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Lettera aperta all’Assessore

di Elena
Canali

di Elena Canali –

REGIONE LAZIO SALUTE MENTALE: POLITICHE DI SINISTRA, O DI DESTRA ?

L’Assessore alle Politiche Sociali Alessio D’Amato ha indetto una Conferenza per la Salute Mentale nella data in cui ricorre l’apertura della 1° REMS femminile nel Lazio (Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza).

Le associazioni di famigliari e di volontariato ritengono che ci sia poco da festeggiare, quando, nelle ultime legislature, con la giustificazione del “rientro” conseguente al commissariamento, e, quindi, con il blocco del tourn over, si è ridotto il personale a – 70% di quanto indicato dalle attuali normative (Progetto Obiettivo), svuotando i servizi territoriali fino a raggiungere liste d’attesa di 1 anno (Ostia) per le prime visite. Inoltre, sempre con la motivazione del “risparmio, sono stati accorpati i servizi, ridotti gli orari di apertura, oppure, addirittura smantellati, creando enormi disagi all’utenza già immersa in drammi famigliari.

Questo avviene, mentre, parallelamente, si consente l’apertura di centri diurni e posti letto in strutture private, in regime privato, cioè a pagamento, quindi, se hai i soldi ti curi, altrimenti sei in lista d’attesa.

Infatti, le strutture private, cioè le ex cliniche, oggi riconvertite in Strutture Residenziali, hanno l’occupazione al 100% con lunghe liste d’attesa, che si eliminano, però se si hanno le risorse economiche per accedere privatamente.

Per sollecitare l’attuale Assessore a operare scelte politiche diverse nei riguardi della salute mentale, visto lo di abbandono dei pazienti e delle famiglie, scriviamo la lettera che segue:

All’Assessore Sanità e Integrazione Socio- Sanitaria Dr. Alessio D’Amato
e p. c. al Presidente Nicola Zingaretti Regione Lazio

Gentile Assessore,

la nostra Associazione di familiari di pazienti psichiatrici esprime preoccupazione e sgomento avendo appreso che, in una fase in cui i Servizi territoriali per la salute mentale sono allo stremo per grave carenza di personale (Centri diurni che vengono accorpati con sostanziale riduzione delle attività riabilitative; pazienti che da mesi non hanno nel CSM un medico di riferimento e, se in condizione di acuzie, hanno come unica soluzione la chiamata all’Ares 118; familiari lasciati soli, in un contesto di disperazione e abbandono), Lei intende promuovere una Conferenza regionale per la salute mentale celebrando la ricorrenza dell’apertura della prima REMS femminile nel Lazio.

Come è arrivato a scegliere tale data? Forse non ha considerato che l’internamento in una REMS rappresenta il fallimento dei Servizi territoriali e la non realizzazione di un progetto personalizzato di presa in carico.

Quando le persone sofferenti per disturbi psichiatrici sono prese in carico, curate e amorevolmente supportate da un lavoro di rete, riducono drasticamente la possibilità di delinquere e di precipitare nell’ambito giudiziario.

Se proprio vuole celebrare, noi familiari crediamo che si debba celebrare il funerale dei Servizi psichiatrici della Regione Lazio!

Infatti negli ultimi anni l’Amministrazione regionale ha realizzato quello che mai avremmo voluto constatare: demoliti i Servizi di salute mentale faticosamente realizzati dal 1978 in avanti, accorpate le strutture, ridotto il personale fino a raggiungere il – 70% dell’organico previsto dalla normativa nazionale e regionale vigente, svilito il senso delle battaglie progressiste che avevano saputo impostare la cura delle malattie mentali nel contesto di una rete di rapporti e di figure terapeutiche multiprofessionali.

Alle famiglie e ai pazienti ora rimane la povertà assistenziale, la solitudine quotidiana, l’esclusione sociale e le REMS da celebrare… …

Anzi, dimenticavo, rimangono anche i posti letto nelle ex Cliniche psichiatriche “riconvertite in strutture residenziali” (con occupazione al 100% e lunghe liste d’attesa) alle quali, quasi al termine della precedente Consigliatura, il Presidente Zingaretti ha anche concesso/autorizzato ulteriori posti letto, ma in regime di libero mercato, e senza lista d’attesa! Ovviamente per chi se lo può pagare… …

Che strana scelta politica quella che taglia il Servizio pubblico per tutti, ma elargisce/rafforza quello privato per pochi… …

Una scelta politica che ha imposto alle famiglie, già duramente colpite dalla sorte, e con redditi certamente non sufficienti, di contribuire alle rette delle strutture psichiatriche socioriabilitative (SRSR). Fortunatamente la Giustizia ha fatto il suo corso e, con sentenza n. 8608, del 19 dicembre 2019, il Consiglio di Stato ha stabilito l’illegittimità del DCA 562/2015, mettendo in evidenza la crudeltà e l’iniquità di un provvedimento che privava i pazienti meno abbienti dell’accesso alle cure.

La Regione Lazio è obbligata ad applicare la sentenza, ma sta prendendo tempo perché deve reperire le risorse economiche non preventivate in bilancio. Le sollecitazioni degli operatori del settore sono cadute nel vuoto e, così, con il rischio di chiusura delle strutture anche il futuro dei pazienti ospitati nelle SRSR è incerto.

La nostra Associazione, inoltre, reputa inaccettabile il non riconoscimento e il mancato rispetto delle funzioni attribuite per legge alla Consulta regionale per la salute mentale, organismo di rappresentanza dell’associazionismo e di tutela dei diritti delle persone con sofferenza mentale. Il suo Presidente viene sistematicamente estromesso dai Tavoli tecnici dell’Assessorato e questo mentre vengono istituiti nuovi “Tavoli di partecipazione” con l’unico intento di sviare il mondo del volontariato verso una “partecipazione” finalizzata, invece, a indebolire e delegittimare l’Organismo consultivo istituzionale.

La distanza delle attuali scelte politiche in tema di salute mentale dalla vita dei cittadini più fragili e vulnerabili è profonda, però si può sempre invertire la rotta… … con azioni concrete, tempestive e di ampio orizzonte.

Gentile Assessore, le chiediamo:

1) nessun festeggiamento per l’apertura REMS;
2) piena applicazione della sentenza del Consiglio di Stato con relativa restituzione delle somme ingiustamente pagate dall’utenza e sollecita rimodulazione del budget dei DSM per liquidare le spettanze alle strutture SRSR;
3) attivazione delle procedure di assunzione del personale necessario nei Servizi Psichiatrici territoriali ed ospedalieri, nel rispetto dei requisiti minimi previsti dal Progetto Obiettivo;
4) ri-attivazione, con tutti i processi consultivi ad essa inerenti, della Consulta regionale per la salute mentale.

Nell’attesa di un sollecito e positivo riscontro, si porgono cordiali saluti.

Roma, 3 febbraio 2020

Elena Canali Presidente Volontari in Onda

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