Fra poche settimane, l’8 e il 9 giugno per essere precise, si voterà su 5 referendum, 4 dei quali riguardano il lavoro e la giustizia sociale mentre il quinto ha a che vedere con il diritto di cittadinanza.
Giova tenere presente che, benché le regole del voto referendario contemplino la possibilità del non voto, in tempi come quelli che stiamo vivendo, segnati da un astensionismo preoccupante che rende ancor più fragile la già declinante democrazia, diventa ancora più dirimente esercitare questo diritto.
Giova tenere presente che, benché le regole del voto referendario contemplino la possibilità del non voto, in tempi come quelli che stiamo vivendo, segnati da un astensionismo preoccupante che rende ancor più fragile la già declinante democrazia, diventa ancora più dirimente esercitare questo diritto.
A proposito di lavoro abbiamo pensato sia cosa utile rimandare a un articolo di Eliana Como che ragiona sul nesso fra padronato e patriarcato.
Eliana Como è portavoce nazionale dell’area di minoranza CGIL “Le radici del Sindacato”, oltre ad essere una cara amica e una preziosa compagna di strada nell’impegno femminista intersezionale.
Eliana Como è portavoce nazionale dell’area di minoranza CGIL “Le radici del Sindacato”, oltre ad essere una cara amica e una preziosa compagna di strada nell’impegno femminista intersezionale.
L’articolo di Como, nell’affrontare il tema del lavoro e la condizione delle donne, tocca tre aspetti determinanti.
Il primo aspetto riconosce e sottolinea il fatto che le radici della subordinazione di genere hanno a che vedere con la cultura e l’educazione ma affondano altresì nella “diversa condizione economica di uomini e donne, nelle diverse opportunità di lavoro e nella tuttora ineguale suddivisione dei compiti di cura in famiglia”. Le differenze di classe, però, attraversano altresì il genere avendo ricadute differenti sulle condizioni materiali delle donne: sono del tutto evidenti le differenze di status far una donna manager e un’operaia tessile. “Per questo” scrive Eliana Como “l’intreccio tra le lotte femministe e le lotte sul lavoro è decisivo”.
Il secondo aspetto ha a che vedere con la consapevolezza che se la precarietà delle condizioni di lavoro , e quindi della vita, riguarda la gran parte delle e dei lavoratori è pur vero che oltre al genere sono la razza e l’orientamento sessuale a determinare ulteriore sfruttamento e oppressione.
Il terzo aspetto, infine, chiama in causa il movimento sindacale nel suo complesso. Se non si coglie l’importanza del nesso fra diritti sociali e diritti civili si rischia di non assumere la complessità del vivere e quindi di dare risposte inadeguate o parziali ai bisogni delle persone in carne ed ossa.
Il primo aspetto riconosce e sottolinea il fatto che le radici della subordinazione di genere hanno a che vedere con la cultura e l’educazione ma affondano altresì nella “diversa condizione economica di uomini e donne, nelle diverse opportunità di lavoro e nella tuttora ineguale suddivisione dei compiti di cura in famiglia”. Le differenze di classe, però, attraversano altresì il genere avendo ricadute differenti sulle condizioni materiali delle donne: sono del tutto evidenti le differenze di status far una donna manager e un’operaia tessile. “Per questo” scrive Eliana Como “l’intreccio tra le lotte femministe e le lotte sul lavoro è decisivo”.
Il secondo aspetto ha a che vedere con la consapevolezza che se la precarietà delle condizioni di lavoro , e quindi della vita, riguarda la gran parte delle e dei lavoratori è pur vero che oltre al genere sono la razza e l’orientamento sessuale a determinare ulteriore sfruttamento e oppressione.
Il terzo aspetto, infine, chiama in causa il movimento sindacale nel suo complesso. Se non si coglie l’importanza del nesso fra diritti sociali e diritti civili si rischia di non assumere la complessità del vivere e quindi di dare risposte inadeguate o parziali ai bisogni delle persone in carne ed ossa.
Per questo, scrive Como, pur se “il sindacato è una organizzazione mista per definizione, perché la sua rappresentanza è generale, non può prescindere dall’interrogarsi sull’oppressione del sistema patriarcale”.
Ci sembrano temi che meritano di essere affrontati e discussi.
Paola Guazzo e Nicoletta Pirotta

1 Commento. Nuovo commento
Sono d’accordo eccome! Diritti civili, diritti sociali, diritti di genere, e’ tutto collegato!
Se non si riescono a pagare affitto o spese condominiali pur lavorando e’ un grosso problema! La dignita’ sociale e civile delle persone parte da qui. Bisogna dimenticare il personalismo, l’individualismo , perche’ e’ tutto collegato, perche’ a tutti interessa, il lavoro sicuro e ben retribuito, a tutti interessa la sicurezza nei luoghi di lavoro, tornare a casa dopo ogni giornata lavorativa anche con la certezza e la serenita’ del lavoro garantito e della pensione garantita. La lotta, la solidarieta’ pagano sempre! L’8 e il 9 giugno esprimiamo tutte e tutti il nostro diritto costituzionale, la nostra democrazia, ricordando le donne e gli uomini che hanno lottato per conquistarla!