di Rosa Rinaldi – Sono arrivata in piazza, prima delle 14.00, i gruppi andavano formandosi intorno ai luoghi cui ci si era dato appuntamento. Ho girovagato tra capannelli e incontri fortuiti di compagne che, come nel mio caso con Amalia non si vedevano da tempo. Tutte “armate” di ombrelli e cerate, per quella pioggia che andava e veniva preoccupate che quel cielo grigio andasse a detrimento della partecipazione. Ci guardavamo attorno e quasi con fare scaramantico apro il mio ombrello fucsia e mi faccio fotografare. Intanto il grande camion veniva “addobbato” a lato della piazza. Mano a mano la piazza si riempie, inizia a formarsi il corteo e mi sposto all’inizio di via Cavour da dove il corteo si dispiegherà. Voglio fare un po’ di foto alla testa del corteo, al grande camion, agli striscioni alle mie compagne. La testa del corteo viene anticipata dalla musica e dagli slogan che arrivano potenti attraverso gli altoparlanti. Inizio subito a scattare foto con il mio cellulare, incontro sguardi, cartelli, corpi, striscioni mi immergo nella manifestazione che subito risulta grande, molto grande. Decido di girare qualche video, che invierò ai miei diversi gruppi in attesa di pubblicare subito immagini dalla manifestazione per chi non ha potuto esserci. Ad un certo punto, mi giro, sento un canto che immediatamente mi prende, attivo la funzione video ed entro in una sorta di bolla, rapita da una strana alchimia che si fonda tra canto, colori e persone, si crea un grande cerchio e quel canto, quelle parole si dispiegano riempiono l’aria, lo spazio e verso la fine ognuna si unisce alle parole che ha appena imparato.
“Ni una menos!
Ora che tu l’hai fatta finita
Ora che tu m’hai tolto la vita, sarai contento
Non dire amore
Non sei degno di quella parola
Ho lottato per anni da sola
Con la tua rabbia
Sarò l’ultima voce nel vento
Sarò l’ultima e questo è il mio canto
Non mi serve un perché
So che senza di me
Avrai tanta paura
Nella notte scura
La mia voce nei sogni, ogni ora
Griderà ancora
Io cercavo solo le tue carezze
Io cercavo solo le tue carezze
Sarò l’ultima donna lo sento
Sarò l’ultima donna violata
Sarò l’ultima morta ammazzata”
Pubblico il video su FB, mentre sono in corteo accompagnato dal ritornello: “…sarò l’ultima donna lo sento, sarò l’ultima donna violata, sarò l’ultima donna ammazzata…”. E da subito iniziano le condivisioni, i commenti, i like, sento che quel video non è come i tanti altri che ho pubblicato.
Infatti, fino a questo momento sono oltre 320.000 le visualizzazioni del video, quasi 7.000 le condivisioni. Che dire, a me non era amai successo e confesso che mi fa molto piacere perché mi dà la sensazione di essere stata di una qualche utilità, collettiva, per la manifestazione! Il mio merito, forse, è stato cogliere quell’emozione e restituirla sia a chi c’era che a chi non ha potuto esserci. Il merito vero e grande è stata la MANIFESTAZIONE, è stato il canto della Murga che corregge e riscrive una canzone, di Mannarino, con le parole giuste, che arrivano dritte al cuore della ragione stessa della manifestazione. Sono state le parole di tutte e per tutte, i canti che ci hanno unite, è stata la lotta che ci ha portate, in tantissime, per le vie di Roma.
Siamo tutte Ri-Bellissime.
P.S.: In molte mi hanno chiesto di caricare il video su YouTube, ho imparato come si fa