di Giovanni Russo Spena –
La riduzione drastica del numero dei parlamentari è incostituzionale ed è un cedimento all’antiparlamentarismo. Nasce per un “contratto di governo” : la Costituzione diventa ancella della Realpolitik.
Non riduce affatto i costi ; è solo riduzione della democrazia. Colpisce la rappresentanza, che è il cuore del moderno costituzionalismo democratico. Colpisce al cuore la democrazia rappresentativa in nome di una malintesa democrazia diretta. La quale, anche se il M5S non lo sa, è autoorganizzazione, autogestione, conflitto, non democrazia di rete meramente tecnologica.
Un paese non può essere governato da una rete retta da una non trasparente multinazionale. E’ preoccupante che Pd, Leu, SI votino la controriforma accontentandosi di un documento che promette palliativi, peraltro non tutti accettabili. L’unico vero bilanciamento sarebbe dato dall’introduzione di un vero proporzionale,senza soglia di sbarramento, eliminando i collegi uninominali, con la libera scelta degli eletti da parte degli elettori e un recupero nazionale dei resti.
Ma Prodi, Veltroni, Gentiloni, ecc. ripropongono le stanche litanie sul maggioritario ( di cui alfine, per serietà, dovrebbero pur fare un bilancio non ideologistico) e la scissione di Renzi induce Zingaretti ad usare la solita scorretta foglia di fico del “voto utile”. Vedremo. Noi insisteremo. Ma perché insistiamo per il sistema proporzionale?
Perché partiamo dal principio fondamentale per cui le elezioni servono a formare la rappresentanza e non a dare l’investitura al governo. Da qui discende, come corollario necessario, la riaffermazione del carattere parlamentare del governo e il ruolo del Parlamento non come organo della maggioranza ma sede di rappresentanza , indirizzo, controllo. Il ruolo dell’istituto della fiducia è il cardine del governo parlamentare. Il proporzionale contrasta, di conseguenza, la tendenza plebiscitaria , che è insita nella riduzione della rappresentanza solo ai partiti maggiori, creando milioni di cittadine e cittadini non rappresentati.
si riduce, ce lo spiegano le vicende degli ultimi trenta anni, ad alternanza tra poli litigiosi ma programmaticamente simili ( il sistema maggioritario è l’architettura istituzionale che agevola l’alternanza rispetto all’alternativa). Il Parlamento viene, dal maggioritario, relegato ad organo di ratifica delle decisioni assunte dalla maggioranza, incarnate dal “premier”, minando alla radice lo spirito della Costituzione che è chiaramente costruito sul sistema proporzionale. Basti pensare all’art. 138 della Costituzione ( sulla revisione costituzionale)e all’art.83 (elezioni del Presidente della Repubblica), che impongono la maggioranza assoluta per deliberare; l’indicazione della maggioranza assoluta è compatibile solo con il sistema proporzionale; con il maggioritario, infatti, si darebbe vita a vere e proprie forme di dittatura della maggioranza.
Nell’esercizio del voto i poteri e la “sovranità” della cittadina e del cittadino elettore non consistono nella possibilità di scegliere da chi deve essere comandato, ma di scegliere, a sua volta, persone che ne rappresentino bisogni, problemi, vissuti. Questo è il pluralismo della rappresentanza. Il resto è sequestro politicista della delega. Con l’aggiunta devastante del “voto utile” che è una forma di imperialismo istituzionale dei partiti potenti che pretendono la democrazia ” a numero chiuso”. Continuo a ritenere che fosse giusta la proposta di legge che presentammo come PRC , sulla scia della fondamentale proposta Rodotà/ Ferrara. La vera riduzione non incostituzionale del numero dei parlamentari ed il rilancio del ruolo del Parlamento è nel binomio ” monocameralismo e proporzionale” , che Ingrao riteneva la “più limpida delle soluzioni”.
IL M5S parla solo dell’esigenza di “risparmiare”. Ma questa è becera “antipolitica”, che assume che la crisi profonda in cui versa il Parlamento sia dovuta al numero dei suoi membri. E se parlassimo, invece, seriamente, dell’attacco sistematico del governo al parlamento? Della decretazione di urgenza ? dei voti di fiducia? Delle Commissioni parlamentari che sono diventate mere ancelle di un’aula che è diventata, quasi sempre, luogo di propaganda comiziale? Si potrebbe continuare. Il tema , per noi, è il massimo impegno, nei prossimi mesi, per riaffermare, anche in sede referendaria, il sistema proporzionale. Se non ora, quando?