Mentre la pandemia torna a colpire più duramente, in un Paese in cui i massmedia più che informare ossessionano e esibiscono e le “istituzioni” sono attraversate da sommovimenti non solo politici ma di funzione, c’era grande attesa per l’ennesimo Dpcm richiesto a gran voce da parti della maggioranza.
La linea di Conte è alla fine rimasta più o meno quella europea. L’Europa ha scelto di convivere con il virus più possibile. Non è in grado di operare lockdown alla cinese per debellarlo. Deve limitarlo e controllarlo in attesa del vaccino.
Questa linea ha senso se tiene il sistema di protezioni pubbliche che l’Europa ha molto più di altri. E che purtroppo ha gravemente compromesso in questi 30 anni.
Questa linea avrebbe bisogno dunque di rilanciare tutte queste protezioni anche direttamente a livello europeo a partire da un servizio sanitario pubblico europeo anche come gestione condivisa di questo modo di operare. Purtroppo non è così.
In questa linea il Mes non “interessa” molto all’Europa. È una fissazione italiana, in particolare del PD, sfasato rispetto alla nuova fase europea. Lo ha capito Conte, e finalmente anche Gualtieri, che hanno detto la verità e cioè che col Mes non si fanno investimenti e spese
aggiuntive ma solo prestiti per spese emergenziali già fatte. Con più problemi che altro. In Spagna, scrive El Pais, stanno pensando di non chiedere neanche la parte del Recovery fatta di prestiti usando solo quella dei fondi perduti.
D’altronde il “mercato” mostra di aver capito che o si spende o si muore. Strano che gli adoratori dei “mercati che comandano” questa volta invece vogliano ignorarlo. Sta di fatto che ormai i Btp settennali costano 0,35% di interessi. E che il Mes appare sempre più non solo una trappola ma inutile.
Il Mes ha funzionato da alibi per non fare. E l’incapacità del Pd di capire la nuova fase e il suo nervosismo per le tensioni alimentate al suo interno in particolare da presidenti e difensori del vecchio fanno danni. E Confindustria è un ferrovecchio dannosissimo.
È evidente che bisogna investire tutto in ciò che garantisce la tenuta di questa linea e cioè sanità, trasporti, scuola pubblici per arrivare almeno alle medie europee visto che stiamo molto peggio. E sostegno ai redditi.
Purtroppo l’Europa non è cambiata al punto di farlo lei. E in Italia si è persa la memoria. Sarà bene ritrovarla in fretta.
Ma per farlo occorre che qualcosa di forte irrompa per far uscire il Paese dalla catalessi in cui è
caduto.
È impressionante come ormai più che ricercare il massimo di sicurezza col massimo di libertà si accetti al contrario di essere privati dell’una e dell’altra.
Stato di emergenza permanente e discoteche aperte.
Mi è capitato in questo periodo di dire che siamo diventati “pre manzoniani”. Cioè privi di qualsiasi capacità di leggere il sistema sociale che aiuta la peste e continuamente in caccia di untori.
Naturalmente il negazionismo e i comportamenti dissennati vanno combattuti. Ma se non si guarda al sistema in cui si collocano il risultato è inefficace. C’è la “movida” ma ci sono le fabbriche, i trasporti.
Ora, il Pci che aveva una attenzione e una cura estreme per i comportamenti individuali, pure giammai perdeva di vista la critica sociale.
Senza questa critica sociale come si esce dalla pandemia?
Se non vediamo che questi 30 anni hanno reso il sistema sociale molto più debole e quello economico totalmente incapace di resettare non riusciamo a fare né convivenza né lockdown.
Anche la questione dei giovani diventa moralistica se non si vede che la loro dipendenza dai vecchi oggi non ha più nulla di ricchezza sociale ma al contrario è solo esposizione alla trasmissione del contagio.
Se uno si chiede perché la mortalità in Germania è molto più bassa la risposta sta pure nel fatto che li i piccoli vanno all’asilo nido e non dipendono dai nonni e a 23 anni di media si esce da casa mentre qui si convive fino a 30.
Ci vuole questa rottura col trentennio maledetto anche per prendere misure veloci. Ad esempio esentando dal lavoro gli over 60 che sono più a rischio. Naturalmente pagandoli. O requisendo gli autobus privati in attesa di comprarne di nuovi.
O per fare lockdown se sarà necessario ma senza mettere la gente sul lastrico. E senza dimenticare che si sta parlando con cittadini a cui questo potere politico ha fatto in 30 anni tanti danni. Se la strategia del contenimento non regge piuttosto che misure pasticciate e assai discutibili è meglio chiudere per un periodo magari breve. E magari ponendo la questione a livello europeo.
C’è un vecchio mondo che sta morendo ma se non si vede una nuova luce restano i mostri.