articoli, recensioni

Narcocapitalismo

di Marcello
Pesarini

Narcocapitalismo, autore Laurent de Sutter (Ombre corte/Cartografie, € 10), in base alle dimensioni (104 pagine) sembra presentarsi come un pamphlet adatto a difenderci all’occorrenza  dalle lusinghe rappresentate dagli stupefacenti utilizzati per minare la nostra salute, e la nostra coscienza,  poi ci mostra i primi locali costruiti dalle classi lavoratrici, a metà fra gli attuali centri sociali e le balere per soli neri degli anni ’20, sesso e sostanze eccitanti incluse. Si pensa di avere trovato il filo rosso, ed invece ci si addentra nella costruzione del potere medico che vorrebbe giustificarsi con la disponibilità di maggiori espedienti per non far soffrire i pazienti.

Siamo così entrati nel Paese delle Meraviglie, anche se i primi personaggi incontrati non sono così simpatici come il Bianconiglio che sfugge ad Alice. C.T. Jackson e W.G. Morton il 12 novembre 1846 depositarono presso l’US Patent Office un brevetto che migliorava le operazioni chirurgiche, attraverso l’inalazione da parte del paziente di vapori di etere solforico che lo portavano a uno stato di insensibilità nervosa.

Nel 1899 Emil Kraepelin pubblicava la sesta edizione del Lehrbuch der Psychiatrie, un successo.  La sua mira era far diventare la psichiatria scienza al pari delle altre sperimentali, e per farlo era necessario staccarsi dalla visione metafisica della psicologia e inquadrare le cause fisiche delle malattie mentali.

La versatile narrazione del Professore di Teoria del Diritto è avvincente, traccia la storia del capitalismo impegnato a concedere la notte al lavoratore purché riposi per assicurargli il plusvalore il giorno seguente, la nascita della polizia della notte nella Parigi (la Ville Lumiere) del XVII secolo, la frequentazione dei locali dove venivano consumati liquori e vini assieme ai primi anestetici e eccitanti, e il timor panico che questi locali comunicavano ai benpensanti.

Il tempo liberato, termine più volte ripreso dalla classe operaia e dalle generazioni ribelli fino ai giorni nostri, assieme alla libertà dei corpi, evoca il rifiuto del controllo.

Il piglio serio e documentato che dimostra la necessità del chirurgo di poter operare il paziente senza che costui senta dolori, in modo da non essere distratto nella sua azione sanatrice, si alterna alle conseguenze che la donna, prima o poi, ha subito con l’introduzione della pillola del Pincus per non concepire embrioni di natura umana. Non sarà un caso che anche un simbolo di vita della nostra esistenza, il parto, avvenga nelle condizioni scelte dall’uomo ginecologo, e sono invece le partorienti a battersi per altre posizioni, più naturali, che richiederebbero una diversa collaborazione medica.

Gli enormi guadagni delle industrie farmaceutiche si alternano a quelli dei brevetti della Coca Cola, “refreshing drink”,  e del vino Mariani, ma il timone è sempre tenuto dalla società che spoglia l’essere umano dal controllo sul proprio corpo, illudendolo di liberarlo dalla depressione quando invece lo “solleva” dalla preoccupazione di pensare, agire, soffrire ed a questa sofferenza opporsi.

Gli intrighi legali si annodano sulle loro spire con risultati che potrebbero portare all’ilarità,  raggiunta senza additivi, quando si viene informati che gli stessi personaggi nominati al controllo del consumo delle droghe da stimati politici , si sono curati di farne circolare liberamente solo alcune, le più propizie ai loro disegni.

Affascinante come un giallo, una rivelazione dopo l’altra, Narcocapitalismo ci porta per mano nell’eterna lotta fra uno spirito libero e il tentativo di ingabbiare lo stesso in un corpo limitato.
Grazie all’anestesia i chirurghi avevano pace, chiosa De Sutter.

Per dimostrare quanto il controllo delle menti sia sempre stato all’ordine del giorno, mi è venuto in soccorso un ricordo d’infanzia, tratto dal Corriere dei Piccoli, giornale fumetto illustrato con intenti pedagogici, articoli di divulgazione scientifica, racconti e narrativa di buona qualità. Vi lessi il racconto “Il dottor Oss”, di Jules Verne, nel quale lo stesso protagonista, assistito da Igeno (oss+igeno=ossigeno) introducevano nelle condutture del gas massicce quantità di O2 per i flemmatici abitanti di Quiquendone, città fiamminga, fino a condurli a dichiarare guerra a un comune limitrofe con la motivazione di una mucca sconfinata ai tempi della Prima Crociata. Un’esplosione ricondurrà tutto alla precedente situazione, mentre i colpevoli Oss e Igeno se l’erano già data a gambe.Laurent de Sutter insegna presso la Vrije Universiteit di Bruxelles.

Marcello Maria Pesarini

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