttive e logistiche, abitudini di consumo e comportamenti sociali, le stesse strutture urbane e territoriali. Si torna quindi sempre sul punto, ciò che è in corso è una trasformazione epocale dei rapporti sociali, un intervento radicale in tutta la complessità della formazioni sociali i cui effetti  non sono graduali ed emergono ad un certo punto in modo inaspettato.

Rispetto a questa catena di emergenze, nel senso dell’emergere di nuove configurazioni economiche e sociali -a cui corrispondono situazioni di emergenza per la necessità di affrontare gli effetti di queste trasformazioni- ci dobbiamo interrogare sulla complessità dei contenuti, dei terreni di intervento, le forme di conflitto e di organizzazione necessari per avviare movimenti di lotta, rappresentanza delle istanze di liberazione, ciò coinvolge tutte le forme dell’azione e dell’organizzazione politica, sociale e culturale, nuove costellazioni più che nuove alleanze in senso classico.

Vediamo oggi, tanto per concludere provvisoriamente la nostra riflessione, come la pandemia da Sars-CoV-2 nelle sue progressive variati abbia fatto saltare tutti gli equilibri imponendo ad ogni soggetto economico, sociale, politico, culturale ed istituzione di mettersi in gioco, di mettere in gioco le proprie prerogative, convincimenti e linee d’azione, producendo comportamenti e prese di posizione, fratture nella società che per certi versi mai ci saremmo aspettati.

La produzione delle varianti nella parte più povera della popolazione mondiale non vaccinata è l’ultima e più clamorosa manifestazione della necessità di legare le proprie rivendicazioni locali a rivendicazioni globali; nelle situazioni complesse contano sia le relazioni a breve raggio che quelle a lungo raggio, dalla cui interazione emergono nuovi fenomeni.  Tutto si lega, nuove situazioni emergono, ma si scoprono anche legami tra la storia ed il presente; una straordinaria opera è necessaria di condivisione di esperienze e conoscenze, di reciproco riconoscimento tra soggettività diverse. Una lunga marcia attraverso la complessità del reale ci attende.

Roberto Rosso

  1. Nassim Nicholas Taleb: Il cigno nero. Come l’improbabile governa la nostra vita, Antifragile. Prosperare nel disordine, Giocati dal caso. Il ruolo della fortuna nella finanza e nella vita[]
  2. https://www.nytimes.com/2021/12/21/world/asia/india-water-modi.html  []
  3. https://www.nytimes.com/interactive/2019/11/25/climate/india-monsoon-drought.html []
  4. https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/12/20/il-surriscaldamento-climatico-accelera-lo-scioglimento-dei-ghiacciai-nellhimalaya-riduzione-del-40-della-superficie-totale/6432790/ https://www.nature.com/articles/s41598-021-03805-8 []
  5. https://www.nobelprize.org/prizes/physics/2021/press-release/They found hidden patterns in the climate and in other complex phenomenahttps://www.nobelprize.org/uploads/2021/10/popular-physicsprize2021-2.pdf

    https://www.nobelprize.org/uploads/2021/10/sciback_fy_en_21.pdf []

  6. https://it.wikipedia.org/wiki/Principio_di_Pareto https://it.wikipedia.org/wiki/Analisi_ABC []
  7. una semplice introduzione alla ‘scienza delle reti’ sono di testi di Albert ­László Barabási, Link La scienza delle reti , Lampi. La trama nascosta che guida la nostra vita[]
  8.    https://ec.europa.eu/info/strategy/priorities-2019-2024/europe-fit-digital-age/digital-markets-act-ensuring-fair-and-open-digital-markets_it []
  9. https://www.corrierecomunicazioni.it/digital-economy/digital-markets-act-ce-il-mandato-negoziale-del-consiglio-ue-piu-concorrenza-contro-il-dominio-gatekeeper/ []
  10. https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX%3A52021PC0762&qid=1640173319716  []
Big Tech, complessità, Pandemia, piattaforme digitali
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