Lunedi 13 maggio scorso alcuni raid dell’esercito israeliano hanno colpito il campo profughi di Nuseirat provocando ancora morte e distruzione.
Dal 7 ottobre dello scorso anno il bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza è di almeno 35.091 morti e 78.827 feriti!
Riteniamo che la situazione nella striscia di Gaza diventi ogni giorno più insopportabile, consideriamo criminale l’atteggiamento del governo israeliano e insopportabile il “laissez-faire” dei governi occidentali.
Torniamo ad esprimere la nostra solidarietà al popolo palestinese e il suo diritto all’autodeterminazione, rifiutiamo la violenza ma sappiamo distinguere fra la violenza di un potere che opprime e distrugge da quella di resistenza per difendere la propria vita e la propria dignità, abbiamo partecipato e parteciperemo alle manifestazioni che, a livello locale e internazionale, portano in piazza il forte dissenso nei confronti delle scelte bellicose del governo israeliano, siamo a fianco e sosteniamo la lotta che da giorni e in moltissime parti del mondo ha riempito gli atenei rendendo evidente l’esistenza di una nuova e caparbia generazione studentesca capace di comprendere la posta in gioco (l’annientamento di un popolo, la distruzione di un territorio, la cancellazione del diritto internazionale ) e schierarsi dalla parte giusta.
Per tutto ciò pubblichiamo alcuni stralci di una poesia del poeta palestinese Tawiq Zayyad che esprimono, con forza, la determinazione delle donne e degli uomini palestinese a voler vivere su una terra che è anche la loro.
Resteremo qui
di Tawfiq Zayyad (1922-1994)1
“(…) Qui, sui vostri petti, rimarremo come un muro.
Laveremo piatti nei bar, riempiremo bicchieri per i signori,
asciugheremo le piastrelle di cucine annerite
per strappare un boccone per i nostri bambini
dai vostri canini azzurrastri.
Qui, sui vostri petti, rimarremo come un muro.
Avremo fame, saremo nudi… Ma vi sfideremo.
Reciteremo poesie
Riempiremo le strade con manifestazioni di gente esasperata
Riempiremo di orgoglio le prigioni
Faremo dei nostri bimbi… una generazione rivoluzionaria dopo l’altra (…)
A Lidda, Ramlah, in Galilea…
Resteremo qui
Bevete il mare…
Noi custodiremo l’ombra del fico e degli olivi,
semineremo le idee, qual lievito nella pasta del pane (…).
- Tawfiq Ziyad, noto come il “poeta della protesta” è stato un poeta e politico palestinese con cittadinanza israeliana. Nasce in Galilea quando la regione era ancora sotto mandato britannico e studia letteratura in Russia. Rientrato in patria, nel 1973 venne eletto sindaco di Nazaret e successivamente alla Knesset, in rappresentanza del partito comunista Rakah. Oltre che per le sue poesie va ricordato in particolare per un’inchiesta sulle condizioni delle prigioni israeliane e sull’uso della tortura nei confronti dei detenuti palestinesi che fu pubblicata sul quotidiano Al HaMishmar. Le Nazioni Unite, a cui l’inchiesta fu inviata, descrissero l’inchiesta come «forse la migliore prova della realtà dei resoconti che descrivono le ripugnanti e inumane condizioni a cui sono sottoposti i prigionieri arabi». A riprova del fatto che il popolo palestinese ha subito e ancora subisce ogni genere di sopruso da parte dei governi israeliani che negli anni si sono succeduti.[↩]