Il 10 maggio 2021 si è tenuta un’audizione della Commissione per gli Affari Esteri del Parlamento Europeo sulla strategia UE di lungo termine nei confronti della Russia.
Gli invitati a parlare sono stati: Vladimir Milov, pubblicista, economista, ex Viceministro dell’energia della Federazione Russa, oppositore di Putin, fuoriuscito da qualche settimana dal Paese; Daniel Fried, membro del Consiglio Atlantico, ex ambasciatore degli USA in Polonia e Nico Popescu, ex Ministro degli esteri della Moldavia.
Tutti hanno constatato il deterioramento delle relazioni con la Russia di Putin a seguito della repressione degli oppositori, culminata con il “caso Navalny”, degli attacchi alla stampa e delle misure di espulsione o di non gradimento messe in atto dal Cremlino che hanno toccato i massimi vertici del Parlamento Europeo e della Commissione.
I relatori hanno caldeggiato una politica di maggiore fermezza da parte europea anche perché, a loro avviso, la politica di appeasement fin qui seguita non ha prodotto gli effetti sperati ed hanno auspicato una coerenza di comportamenti, innanzitutto tra i Paesi europei, e poi dell’UE con USA e Regno Unito.
Una politica di sicurezza tesa al contenimento della pervasività della Russia – non solo nei confronti dell’Ucraina ma anche nei Balcani, in Libia, in Medio Oriente e in Africa – è stata indicata come necessaria.
Allo stesso tempo sono emersi terreni su cui è auspicabile una cooperazione come il cambiamento climatico ed il controllo degli armamenti.
Ma anche qui sono state indicate difficoltà della Russia a mantenere impegni non solo verbali perché la riduzione delle emissioni e la rinuncia al carbone avrebbero un impatto sulla sua economia che non è detto che Putin sia disposto ad accettare per questioni di consenso interno.
Sul North Stream 2 è stata auspicata una moratoria per avere il tempo di coordinare le posizioni europee.
In ogni caso, l’incontro Biden-Putin dovrebbe essere mantenuto in giugno e l’agenda è in stato di definizione.
Gli interventi degli eurodeputati si sono concentrate sul da farsi, e una delle proposte è stata quella di coordinarsi per impedire gli investimenti in occidente degli oligarchi vicini a Putin.
Una voce particolarmente critica, rispetto al mainstream della discussione, è stata quella di Mick Wallace, del Gruppo della Sinistra-GUE/NGL, il quale ha inserito nella discussione il ruolo avuto dalla presenza USA e NATO ai confini con la Russia, segnalando il rischio di una politica europea al traino degli interessi americani.
Nella sua replica, Nico Popescu, ha rivendicato il diritto della NATO ad espandersi ad est, sostenendo che le stesse dichiarazioni di Gorbaciov hanno confermato che non vi fu alcun impegno in senso contrario.
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