Permane produttiva l’azienda alimentare di Vazzola (TV), oggetto di un significativo contagio Covid. Circa un terzo della manodopera oggetto di tampone è stato riscontrato positivo, seppure senza sintomi.
AIA dà lavoro nel suo stabilimento trevigiano a circa 680 persone, tra diretti ed dipendenti della subappaltata Vierre Coop. Articolazione, tra azienda e cooperativa, non di poco conto, con i dipendenti Vierre in sovrannumero negli esigui spazi comuni, costretti a cambiarsi nei container o in armadietti sovrapposti, tre a tre, nella stessa metratura.
I dipendenti controllati con il tampone sono 580, dei quali 188 positivi; ad essi si aggiungono 38 positivi riscontrati tra parenti e famigliari dei lavoratori.
La linea tenuta dall’UIss 2 di Treviso, nell’incontro tenutosi ieri in prefettura, sostiene che il contagio interno all’AIA rispecchi le proporzioni, non meglio circostanziate, della positività al virus nel territorio, e che non vi sia correlazione, sul piano del contagio, tra il lavoratore zero e la proliferazione interna; ma che vi sia invece un ricorrente contagio dall’esterno.
In ordine sparso il sindacato confederale, con la CGIL che chiedeva la chiusura temporanea o quantomeno un significativo scaglionamento di orari e contatti potenziali; la CISL per la continuazione della produzione; la UIL che si rimette alle decisioni delle autorità competenti.
Una divisione che certamente ha influito negativamente nell’esito finale; l’azienda continua ad essere operativa, come irresponsabilmente, senza sospensioni cautelative dal lavoro in fase diagnostica, ha fatto finora.