Pubblichiamo questo articolo scritto precedentemente alla elezione ma che conserva, a nostro avviso, ancora una valida analisi.
Vi sono persone che mostrano disinteresse e indifferenza di fronte alla scadenza elettorale del prossimo 25 settembre. E’ necessario contrastare questi atteggiamenti, senza giungere a quanto sosteneva in un suo scritto giovanile Antonio Gramsci – Odio gli indifferenti -, ma trovando le modalità più opportune per porre queste persone di fronte alle responsabilità che si assumono.
Occorre prospettare gli scenari che si profilano nel caso della vittoria dello schieramento guidato dalla fascista – fratella – d’Italia Giorgia Meloni.
S’intravede, nel programma della coalizione di destra, un’Italia profondamente diversa, in cui, in seguito al previsto attacco alla Costituzione, aumenteranno le differenze fra le regioni, specie in settori importantissimi come la scuola e la sanità – vedi l’autonomia differenziata -, e si porterà un grave vulnus al regime parlamentare con l’introduzione del presidenzialismo.
Inoltre, tanto per fare alcuni esempi, saranno compiuti ulteriori passi indietro nelle iniziative di accoglienza ed inclusione dei migranti, già non particolarmente brillanti, grazie anche agli interventi del piddiino Minniti quando era ministro, verrà ridotta una misura civile come il reddito di cittadinanza, che sarebbe da migliorare e non certo da annullare, o quasi, saranno rilanciate e avviate le grandi opere inutili e dannose [si riparla anche del Ponte sullo Stretto di Messina], mai cancellate dai governi di centro-sinistra – alcune di esse, tipo l’ampliamento dell’aeroporto di Peretola e il sotto-attraversamento TAV di Firenze, sono state sostenute recentemente dal Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e dal Sindaco di Firenze Dario Nardella –, subiranno notevoli arretramenti vari provvedimenti che riguardano i diritti civili – ad esempio, le conquiste del movimento delle donne in tema di aborto e quelle relative agli orientamenti sessuali-.
Proseguiranno le politiche neo-liberiste d’ispirazione europea, ma in chiave sovranista.
Sarà sempre di più messo in un angolo lo spirito resistenziale alla base della nostra Costituzione, già messo a dura prova dall’equiparazione dei partigiani ai ragazzi di Salò compiuta da Violante alcuni anni fa e dall’istituzione, a poca distanza dal giorno della memoria della Shoah, della giornata del ricordo per gli istriani perseguitati dal regime jugoslavo – quasi fossero eventi paragonabili -.
Penso che ci siano argomenti sufficienti per motivare chiunque abbia a cuore la Carta Costituzionale nata dalla Resistenza ad andare a votare domenica prossima. Anche se profondamente sfiduciato della politica e dei partiti – e politica e partiti hanno fatto il possibile in questi anni per suscitare una simile sfiducia -.
Ci sono momenti, nella storia di un Paese, che comportano un di più di ottimismo della volontà nei confronti del più che giustificato pessimismo della ragione.
E’ solo facendo appello a tale ottimismo che si può cercare di contrastare una svolta che può portare conseguenze dannose che si protrarranno per molti anni.
Anche per avviare un processo di recupero della politica al suo ruolo originario, di strumento per ricercare insieme la soluzione dei problemi che collettivamente ci troviamo di fronte, avendo come stelle polari la solidarietà e la cooperazione – il contrario della politica è l’egoismo si afferma in Lettera a una professoressa -, facendo sì che non sia più terreno di caccia per gli interessi personali degli addetti ai lavori. Prima che la degenerazione in atto sia diventata irreversibile.
Non è tempo, quindi, di essere indifferenti, di fare da spettatori, di astenersi.
Occorre, in primo luogo, andare a votare, convincendo più persone possibile a farlo.
E’ necessario, poi, dare un voto a difesa della Costituzione.
Ed è pure auspicabile che si cerchi di avere una presenza di sinistra non collegata al PD nel prossimo Parlamento.
Sostenendo Unione Popolare.
Moreno Biagioni 21-9-2022