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Nuovo decreto sicurezza

di Stefano
Galieni

I 9 articoli di cui si compone il decreto legge presentato in Consiglio dei Ministri dalla ministra Luciana Lamorgese, allo scopo di intervenire sui decreti Salvini, è da notare per alcuni punti interessanti che contiene ma soprattutto per quanto non tocca o ignora. Sono falsi tanto i trionfalismi in chiave PD quanto gli allarmi leghisti, entrambi fanno parte di un’opera di propaganda connessa ad eterne campagne elettorali che poco o nulla dicono sui contenuti.

Per sgomberare il campo da inutili semplificazioni, proviamo a separare gli elementi positivi di novità, contenuti in un testo che prima di essere approvato dovrà passare nei due rami del parlamento, dalle tante omissioni e incoerenze presenti, frutto di mediazioni.

Nel primo articolo si ampliano le opportunità per convertire una delle forme di protezione rimaste in vigore, in permesso per motivi di lavoro. Calamità, attività artistica o sportiva, assistenza minori ed altri casi finora rimasti esclusi permetteranno ad una parte dei presenti di garantirsi possibilità di permanenza meno precarie. E qui si notano i primi limiti quanto le aperture della riforma – guai a chiamarla cancellazione – non si ripristina la protezione umanitaria che c’era prima né si interviene sull’abuso prodotto da Minniti un anno prima che eliminava un grado di appello avverso il diniego all’asilo.

Semplicemente si fanno i conti, timidamente con la realtà.

L’intervento è conseguente al sostanziale fallimento della “regolarizzazione straordinaria” proposta quest’estate e che per i tanti vincoli frapposti ha lasciato fuori centinaia di migliaia di aventi diritto. Tra le prerogative positive di tale articolo, esplicitato al comma 2, c’è il divieto di rimpatrio e di respingimento in paesi dove si rischiano trattamenti inumani e degradanti. Sulla carta dovrebbe essere già garantito dalla Costituzione e dai trattati internazionali nonché dalle tante Convenzioni a cui si sarebbe vincolati, ma il fatto che si sia dovuto ribadire fa comprendere come si siano disattesi negli anni tali obblighi.

Nello stesso articolo si interviene ribadendo l’obbligatorietà del soccorso in mare; si riducono le pene per le ONG che salvano persone rendendole non perseguibili laddove si ravvisi che il soccorso è necessario, ma si mantengono le limitazioni per il traffico delle imbarcazioni presenti nei pressi delle acque territoriali e internazionali. Restano troppi elementi di discrezionalità – cosa che caratterizza l’intero testo – per cui se da una parte si rendono meno potenti le intimidazioni pecuniarie e si lascia intendere che si sarà capaci di distinguere fra “reali soccorritori” e interventi considerati di “pull factor”, dall’altra permangono le limitazioni alla navigazione per le ong inserite da Minniti. Se e quando diventerà normativa il New pact on migration and asylum lanciato il 23 settembre, nel Mediterraneo centrale aumenteranno gli assetti di soccorso di Frontex, della Guardia costiera e di frontiera europea, nel frattempo il rischio che permanga il deserto nei soccorsi è forte.

L’articolo 2 del testo amplia i criteri per aver diritto ad una protezione speciale che non sostituisce la protezione umanitaria eliminata da Salvini. Qui vale la pena fermarsi per un breve viaggio indietro. In Italia non esiste una normativa unica per il diritto d’asilo compatibile con l’articolo 10 della Costituzione. Si sommavano fino al pre-Salvini tre opportunità: lo status di rifugiato, la protezione internazionale o sussidiaria e la protezione umanitaria per chi, pur non avendo direttamente diritto alle garanzie precedenti, rischia, in caso di ritorno in patria, di essere sottoposto a trattamenti inumani e degradanti o a non poter godere delle libertà garantite dalla nostra costituzione. Togliendo, come ha fatto Salvini, quest’ultima opportunità si è violata nei fatti la Costituzione. La riforma, lungi dal ripristinare quanto c’era, allarga un po’le maglie per ottenere forme di protezione “speciale” mantenendo limiti di discrezionalità che rendono spesso difficile sentirsi al sicuro.

decreto Salvini, migranti, ONG
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1 Commento. Nuovo commento

  • Enza TALCIANI
    07/10/2020 17:47

    Mi chiedo ogni giorno perchè Salvini è riuscito ad essere il personaggio discriminante in questioni tanto delicate e fondamentali per la Democrazia! Non credo che basti abbaiare alla luna come fa lui per avere ragione. Mi vergogno per noi tutti italiani!

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