editoriali

Questo vento agita anche noi

di Giancarlo
Scotoni

Il cinque novembre in piazza ci saremo anche noi, come siamo stati presenti in questi mesi in cui centinaia di realtà e tantissime persone hanno preparato questo appuntamento.

Un momento che potrà essere fondamentale per legare le lotte contro la guerra e per la pace alle lotte per la liberazione delle donne, alle lotte contro la distruzione dell’ambiente, a quelle per i diritti, a quelle per la giustizia sociale e economica.

Si tratta di un legame evidente: ovunque nel Mondo le crisi appaiono facce della medesima crisi. Si presentano come il prodotto di un sistema e di un ordine produttivo e sociale che impone inutili miserie e che marcia sempre più velocemente verso esiti drammatici.

La ricchezza e il potere continuano a concentrarsi ed è l’aumento della velocità di concentrazione della ricchezza e del potere che diviene la base su cui si regge il sistema. Una crescita che non è più sviluppo perché ha perso ogni qualità progressiva. Così, a fronte della impossibilità di guadagnare un consenso diffuso, i governi nazionali e di area si chiudono su se stessi ricorrono a ideologie suprematiste e autoritarie, all’eversione dei principi della democrazia e alla contrazione dei diritti anche al loro interno (da noi attraverso la sterilizzazione dei parlamenti, la spinta al presidenzialismo, il recupero dell’anima nera del comando). Ovunque le governance usano una specie legale di criminalità, concreta e non solo astratta, che si mette in simbiosi con quella illegale delle mafie.

Si pensi alle modalità incostituzionali con cui i governi dei Paesi si arrogano la decisione di condurre guerre non dichiarate, al ruolo di polizia affidato a bande di assassini in Libia, al livello di segretezza rivolto all’interno e non verso il nemico, all’impiego dei terroristi dell’Isis nelle file dell’esercito turco in Rojava… Ancora, sulle armi che l’Europa continua a inviare in Ucraina, Zelensky e Putin ne sanno molto più dei cittadini europei, né possiamo scordare Julian Assange perseguitato per aver alzato il velo sui segreti del Pentagono.

Verso l’esterno, verso “la giungla” che coltivano attorno a sé, i Paesi ricchi e l’Europa ergono muri, respingono ed eliminano i migranti che essi stessi hanno impoverito o costretto alla fuga tramite spoliazioni e guerre e catastrofi ambientali.

Il mercato sempre più vorace, concorrenziale e conflittuale da troppo tempo prospera in una emergenza eletta a normalità: gli obiettivi di riduzione del riscaldamento del pianeta sono sabotati dal rifiuto di porre la questione in termini di bene comune globale, e di porre le basi per una risposta solidale e giusta alla crisi climatica. Ed ecco che l’emergenza della guerra viene contrapposta all’impegno sull’ambiente e cancella l’emergenza climatica dall’agenda. Gli azionisti del fossile e del nucleare esultano per la scarsità di metano mentre la prossima conferenza sul clima verrà ospitata dall’Egitto il cui regime non è secondo a nessuno in fatto di repressione sociale, civile e di genere e di negazione dei diritti.

Oggi l’aumento delle bollette colpisce duramente la capacità di acquisto di salari, pensioni, redditi e anche l’inflazione sta impoverendo la popolazione. Se gli aumenti del costo dell’energia sono legati direttamente alla guerra, questo non è il caso dell’inflazione che aveva iniziato a manifestarsi molto prima: il sistema ha fallito anche sul versante della stabilità dei prezzi.

Di fronte alla pandemia, quando il bisogno di potenziare la sanità pubblica era evidente quanto la necessità di un vaccino, i governi dell’Europa non sono riusciti nemmeno a contrattare efficacemente con le grandi case farmaceutiche che hanno realizzato profitti mirabolanti attraverso il sequestro dei saperi e lo sfruttamento della scienza.

Duro intreccio, dunque, quello che sta preparando un durissimo futuro “non per noi ma per tutte e tutti”. Ma si tratta di un groviglio in una certa misura barcollante e potenzialmente rovesciabile.

Intanto occorre attrezzarci alla crisi senza perdere tempo: occorre costruire alternativa, contendere, battersi e unirsi al vento che continua a soffiare in tutto il Mondo. Un vento fatto dalle lotte delle donne, dalle genti dell’Iran e dello Sri Lanka, dalle agitazioni in Francia e in Inghilterra, dai movimenti contro la guerra e da quelli ambientalisti, dalle innumerevoli lotte diffuse, spesso sconosciute, che si sviluppano nei territori e nei luoghi di lavoro di tutti i Paesi.

Per tutto questo il 5 novembre transform! Italia confluirà nella manifestazione nazionale dopo aver partecipato alla assemblea “Non per noi ma per tutte e tutti” a Piazza Vittorio il 5 novembre alle ore 11:00. Inoltre la redazione di www.transform-italia.it a partire da quel momento aggiungerà al suo costante impegno politico e di studio iniziative di approfondimento e confronto rivolte a tutte e a tutti per rafforzare questo vento che agita anche noi.

Giancarlo Scotoni

segue la convocazione di Non per noi ma per tutte e tutti

Non può esistere Pace senza Giustizia sociale e ambientale

Assemblea pubblica a Piazza Vittorio dalle 11 alle 12:30.
Subito dopo confluiremo con la nostra “Agenda sociale”
nel grande corteo per la Pace sino a Piazza San Giovanni.

FERMATE LA GUERRA! NEGOZIATO E CONFERENZA DI PACE SUBITO!

Care e cari,

il 5 novembre è arrivato!

La nostra voce, collettiva, plurale, aperta, è pronta ad alzarsi dall’assemblea di Piazza Vittorio per chiedere politiche adeguate per affrontare ed eliminare la povertà, le disuguaglianze, sconfiggere le mafie, mettere fine alle ingiustizie climatiche, alla crisi energetica, alla privatizzazione della salute, all’impoverimento del lavoro, alla frammentazione regionalista.

Saremo tutte e tutti insieme ad animare questo momento di confronto e proposta che è la voce di chi soffre e lotta. Solo insieme possiamo rendere visibili e reali, nelle lotte e nelle scelte politiche del Paese, i bisogni di milioni di persone.

Per questo, durante l’assemblea a Piazza Vittorio, interverranno molte delle realtà che hanno animato il nostro percorso in questi mesi in modo da rendere visibile la leadership collettiva, condivisa e plurale costruita. Perché insieme costruiamo, lottiamo, sogniamo e chiediamo di essere ascoltate ed ascoltati. Tra gli altri interverranno: Gaetano Azzariti – Salviamo la Costituzione; Michele Azzola – CGIL di Roma e del Lazio; Andrea Costa e Alice Basiglini – Baobab Experience; Maria Luisa Boccia – Centro per la Riforma dello Stato; Marina Boscaino – Comitati No Autonomia Differenziata; Salvatore Cacciola – Associazione Nazionale Bioagricoltura Sociale Rete Fattorie sociali Sicilia; Alberto Campailla – Nonna Roma; Angelo Cassano – Parrocchia San Sabino di Bari; Maura Cossutta – Casa Internazionale delle Donne; Mario De Vergottini – FAI Antiracket Antiusura AGISA Onlus; Federico Dolce – DIEM25 Italia; Flavio Lotti – Tavola della Pace; Misha Maslennikov – Oxfam Italia; Elena Mazzoni – Transform! Italia; Andrea Morniroli – Forum Disuguaglianze e Diversità; Silvia Paoluzzi – Unione Inquilini; Giovanni Russo Spena – Giuristi Democratici; Maurizio Simmini – Cooperativa sociale ISKRA; Elisa Sermarini – Rete dei Numeri Pari; Nicola Teresi – Emmaus Italia; Barbara Tibaldi – FIOM-CGIL Nazionale.

Ci vediamo quindi in Piazza Vittorio sabato 5 novembre alle ore 11:00 per l’Assemblea nazionale “Non per noi ma per tutte e tutti”. Al termine dell’assemblea ci si trasferirà a Piazza dell’Esquilino dove dispiegheremo il grande striscione della nostra comune “Agenda Sociale”, attenderemo l’arrivo del corteo di Europe for Peace ed entreremo nel fiume pacifista per proseguire insieme fino a Piazza San Giovanni.

Non per noi ma per tutte e tutti a Piazza Vittorio il 5 novembre alle ore 11:00, insieme.

Ufficio stampa
5novembreinpiazza@gmail.com
www.5novembreinpiazza.it
347 3935956
328 1312595
347 0347403

Articolo precedente
Reazionari o progressisti i muri sono un solo incubo
Articolo successivo
La pace a Roma

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Compila questo campo
Compila questo campo
Inserisci un indirizzo email valido.