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No Mes, si patrimoniale: per cambiare l’Italia e l’Europa

di Roberto
Musacchio

Poi alla fine le cose sono anche semplici.

Una sinistra europeista in questo momento fa di tutto perché la UE fuoriesca definitivamente dalla austerità costruendo una nuova dimensione democratica e perché  contemporaneamente si riapra una stagione che perlomeno riduca le diseguaglianze frutto di 30 anni di liberismo e rese ancora più drammatiche dalla crisi.

Questa Sinistra europea è per la patrimoniale e contro il Mes.

Purtroppo il Partito Democratico fa esattamente il contrario. Con un duplice impatto negativo, in Italia e in Europa.

Il dramma che viviamo in questo malridotto Paese è che esistono due destre e nessuna sinistra.

Non è cosa che riguardi le analisi libresche ma la realtà politica.

Il Pd, questa volta per altro pur essendo minoranza di una coalizione, sta imponendo una doppia scelta nefasta.

Mantenere in vita il Mes, rinforzato, incatenato agli assurdi trattati liberisti e della austerità, cosa che getta un’ombra nefasta su cosa succederà all’Italia ed alla Europa quando tornerà la “normalità” post pandemia.

Altro che nuova Europa democratica. Ci aspetta l’incubo di “pagare caro, pagare tutto”.

E in un Paese con il 160% di debito l’incubo sarà ancora più terribile visto il rifiuto ad ogni idea di giustizia sociale insito nel no alla patrimoniale.

Impedire una elementare manovra di giustizia per cui i più ricchi siano chiamati a contribuire maggiormente.

Anche perché, al contrario, durante la pandemia si stanno arricchendo ancora di più.

Ma neanche questo sta nel dna del PD. In questo ritrovandosi in buona compagnia con la gran parte dei Cinquestelle.

Quella che viene prospettata in Italia è una campagna indecente che vorrebbe contrapporre i precari che ormai si inabissano nel baratro e i “garantiti” del lavoro pubblico.

Cioè quelli che fino a ieri venivano definiti eroi per quello che fanno per curare, ma anche per insegnare o portare autobus.  Sottopagati e mandati in trincea nel devastato sistema pubblico italiano. Che è su tutti questi fronti fondamentali ben al di sotto delle medie europee, deficitario di almeno 500 mila lavoratrici e lavoratori, falcidiati dal trentennio di Maastricht voluto dalle due destre.

L’ipoteca di Maastricht, cioè dell’Europa reale liberista, resta su di noi come ci dice la volontà di tenere la spada di Damocle del Mes.

Sta travolgendo anche i Cinquestelle che narrano la favola bella che il Mes si approva ma loro non lo faranno usare. Come se non fosse evidente che il Mes vivrà più a lungo del grillismo.

Tutto chiuso, dunque?

Non è detto. Pensare la pandemia come una parentesi non è detto che sia cosa che riesca a rilanciare il liberismo.

Lo sanno bene anche “loro” visto che col nuovo Mes pensano a mettere al sicuro le banche con i soldi degli Stati. E senza aver fatto quella unione bancaria e della sua sicurezza che era in agenda.

La Cina, ma anche la Russia, si producono i vaccini, mentre l’Europa devr pagarli alle multinazionali con oscure trattative secretate.

E sui galoppanti settori delle tecnologie informatiche non c’è la bandiera della UE che ha delegato a mercato e multinazionali le politiche industriali.

Sarebbe una partita aperta quella per sconfiggere il liberismo e cambiare corso all’Europa.

No al Mes e si ad un bilancio proprio europeo che usi Bce e tassazioni su multinazionali ed emissioni. Patrimoniale e rilancio occupazionale nel pubblico. Politiche industriali non delegate ai capitalisti e reddito di base.

Una piattaforma di sinistra. Quella sinistra che in Italia dobbiamo tornare a fare perché serve a noi e alla Europa.

MES, Patrimoniale, sinistra
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