Il Semestre europeo è il meccanismo con cui la Commissione Europea sorveglia le economie di ogni Stato membro e orienta, o piuttosto, indica (se non impone) le politiche economiche che ciascuno Stato deve mettere in atto per rispettare il Patto di stabilità.
Il Parlamento Europeo ha elaborato due Risoluzioni d’iniziativa, una sugli aspetti economici e l’altra sull’occupazione e le politiche sociali, con le proprie proposte sulla strategia annuale per la crescita 2021, che invita la Commissione ad accogliere e mettere in atto.
La congiuntura economica dovuta alla pandemia e la stessa sospensione del Patto di stabilità, aveva fatto sperare che il Parlamento cogliesse questa occasione per cambiare i meccanismi della governance europea che ormai sono, quanto meno, obsoleti agli occhi dei più. In realtà i contenuti delle due Risoluzioni rimangono nel solco di quella cultura economica che da Maastricht in poi ha modellato l’Unione Europea.
Le due Risoluzioni sono state approvate l’11 marzo 2021. Quella sugli aspetti economici, con 400 voti a favore, 103 contro e 186 astensioni. L’alto numero di astensioni è indicativo dell’imbarazzo in cui molti parlamentari si sono trovati; tra questi l’intero Gruppo dei Verdi/Ale (tranne due che hanno votato contro). Il Gruppo della Sinistra – GUE/NGL ha compattamente votato contro la Risoluzione.
L’altra Risoluzione, quella sugli aspetti occupativi e sociali legati al Semestre europeo, è stata approvata con una maggioranza più larga – 508 a favore, 121 contro, 64 astenuti – grazie, soprattutto ai voti a favore della Sinistra e dei Verdi. Anche il Gruppo dei Socialisti & Democratici ha votato compattamente a favore. La stessa cosa hanno fatto i 5 Stelle e gli italiani dell’ECR (Fitto, ecc.).
Questo diverso atteggiamento della Sinistra e dei Verdi non è stato motivato dal fatto che i contenuti della Risoluzione potessero essere meno divisivi (è più facile fare proposte progressiste sul sociale piuttosto che sull’economia), tanto è vero che ben sette parlamentari della Sinistra si sono astenuti. Il voto favorevole è scaturito dal fatto che, nella votazione degli emendamenti, è accaduto qualcosa di politicamente molto rilevante. E’ stato, infatti, approvato un emendamento, presentato dalla Sinistra, a favore della liberazione dei brevetti dei vaccini, in cui il Parlamento “chiede che i vaccini contro la COVID-19 siano trattati, nella pratica, come beni pubblici garantiti per tutti; invita la Commissione e gli Stati membri a superare gli ostacoli e le restrizioni derivanti dai brevetti e dai diritti di proprietà̀ intellettuale, al fine di garantire un’ampia produzione di vaccini e la loro tempestiva distribuzione a tutti i Paesi e a tutti i cittadini;” L’emendamento è stato votato anche da tutti i parlamentari italiani, a eccezione di quelli dell’ECR, che hanno votato contro.
Il Gruppo della Sinistra aveva presentato numerosi emendamenti che avrebbero qualificato i contenuti delle due Risoluzioni, soprattutto quella sugli aspetti economici; emendamenti che sono stati respinti dall’aula. Per esempio, si chiedeva un blocco permanente del Patto di Stabilità fino a una sua radicale modifica e alla abrogazione dei parametri sul debito. Vi hanno votato contro anche tutti parlamentari italiani del Gruppo dei Socialisti e Democratici, ad eccezione di Smeriglio che si è astenuto. È stato respinto anche un emendamento che chiedeva l’annullamento del debito contratto dagli Stati membri con la BCE. Votato, però, dai 5 Stelle e da Cozzolino e Smeriglio (S&D). Sorprendente, peraltro, il respingimento di un altro emendamento della Sinistra che chiedeva di investire maggiormente nella lotta contro le violenze domestiche. Merita, a questo proposito, particolare menzione il voto contrario della parlamentare Bonafè (S&D).