La diplomazia castrista fatta di “medici, non bombe” ha visto molte brigate sanitarie dislocate in giro per il mondo, per sostenere le popolazioni colpite da Covid19 all’inizio della pandemia.
La solidarietà internazionale cubana è arrivata anche in Lombardia, con l’invio di 53 membri del personale medico specialistico e paramedico della Brigata Henri Reeve a fine marzo dello scorso anno.
Un gesto significativo per un’isola sottoposta ad embargo economico e particolarmente esposta a criticità produttive, che nel momento di maggior bisogno ha sostenuto anche il sistema sanitario italiano – un paese sviluppato, membro del G8 – per la carenza di personale necessario in emergenza.
Purtroppo però l’Italia, rappresentata dall’insipienza di un Ministro degli Esteri indegno di questo incarico, al Consiglio ONU sui Diritti Umani della scorsa settimana, oltre all’ingratitudine ha espresso ancora una volta l’asservimento alle direttive NATO ed USA in particolare.
La proposta presentata da Cina, Stato di Palestina ed Azerbaigian – a nome del Movimento dei Paesi Non Allineati – sulle ripercussioni negative di sanzioni economiche durante una crisi sanitaria, come quella che viviamo da oltre un anno, verteva proprio sulla richiesta di rimozione di simili ammende, riuscendo comunque a passare la votazione con 30 favorevoli, 15 contrari e 2 astenuti.
Assieme all’Italia hanno negato il loro voto favorevole anche Austria, Brasile, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Paesi Bassi e Polonia che si sono allineati alle politiche sanzionatorie degli Stati Uniti.
Nella relazione sulle conseguenze delle sanzioni imposte dagli Usa al Venezuela, l’inviata dell’Onu, Alina Duhan, ha mostrato gli effetti devastanti delle ricadute di simili provvedimenti anche in termini di vite umane, sebbene l’obiettivo dichiarato sia quello dei vertici politico-militari, di fatto tutt’altro che esposti a variazioni dei prezzi sui beni essenziali, così come le fasce meno abbienti e le categorie più fragili della popolazione.
Sempre a dispetto della retorica diplomatica, le “sanzioni” sono in effetti misure coercitive unilaterali con un impatto degradante sui diritti umani.
Ormai simili misure sono diventate vere e proprie ritorsioni politiche contro governi sgraditi, spesso perché a vocazione socialista, nel tentativo di destabilizzarne il consenso e gli assetti istituzionali.
Per questo Cuba subisce un bloqueo economico varato dagli USA – anche di tipo finanziario e commerciale – dal 1962; reso ancor più criminale dall’ex-presidente Trump con l’aggiunta di 242 misure restrittive, fra cui una sorta di blocco navale contro forniture di petrolio e di fatto anche contro aiuti di materiali sanitari, scoraggiando le compagnie navali con le conseguenze di questo embargo.
Mentre questa situazione determina la continua scarsità di beni di prima necessità, il nuovo inquilino della Casa Bianca, Biden, dichiara che “la questione di Cuba non rappresenta una priorità” per la sua amministrazione, ribadendo così lo status quo.
Gli hermanos de Cuba come venivano chiamati dai colleghi medici all’ospedale da campo di Crema sono stati ancora una volta lasciati soli nel momento del bisogno, in nome di un atlantismo vintage, che sembra rifiorire con l’arrivo di Joe Biden alla Casa Bianca.
La piccola isola caraibica resta un immenso faro di dignità e solidarietà per tutti i popoli poveri del mondo ed un esempio di resistenza, indipendenza e libertà.
Ci vergogniamo profondamente dell’indegna posizione subalterna di questa nostra Repubblica a sovranità limitata.
Dissociandoci da questo atto indegno, chiediamo scusa per l’ingratitudine verso la solidarietà Internazionale portata da medici e sanitari cubani nel momento del bisogno, pur gravati da pesanti criticità interne.
Leggi la risoluzione
Leggi il comunicato dell’Associazione Italia-Cuba
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Ho inviato un mio commento, pubblicato quest’oggi dal quotidiano Il Manifesto