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Multipolarismo della guerra o per la pace?

di Roberto
Musacchio

Di recente Netflix ha messo in onda la prima parte della trasposizione di una grande trilogia “fantascientifica” cinese, Il problema dei tre corpi è il titolo tratto dal primo volume, Memorie del passato della Terra quello dell’intera trilogia, scritta da Liu Cixin ed uscita in Cina nel 2006 e in Italia nel 2017. C’è in rete anche una versione serial cinese precedente a quella USA e dalla Cina sono arrivate anche alcune polemiche sulla versione USA. Che in effetti “modifica” protagonisti e senso. Lo posso dire perché sto affrontando la lettura su carta e in effetti gli USA non è che distorcano in negativo il ruolo dei cinesi, essendo per altro molto forte in entrambe le versioni la ricostruzione delle violenze della rivoluzione culturale, ma soggettivizzano in forme esistenziali e giovanilistiche quella che a me pare una riflessione molto più “politica e sociale”. In molti citano a riferimento la teoria fisica dei tre corpi che rendono complesso il calcolo della gravità ed Einstein e la relatività. A me è venuta in mente dalle reminiscenze giovanili quella maoista dei tre Mondi con cui Mao separava Cina e URSS e dalla dialettica a due, capitalismo socialismo, passava a quella tra Stati imperialisti, in cui entrava l’URSS, i terzomondisti “a guida” cinese, quelli di mezzo.

La storia raccontata, che non so ancora come finisce, parla di un Mondo lontano, Trisolaris, alle prese con i continui cambi tra epoche di caos ambientalmente estreme che costringono le sue civiltà a morire e rinascere, che entra in contatto con la Terra tramite la Cina che sta cercando rapporti nell’Universo su cui interferisce una giovane vittima della Rivoluzione culturale, epoca in cui tutto comincia. Il contatto diventa minaccia di un’invasione, giocata nello spazio tempo, con l’intelligenza artificiale che prepara lo scontro creando giochi di ruolo. Non dico di più e, in buona parte, non so.

So che ho pensato che i Cinesi mi pare stiano riflettendo molto sul Mondo multipolare e su come la loro idea confuciana e socialista alla cinese di Armonia ci si possa collocare.

Sulla carta leggerò il prosieguo. Ma nella realtà mi pare tema importante per chi pone al centro oggi la guerra alla guerra. Che richiede nettezza del rifiuto del sistema di guerra. Ma anche ragionamenti sulle cause che alla guerra spingono e sulla guerra vivono.

In molti segnalano tra di queste la resistenza del sistema unipolare a dominio USA ad accettare il multipolarismo.

Certamente questo elemento è oggi quanto mai incidente e le narrazioni suprematiste che sono tornate preponderanti lo dimostrano. Anche se sono più trasversali ai vari mondi che si fronteggiano come si evince dai documenti strategici di tutti ma anche dalle narrazioni di ciascuno. Sempre più orwelliane laddove almeno il bipolarismo capitalismo socialismo aveva maggiore razionalità. E invero il marxismo è una lettura universalistica che punta più all’interezza che al multipolare.

Le società antiche e del primo capitalismo sono multipolari. Piene di guerre e conflitti, di invasioni, di genocidi. Il capitalismo produce unificazione. Lo stesso, guardando più avanti ad un diverso futuro, fa il socialismo. L’epoca bipolare produce una relativa stabilità ed un prevalente di emancipazione. Rotta dal capitalismo finanziario globalizzato. Che accompagna la vittoria di un campo. Illude sulla totale omologazione. Incuba un nuovo conflitto globale ancora a pezzi. Ma mantiene, in forma neo medievale, il controllo della “morte nera” (continuo con la fantascienza) finanziaria mentre scatena i conflitti tra i vassalli. Con le masse che da protagoniste della Storia tornano ad essere cloni dei war and social games.

Messa così si avverte che non sono precisamente un fan del multipolarismo. L’attuale per altro non ha il prevalente progressivo che caratterizzò i non allineati in termini di pace e progresso. A me paiono prevalere guerre e oscurantismi sociali. Naturalmente dico ciò apprezzando marxianamente il movimento reale ma cercando di vedere ciò che abbattendo lo stato presente può andare verso il socialismo. Che è una grande dimensione nuova per tuttə le persone cui riconsegna la molteplicità delle vite e non il multipolarismo dei dominanti. La Rivoluzione culturale cinese fu un momento di conflitto terribile. Con milioni di vittime. Chi, come anche io ho fatto, ha guardato a quella fase sa che Mao stesso poi cercò una nuova era di stabilità. La dottrina cinese dell’armonia viene anche da lì. In questa epoca di guerre e repressioni noi abbiamo bisogno di conflitto e pace, di guerra alla guerra. Non per spartire il potere ma per cambiare il Mondo (e non Mondo come nel romanzo). Torni il Socialismo.

P.S.: Visto che in apertura ho citato il romanzo di Liu Cixin ho pensato di riportare un piccolo brano che ho trovato al punto in cui sono arrivato a leggere. È una sorta di testamento che la protagonista iniziale, cioè la fisica vittima della Rivoluzione culturale che ha chiamato gli “invasori”, lascia al giovane che sembra essere il protagonista del futuro della Terra.

“Immagini che un gran numero di civiltà siano distribuite nell’universo, tante quante le stelle che possiamo osservare. Innumerevoli. La struttura matematica della sociologia cosmica è molto più chiara della sociologia umana. I fattori del caos e della casualità nella complessa formazione di ogni società civilizzata dell’universo sono filtrati dall’immane distanza, per tanto quelle civiltà possono fungere da punti di riferimento relativamente semplice da trattare con la matematica. Primo: la sopravvivenza è il bisogno primario della civiltà. Secondo: la civiltà cresce e si espande continuamente, ma la materia totale dell’universo rimane costante. Un’ultima cosa: per dedurre un quadro generale della sociologia cosmica partendo dai due assiomi, le servono altri due concetti importanti: le catene del sospetto e l’esplosione tecnologica. Temo che non ne avremo l’opportunità… Faccia come se non le avessi detto niente. In ogni caso io ho fatto il mio dovere.”

Roberto Musacchio

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