Juncker

E Juncker sorrise

di Roberto Musacchio – Le facce dei “potenti” sono spesso maschere da cui è difficile cogliere il senso delle cose. Specie oggi che “tutto è in rete”.

Eppure il giro delle facce che ci restituiscono le ultime giornate della tormenta (o ormai tormentone) europeo qualcosa fa trasparire.

C’è quella di May, la premier inglese, che incespica sulle parole mentre chiede di rinviare il giudizio del Parlamento sulla “sua” Brexit.

Appare come un “primo della classe che teme di essere bocciato” il Presidente francese Macron che chiede scusa di fronte ai gilet gialli in diretta TV.

Anche quello di Orban, il sovranista ungherese, appare un cipiglio incredulo per manifestazioni che stavolta non sono contro migranti, che poi in Ungheria quasi non esistono, ma di lavoratori e studenti contro la sua legge “della schiavitù” che impone 400 ore di straordinario pagabili 4 anni dopo accompagnata da una “riforma” che trasforma la Corte Costituzionale in una dependace del governo…