In un’America culturalmente divisa e politicamente polarizzata (sull’orlo di una nuova guerra civile?), che si prepara ad una riedizione dello scontro tra Joe Biden e Donald J. Trump per la presidenza nel novembre 2024, “Rich Men North of Richmond”, una canzone scritta e cantata dallo sconosciuto Christopher Anthony Lunsford, aka Oliver Anthony, di Farmville (Virginia), ha colpito commentatori e politici conservatori che hanno cercato di trasformarla in un inno della destra. L’esame accurato delle origini della canzone, degli intenti ideologici e del testo, che include riferimenti alle disfunzioni del welfare e a politici pedofili, ha suscitato l’interesse di tutte le parti politiche (con una iniziale esaltazione a destra e pesanti critiche a sinistra), spingendo la canzone verso il centro dello zeitgeist (come è successo in passato a “Fortunate Son” dei Creedence Clearwater Revival o a “Blowin’ in the Wind” di Bob Dylan) e la vetta delle classifiche. La canzone si è così trasformata in un “inno della classe operaia bianca” (i white blue collar workers) sfruttata, nella vena di Woody Guthrie, John Handcox, Pete Seeger, Bob Dylan e Bruce Springsteen, ma anche in un “inno di tutti” e in un “inno di destra”.
Gli effetti delle “guerre culturali” della destra
All’inizio di agosto è improvvisamente apparso sui social media uno spartano video musicale: Christopher Anthony Lunsford, ma che si fa chiamare come Oliver Anthony (come suo nonno), un giovane (nato nel 1993) con una folta barba rossa e una chitarra acustica in un luogo sperduto in un bosco, cani ai suoi piedi e insetti che ronzano in sottofondo. Con un appassionato accento strascicato, canta una canzone country-folk che è in parte il classico inno dei lavoratori – “Ho venduto la mia anima, lavorando tutto il giorno / Ore di straordinario per una paga di merda” – costretti in uno stato di deprivazione dai bassi salari, dall’alta inflazione, dalle tasse elevate (“Perché il tuo dollaro non è una merda / e è tassato all’infinito“), da un welfare corrotto e dalle élite che ritiene responsabili: i “Rich Men North of Richmond” (i politici di Washington). Una canzone anti-sistema, che critica anche l’eccessivo tentativo di controllo da parte di politici e istituzioni (“Il Signore li conosce tutti / Vogliono solo avere il controllo totale / Vogliono sapere cosa pensi / Vogliono sapere cosa fai“) e che esprime l’idea che lui sia “una vecchia anima” intrappolata in “un nuovo mondo” indolente, ipocrita e oppressivo, dominato dagli “uomini ricchi a nord di Richmond”. A seconda della posizione politica di chi l’ascolta, o viene vista come una voce inviata dal cielo per esprimere la rabbia della classe operaia bianca, oppure come una creazione virale interamente costruita per esaltare i valori conservatori tradizionali (una visione “nativista”) del “popolo” americano1.
Appena una settimana dopo l’uscita della canzone, il cantautore precedentemente sconosciuto ed ex operaio che si esibisce per la sua Oliver Anthony Music ha fatto un balzo direttamente al numero 1 nella classifica dei singoli di Billboard Hot 100, rimanendovi anche questa settimana (e ha 18 brani nella classifica Apple Music Top 100) superando superstar del pop come Taylor Swift e Olivia Rodrigo così come artisti crossover country affermati tra cui Morgan Wallen e Luke Combs2.
Da subito, il populismo della canzone è stato interpretato come tendente inequivocabilmente verso destra, come una traccia musicale originale perfettamente preparata per l’attuale momento iperpolarizzato in cui i conservatori si percepiscono in difficoltà e quella sponda politica si riversa inesorabilmente in ogni aspetto della cultura, fomentando “guerre culturali”, che si tratti di sport, film o musica pop. Sono “guerre culturali” che si concentrano essenzialmente su politiche di identità e sicurezza. Che a poco a poco tendono a cambiare l’immaginario delle persone, mirando a conquistare l’egemonia culturale, per poi passare a mettere in discussione gli assetti politico-istituzionali reali e tangibili (come la separazione dei poteri), e dare vita ad un modello di “democrazia illiberale” e ad una società imperniata sull’apartheid, ossia sulla separazione della popolazione con pelle bianca dagli “altri”3.
Pertanto, fin dall’inizio, il video è stato promosso da influenti politici, opinionisti e personaggi dei media conservatori come Jack Posobiec e Jason Whitlock che hanno elogiato “Rich Men North of Richmond” per il suo suono essenziale e la sua riconoscibilità da parte dei lavoratori, nonché per il suo adattarsi perfettamente ad alcune narrazioni conservatrici (con i repubblicani che cercano di accreditarsi come una sorta di “destra sociale” che difende la classe lavoratrice bianca, anche se poi quando sono al governo tagliano le tasse a ricchi e corporations) che criticano le tasse eccessive del governo e la dipendenza dal welfare. Tra gli altri, la deputata trumpiana Marjorie Taylor Greene ha definito la canzone “l’inno degli americani dimenticati“. Kari Lake, la repubblicana sostenuta da Trump che si è candidata alla carica di governatore dell’Arizona, ha detto che è “l’inno di questo momento della storia americana“.
“Il motivo principale per cui questa canzone risuona con così tante persone non è politico“, ha scritto su X (ex Twitter), Matt Walsh, conduttore di podcast ed editorialista per il conservatore Daily Wire. “Siamo soffocati dall’artificialità”. Su Instagram, il mega-podcaster Joe Rogan ha aggiunto: “Non puoi fingere di essere autentico”. L’attenzione dei conservatori si è concentrata su alcuni passaggi polarizzanti del testo. La loro interpretazione è che Oliver Anthony dia voce alla critica conservatrice dell’assistenza pubblica perché canta “Signore, abbiamo gente per strada, non hanno niente da mangiare / E la mungitura del welfare da parte di obesi” e aggiunge: “Bene, Dio, se sei alto 5 piedi e 3 e sei 300 pounds [circa 150 kg] / le tasse non dovrebbero pagare i tuoi sacchi di biscotti al cioccolato”. Inoltre, manifesta un forte risentimento (“i giovani si stanno mettendo sei piedi sotto terra / perché tutto questo dannato paese non fa altro che continuare a buttarli giù a calci“), indirizzato contro i politici nazionali (“Vorrei che i politici si prendessero cura dei minatori / E non solo dei minori su un’isola da qualche parte”, canta, in riferimento alle polemiche che circondano i crimini e la morte di Jeffery Epstein4.
“Le persone sono semplicemente arrabbiate per il modo in cui direi che l’universo del risveglio (“woke”) ha preso il sopravvento su così tanti contenuti“, ha detto Clay Travis, conduttore radiofonico e autore di “American Playbook: una guida per riconquistare il Paese dai democratici“. “E penso che quello che stiamo vedendo sia una reazione negativa e una ribellione.” Travis ha anche citato l’attivismo conservatore contro Bud Light all’inizio di quest’anno, in cui i boicottaggi seguiti alla collaborazione promozionale del marchio di birra con Dylan Mulvaney, un influencer transgender, sono stati seguiti da un calo delle vendite e dal licenziamento dei dirigenti del marketing. “Quello che stiamo vedendo”, ha aggiunto, “è che molte persone esercitano il proprio potere d’acquisto”.
La destra americana ha applicato al video di Oliver lo stesso schema e le stesse tattiche di guerrilla marketing sulle piattaforme digitali che quest’estate hanno imposto all’attenzione della cultura popolare “Sound of Freedom”, un film sulla lotta al traffico di bambini, e la canzone-video “Try That in a Small Town” del cantante country Jason Aldean. “Sound of Freedom” è stato apertamente sostenuto da politici conservatori, tra cui Donald J. Trump, mentre la sua star, Jim Caviezel (meglio conosciuto per aver interpretato Gesù in La Passione di Cristo di Mel Gibson), a volte ha promosso le teorie del complotto di QAnon. I suoi oltre 180 milioni di dollari di incassi ai botteghini lo hanno già reso uno dei film indipendenti di maggior successo della storia. Invece, “Try That in a Small Town” ha cavalcato un’ondata di polemiche fino ad arrivare al successo commerciale. A seguito di una reazione contro il suo testo, che secondo i critici promuoveva il vigilantismo razzista, e dopo che Country Music Television ha ritirato il video della canzone, che è stato girato in parte davanti ad un tribunale della contea di Maury a Columbia, Tennessee, che era stato il luogo di un linciaggio di un giovane afroamericano nel 1927, la (truce) canzone era stata catapultata al n. 1 su Billboard5.
“Rich Men North of Richmond” è entrata nel dibattito politico nazionale allorquando un brano è stato fatto ascoltare al dibattito presidenziale repubblicano del 24 agosto, per cui la prima domanda non ha riguardato l’aborto o la politica estera, ma la canzone di Oliver Anthony. La conduttrice della Fox Martha MacCallum ha descritto la canzone come espressione di “alienazione” e “profonda frustrazione nei confronti dello stato del governo e di questo Paese“. Al governatore della Florida Ron DeSantis è stato chiesto perché la canzone ha colpito così tanti americani e lui ha risposto che “il nostro Paese è in declino. Questo declino non è inevitabile, è una scelta. Dobbiamo rimandare Joe Biden nel suo seminterrato e invertire il declino americano”.
Non tutti coloro che sostengono la canzone sono di destra. Il senatore democratico Chris Murphy ha affermato che “i progressisti dovrebbero ascoltarla“, suggerendo che le questioni sollevate nella canzone sono “tutti problemi a cui la sinistra ha soluzioni migliori rispetto alla destra“. Questo anche se generalmente le critiche provenienti dagli opinionisti di sinistra sono state pesanti (tra questi anche Slavoj Žižek).
In un articolo su The Nation, Erica Etelson ha sostenuto che “è la canzone di un uomo che si sente triste, arrabbiato, abbattuto e quasi senza speranza; vale a dire, è la ballata dell’America del 2023”. Quello che sfugge ai critici progressisti è che le persone fanno “gli straordinari per una paga di merda”, che c’è “gente per strada che non ha niente da mangiare”, e che i contribuenti della classe media e operaia vengono schiacciati, “perché nessuno dei due partiti è disposto ad aumentare le tasse sui ricchi”. Nel frattempo, “un’establishment democratico fuori dal mondo ci spiega che, grazie alla Bidenomics, l’economia è fiorente, il che implica che non c’è motivo di lamentarsi. Se vogliamo raggiungere le persone che hanno fatto di questa canzone il loro inno, dobbiamo dedicare più tempo ad ascoltare ciò che loro e la loro musica hanno da dire”, perdendo meno tempo possibile a criticare il modo in cui viene espresso e nell’esercitare una condiscendenza elitaria. Secondo Etelson, i fan della canzone sono stufi e pronti al cambiamento, “ma se l’unico cambiamento offerto è tagliare le liste di welfare o sigillare i confini o vietare la teoria critica della razza, allora questo è ciò che molti di loro accetteranno. Altri si arrenderanno all’apatia e al cinismo, convinti che nessuno nella classe politica si preoccupi veramente di loro. Il fermento populista ha bisogno di lievito, e in questo momento la sinistra non lo fornisce”. Il declino delle lotte radicali, la sterilizzazione delle organizzazioni del movimento operaio e l’abbandono delle questioni della classe operaia da parte di molti settori della sinistra hanno permesso ai più grotteschi reazionari (ad esempio, Trump) di atteggiarsi spudoratamente a amici degli oppressi.
Il cantautore e attivista inglese Billy Bragg ha composto una canzone, “Rich Men Earning North of a Million”, in risposta a quella di Oliver Anthony, insistendo che se speri di ispirare, invece di limitarti a fornire una litania di problemi, allora “è necessario che la tua canzone offra una visione di redenzione. Sebbene sia chiaramente oltre lo scopo del cantautore fornire una cura per i mali della società, c’è un ruolo da svolgere nel far emergere dove si percepisce che si trova il problema e suggerire una possibile via da seguire”. Per Bragg il rimedio esiste e può dare potere ai lavoratori: una ripresa della organizzazione dei lavoratori e dell’attivismo sindacale perché “c’è potere nel sindacato”. “Aderire a un sindacato non risolverà tutti i problemi di cui canta, ma se si vuole davvero impedire agli uomini ricchi di avere il controllo totale, allora organizzarsi sul posto di lavoro è sicuramente il primo passo per acquisire un senso di autonomia”.
La versione di Oliver Anthony
Inizialmente, Oliver Anthony non ha risposto alle richieste di commento e ha tentato di galleggiare al di sopra della guerra politica. “Sono seduto praticamente al centro della navata in politica e lo sono sempre stato“, ha detto in un video introduttivo pubblicato su YouTube il 7 di agosto, alla vigilia dell’upload della sua canzone. Si è descritto come “solo un idiota con la sua chitarra”, con alle spalle l’abbandono della scuola superiore, disoccupazione, lavori poco remunerativi e una lotta con la depressione e l’abuso di alcol. Ma ha aggiunto di aver recentemente trovato la religione e la passione per denunciare le “atrocità” della tratta di esseri umani e degli abusi sui minori, che secondo lui stanno “divenendo normalizzati”. Successivamente, aveva scritto su Facebook che “proprio come quelli che una volta vagavano nel deserto, abbiamo perso la strada di Dio e abbiamo lasciato che i falsi idoli ci distraessero e ci dividessero. È una dannata vergogna”.
Oliver Anthony ha detto che non ha fretta di concludere un contratto discografico. “Le persone nell’industria musicale mi guardano con gli occhi sbarrati quando rifiuto offerte da otto milioni di dollari. Non voglio sei autobus turistici, 15 rimorchi per trattori e un jet. Non voglio suonare negli stadi, non voglio essere sotto i riflettori“, ha scritto. “Ho scritto la musica che ho scritto perché soffrivo di disagio mentale e depressione. Questa canzone è entrata in contatto con milioni di persone a un livello così profondo perché è cantata da qualcuno che sente le parole nel momento stesso in cui vengono cantate. Nessun editing, nessun agente, nessuna stronzata. Solo un idiota e la sua chitarra. Lo stile musicale dal quale non avremmo mai dovuto allontanarci fin dall’inizio”.
Oliver Anthony ha anche detto che i suoi testi tentano di parlare a nome della classe operaia e che aspira ad essere una “voce per quelle persone“, sottolineando che “qualunque cosa facciano, non riescono proprio a migliorare la loro condizione“.
Il 23 agosto, in un’intervista a Fox & Friends Oliver Anthony ha affermato che la diversità degli Stati Uniti è “ciò che ci rende forti” – con disappunto di alcuni fan razzisti conservatori. “Dobbiamo imparare a sfruttarla e ad apprezzarla e non usarla come uno strumento politico per tenere tutti separati gli uni dagli altri”, ha detto Oliver Anthony.
Infine, il 25 agosto, in un secondo messaggio video su YouTube, Oliver Anthony ha condannato l’uso che è stato fatto della canzone nel corso del dibattito tra i repubblicani aspiranti alla presidenza6, sostenendo di aver “scritto quella canzone su quelle persone”. “È stato divertente vedere la mia canzone al dibattito presidenziale. Perché ho scritto quella canzone su quelle persone, sai, quindi dover sedersi lì e ascoltarla, mi fa ridere. È stato divertente vedere la risposta“.
Ha anche parlato di quanti conservatori hanno abbracciato la canzone come un nuovo inno di protesta di destra. Ha negato di essere una figura conservatrice e di non aver gradito che i conservatori l’abbiano considerata come un nuovo inno di protesta di destra (un po’ come quando Ronald Reagan considerò “Born in the USA” come inno patriottico e Bruce Springsteen fece notare che ovviamente non aveva prestato attenzione al testo!). “L’unica cosa che mi ha dato fastidio è vedere la gente coinvolgere la politica in tutto questo. Sono deluso nel vederlo. Ad esempio, è irritante vedere le persone nei notiziari conservatori cercare di identificarsi con me, come se fossi uno di loro. È irritante vedere alcuni musicisti e politici comportarsi come se fossimo amici, come se stessimo combattendo la stessa lotta, come se stessimo condividendo lo stesso messaggio”. Ha aggiunto: “Quella canzone non ha nulla a che fare con Joe Biden. Sai, è molto più grande di Joe Biden. Quella canzone è scritta per le persone su quel palco e molto altro ancora, non solo per loro”.
È stato difficile, ha detto, “diffondere un messaggio sulla tua ideologia politica o sulla tua convinzione sul mondo in tre minuti e qualche secondo. Ma odio vedere quella canzone trasformata in un’arma, come vedo. Vedo la destra che cerca di caratterizzarmi come uno di loro. E vedo la sinistra che cerca di screditarmi, immagino per ritorsione. Questa cosa deve finire!“.
Secondo lui, la risposta alla sua canzone ha oltrepassato i confini di partito ed è stata accolta con favore da un pubblico diversificato. “Se guardi i video di risposta su YouTube, non sono le persone conservatrici che rispondono alla canzone. Non sono nemmeno necessariamente gli americani a rispondere alla canzone. Non so di aver mai visto qualcosa ottenere una risposta così positiva da un gruppo di persone così diversificato. E penso che questo terrorizzi le persone di cui canto in quella canzone. E nelle ultime due settimane hanno fatto tutto il possibile per farmi passare per uno stupido. Per far girare da sopra a sotto le mie parole. Per cercare di ficcarmi in un secchio politico”.
Oliver Anthony ha anche risposto alle critiche di esponenti di sinistra sui testi che si riferiscono ai beneficiari dell’assistenza sociale e ne descrivono alcuni come obesi con una dieta povera. “Devo rivolgermi anche alla sinistra”, ha detto, “perché stanno inviando un messaggio che… Rich Men North of Richmond è un attacco contro i poveri”. “Capisco che potrebbero esserci alcune persone che hanno frainteso le mie parole in Rich Men North of Richmond. Ma devo essere chiaro che il mio messaggio… fa riferimento alle inefficienze del governo a causa dei politici al suo interno che sono coinvolti in tangenti ed estorsioni”.
“Le parole dicono che c’è: ‘Gente per strada senza niente da mangiare e la mungitura del welfare da parte di obesi’. Questo fa riferimento a un articolo che ho letto all’inizio di quest’estate, secondo cui i ragazzi adolescenti di Richmond [Virginia] saltano i pasti… perché i loro genitori non possono permettersi di dar loro da mangiare e non vanno a scuola. E nel frattempo, penso che circa il 30% o il 40% del cibo acquistato con i soldi del welfare EBT [gestito attraverso una electronic benefit transfer card] sia… tipo snack e bibite. Penso che il 10% venga speso in soda. E voglio dire circa il 20% o 30% viene speso in cibo spazzatura. E non è colpa di quelle persone. Il welfare rappresenta solo una piccola percentuale del nostro budget. Sapete, possiamo alimentare una guerra per procura in una terra straniera” – apparentemente un riferimento agli enormi aiuti militari e finanziari all’Ucraina – “ma non possiamo prenderci cura di noi stessi. Questo è tutto ciò che la canzone cerca di dire. Sta semplicemente dicendo che il governo prende le persone bisognose e dipendenti e le rende bisognose e dipendenti”.
“Non so cosa succederà con questo Paese o nel mondo nei prossimi dieci o venti anni, se qualcosa non cambia. Qualcosa deve essere fatto. Ci sono troppe persone che muoiono, che sacrificano tutto quello che hanno. Ci sono persone che muoiono prima ancora di avere diciotto anni. E questo mentre noi facciamo ogni giorno le cose stupide che facciamo e che ci lasciano depressi e divisi. Questo è quello che voglio veder finire! E cercherò di fare tutto quello che posso per influire su questo, a tutti i costi, anche se farà saltare per aria il mio mondo. … Ci sarà molto altro ancora da venire e io sono eccitato per questo”.
Con una seconda settimana in cima alle classifiche, essendosi dissociato dalla destra, la domanda diventa quanto ancora Oliver Anthony potrà rimanere al numero uno7.
Fondamentalmente, le canzoni di protesta più iconiche sono molto più che semplici testi orecchiabili che fanno riferimento a problemi della contemporaneità; incapsulano lo zeitgeist, catturando l’essenza di un momento o di un’epoca. Scavano più a fondo, incanalando sentimenti, frustrazioni e speranze sociali più ampie. Attingono alle emozioni sociali sottostanti, trascendendo l’effimero clima politico. La forza delle migliori canzoni di protesta deriva dalle loro critiche incisive su questioni più ampie che stanno alla base del sistema politico. Non riflettono semplicemente sulle questioni da prima pagina che dominano i dibattiti politici o le stagioni elettorali. Scavano più a fondo e sfidano sistemi e strutture, invece di suggerire che un semplice cambio della guardia o il voto per il “partito giusto” possano offrire una panacea.
“Born in the USA” di Bruce Springsteen, pubblicata nel 1984, ha catturato l’angoscia cruda e palpabile dei veterani disillusi che tornano dalla guerra, solo per incontrare disoccupazione e indifferenza sociale. È un commento sul fallimento sistemico nell’onorare e sostenere coloro che hanno prestato servizio militare per il loro paese. Fu per questo motivo che Springsteen suggerì al presidente Ronald Reagan di ascoltare più da vicino il suo testo quando Reagan fece riferimento alla ballata in un discorso elettorale.
Le leggende della musica, come Bob Dylan, hanno storicamente resistito ad essere incasellate o utilizzate per fini politici. Dylan, in particolare, ha costantemente evitato l’etichetta di essere la “voce di una generazione“. In una conferenza stampa a San Francisco nel 1965, quando gli fu chiesto se si considerasse un cantante o un poeta, rispose ironicamente: “Oh, penso a me stesso più come un uomo che canta e balla“. Gli artisti e le loro espressioni non sono pensati per essere cooptati, ma piuttosto per ispirare un’autentica introspezione e un cambiamento.
I politici di destra o di sinistra che si collegano sinceramente a messaggi come quello di Oliver Anthony servirebbero i loro elettori in modo più autentico incarnando i sentimenti espressi nella sua canzone nelle loro politiche piuttosto che ostentarli come slogan accattivanti di “guerre culturali” combattute per fini meramente elettorali. Se un politico sentisse davvero il peso delle lamentele di Oliver Anthony contro i bassi salari, la malagestione del welfare o l’assalto inflazionistico, la risposta più appropriata sarebbe quella di sostenere un cambiamento politico significativo, e non semplicemente annuire per segnalare la propria superficiale o ipocrita condivisione.
Alessandro Scassellati
- Il testo di “Rich Men North of Richmond” è il seguente: Well, I’ve been selling my soul / Working all day / Overtime hours / For bullshit pay / So I can sit out here / And waste my life away / Drag back home / And drown my troubles away / It’s a damn shame / What the world’s gotten to / For people like me / And people like you / Wish I could just wake up / And it not be true / But it is / Oh, it is / Livin’ in the new world / With an old soul / These rich men north of Richmond / Lord, knows they all / Just wanna have total control / Wanna know what you think / Wanna know what you do / And they don’t think you know / But I know that you do / ‘Cause your dollar ain’t shit / And it’s taxed to no end / ‘Cause of rich men / North of Richmond / I wish politicians / Would look out for miners / And not just miners on an island somewhere / Lord, we got folks in the street / Ain’t got nothin’ to eat / And the obese milkin’ welfare / But God if you’re five foot three / And you’re three hundred pounds / Taxes ought not to pay / For your bags of fudge rounds / Young men are putting themselves / Six feet in the ground / ‘Cause all this damn country does / Is keep on kicking them down / Lord, it’s a damn shame / What the world’s gotten to / For people like me / And people like you / Wish I could just wake up / And it not be true / But it is / Oh, it is / Livin’ in the new world / With an old soul / These rich men north of Richmond / Lord, knows they all / Just wanna have total control / Wanna know what you think / Wanna know what you do / And they don’t think you know / But I know that you do / ‘Cause your dollar ain’t shit / And it’s taxed to no end / ‘Cause of rich men / North of Richmond / I’ve been selling my soul / Working all day / Overtime hours / For bullshit pay[↩]
- L’interesse per “Rich Men North of Richmond“, che è stato ascoltato in streaming 17,5 milioni di volte su servizi come Spotify e Apple Music nella sua prima settimana di uscita, è in parte cresciuto come una tipica traccia virale, i cui dati alimentano le classifiche di Billboard. Gran parte dell’attività dei consumatori che ha portato il brano al numero 1 è arrivata tramite download digitali da 99 centesimi da punti vendita come iTunes Store, un formato considerato ormai obsoleto. Nonostante lo streaming ora rappresenti oltre l’80% del consumo musicale complessivo, i download a pagamento hanno un peso maggiore nelle classifiche, una stranezza sfruttata regolarmente dai superfan del pop devoti ad artisti come Swift o il gruppo sudcoreano BTS. In sforzi spesso coordinati, utilizzano i download per mostrare supporto e guadagnare traguardi in classifica che vengono celebrati come vittorie nello sport o nelle elezioni politiche. “Rich Men North of Richmond” ha venduto 147.000 download nella prima settimana, più di 10 volte le vendite della cover “Fast Car” di Luke Combs, la canzone numero 2 nella classifica generale dei singoli. Mentre il video della performance di Oliver Anthony pubblicato dal canale RadioWV della West Virginia ha collezionato 30 milioni di visualizzazioni in 12 giorni.[↩]
- Su questi temi si veda il mio libro: Suprematismo bianco. Alle radici di economia, cultura e ideologia della società occidentale, DeriveApprodi, Roma 2023.[↩]
- Il miliardario Jeffery Epstein è morto suicida in cella dopo essere stato condannato per abusi sessuali su minori, avvenuti anche nella sua isola privata. Per molti questo sarebbe un collegamento alle teorie QAnon, che accusano i politici (democratici) di Washington e gli attori di Hollywood di essere coinvolti in un giro internazionale di pedofilia e sfruttamento minorile (ne drenerebbero il sangue durante riti satanici per raccogliere un elisir di eterna giovinezza).[↩]
- Il testo della canzone prende di mira i manifestanti contro le forze di polizia e sembra incoraggiare la risposta violenta armata; dopo pesanti critiche, il video musicale è stato silenziosamente modificato per rimuovere le immagini delle manifestazioni di Black Lives Matter. La canzone parla di crimini che portano ad una punizione in una piccola città: “Ingiuria un poliziotto, sputagli in faccia / Calpesta la bandiera e dagli fuoco / Sì, pensi di essere un duro / Beh, prova a farlo in una piccola città / Guarda quanto riesci ad arrivare lungo la strada / Da queste parti, ci prendiamo cura dei nostri”. Il messaggio è chiaro: non portate tutta quella giustizia sociale e quella criminalità nel nostro territorio, altrimenti verrete affrontati e sistemati per le feste. Il video di “Try That in a Small Town” di Aldean aveva avuto solo 822 download nell’ultima settimana di luglio prima che diventasse un campo di battaglia della “guerra culturale” della destra. Nelle settimane successive, il brano ha venduto 228.000 download.[↩]
- Nonostante le proteste di Oliver Anthony, i moderatori del dibattito, i conduttori di Fox News Brett Baier e Martha MacCallum, hanno detto di aver ottenuto il suo permesso per usare la canzone.[↩]
- Le vendite della canzone sono in calo da giorni; da venerdì 18 agosto a giovedì scorso – le date che tengono conto delle classifiche di questa settimana – i download giornalieri di “Rich Men North of Richmond” sono scesi da quasi 27.000 a poco meno di 10.000. Gli stream giornalieri per il periodo sono rimasti molto più stabili, superando i 3 milioni.[↩]