articoli

Pallottole UE

di Roberto
Musacchio

Le pallottole entrano ufficialmente nella guerra costituente della UE. E lo fanno tramite un altro strumento costituente e cioè il PNRR. Oltre che con i “fondi di coesione” e, a conferma dell’uso del linguaggio orwelliano, i fondi per la pace. Proposta della Commissione europea e poi voto del Parlamento europeo, che il 9 maggio “sfregia” la festa della Europa votando plebiscitariamente l’urgenza per comprare armi, riempire gli arsenali e arricchire i mercanti, confermando di essere diventato una grancassa bellicista.

La guerra, per le “classi dirigenti” di questa entità metà mercato metà storia artificiale che è la UE, sta diventando fondativa, appunto, in termini orwelliani.
La guerra è pace, diceva il grande fratello in 1984, romanzo pensato guardando allo stalinismo ed invece oggi rappresentato dal capitalismo globalizzato della guerra di classe rovesciata e della guerra tra i dominanti pagata dai dominati.
Ebbene, la UE prima usa per comprare le pallottole per l’Ucraina i fondi europei per la pace e poi, visto che non bastano, invita a farlo con quelli del PNRR.

Visto che intanto ha rimesso in azione anche il Patto di stabilità che farà pagare carissimi i debiti, con una sola mossa si giocano entrambe le guerre. Quella militare e quella sociale.

Per altro il riarmo è ormai una scelta anche delle “Nazioni”. Polonia e Germania in primis. Mentre per l’Italia quello delle armi è sempre stato un mercato economicamente e politicamente privilegiato.

Si possono ancora considerare questi “dirigenti dell’entità UE” come “trascinati” da USA e NATO? Lungi da me sottovalutare il peso del neo atlantismo dentro il mondo orwelliano. Però, francamente, mi pare che ci mettano molto di proprio.
D’altronde guerre, colonialismi, suprematismi sono stati un marchio di fabbrica dell’occidente europeo. Prima che il movimento operaio si congiungesse con urbanesimo e cultura che ne erano i tratti positivi. La devastazione nazifascista, con la guerra finale, fu resa possibile dalla volontà di non consentire questa congiunzione fondativa di un’altra umanità, come Franco Fortini scriveva “correggendo” l’Internazionale.

Le classi dirigenti capitalistiche sono ontologicamente anticomuniste. Perché, come tutti gli ancien regime, difendono la propria esistenza.

Quelle oggi in sella in Europa stanno da tempo compiendo la propria restaurazione, a cavallo tra bonapartismo, concilio di Vienna e Orwell. L’Europa, rinata dalle proprie macerie giurando sulla pace, oggi dice, con il grande fratello, che la pace è guerra. E, come in altri momenti, trova nella Russia il suo “nemico naturale”. D’altronde è facile fare propaganda dicendo che Putin è il nuovo zar o il nuovo Stalin. E certo né lo zar né Stalin erano fuori dal mondo dei dominanti che sempre hanno oppresso i dominati mentre si combattevano tra loro. Eppure l’URSS non era solo stalinismo ma anche rivoluzione d’ottobre e lotta al nazifascismo. Un passaggio di quel Novecento che per la prima volta ha visto emergere la rivoluzione operaia. Magari in anticipo sui tempi, e dunque piena di contraddizioni. È questa evenienza che per il capitalismo è insopportabile. Per questo la grande restaurazione deve cancellarne la possibilità. Ecco che Putin e la Russia devono essere anche il nuovo fascismo. La “gamma ideologica” della guerra UE è veramente degna di una serie TV dalle mille “verità orwelliane”. Zar, Stalin e Hitler stanno insieme. Poco importa che l’URSS nacque abbattendo lo zar e sopravvisse immolando milioni di persone nella lotta ad Hitler e Mussolini. La meta-categoria del totalitarismo consente ogni arbitrio. Si può così fare convivere nella guerra presente globalisti e nazionalisti, chi combatté su parti opposte nella seconda guerra. L’importante è oggi stare nella costruzione di questa nuova dimensione di comando capitalistico. Lungamente preparata. Rovesciando la lotta di classe. Reimmettendo le guerre nel gioco. Riscrivendo la storia. Dal 1989 la UE è protagonista di questi passaggi. È Napoleone e il Concilio di Vienna insieme. Globalista e nazionalista. Post democratica in forme inusitate. Revisionista per natura. Ha tradito Gorbaciov, cullato Putin ed ora torna all’antico schema dell’orso russo. Con cui fa la guerra mentre spartisce il bottino che spetta ai dominanti. Come nell’ancien regime. E come nell’ancien regime c’è “tassazione senza rappresentanza”. C’è austerità senza democrazia europea. Si cambiano le pensioni in Francia con tutto il popolo contrario. Si fa la guerra senza e contro il consenso popolare. I condannati a morire per le guerre militari, economiche e sociali, si devono anche pagare le pallottole.

Questa è la UE, il più moderno degli ancien regime.

Come abbiamo già scritto, è veramente un dovere che l’Italia pacifista, che si è ritrovata ancora in piazza nella grande catena della pace nonostante la censura feroce, si manifesti unita alle prossime elezioni europee.

Roberto Musacchio

guerra, pace
Articolo precedente
Il Sud del mondo non è allineato con l’Occidente nella nuova guerra fredda
Articolo successivo
La Costituzione in mano alla reazione

1 Commento. Nuovo commento

  • Maria Teresa
    10/05/2023 22:22

    È immorale e incredibile che la UE abbia fatto una scelta così scellerata! Ma è mai possibile che noi cittadini dobbiamo subire queste decisioni dei capi europei senza essere interpellati! Vergogna! La parola d’ordine è :Guerra, guerra e armi affinché i potenti siano sempre più potenti. L’ Ucraina viene usata per portare avanti l’industria delle armi in Europa, in Italia e nel mondo! Basta sono stufa di queste violenze, ribelliamoci diciamo una volta per tutte che l’Europa così com’è non la vogliamo! Io VOGLIO che i fondi europei e i fondi delPNRR siano utilizzati per la Pace, per la Scuola, la Sanità pubblica, non mi riconosco in questi regimi dittatoriali con delirio di onnipotenza! Sono stufa! Possibile che le donne al potere ripetano gli errori e le meschinità secolari di uomini senza scrupoli! IL DNA femminile è pacifista, è libero, non ha condizionamenti, è accogliente, abbraccia i deboli, aiuta i sofferenti, non discrimina., non stigmatizza.

    Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Compila questo campo
Compila questo campo
Inserisci un indirizzo email valido.